
È ricominciata la sfida annuale targata HBO
True Blood, col suo piccante sapore di sangue speziato e col profumo forte di novità, è alla sua sesta stagione.
Ed è subito un fifty/fifty fra la possibilità che già si sappia cosa TB ci offrirà e quella che possa eventualmente sconvolgere le nostre aspettative. E magari il tutto contemporaneamente. La prima sfida sembrerebbe il refresh di Bill, tenendo conto che il personaggio aveva forse, nelle scorse stagioni, un po’ esaurito le carte da giocare, almeno rispetto al rapporto con Sookie e considerando anche quanta gente rimpianga invece la liaison Sookie/Eric. Le leggi del vero triangolo però sono elastiche quanto ferree e dunque abbiamo visto come la nostra ex cameriera (ma come si mantiene questa, che non lavora mai?) consideri sempre Bill il suo epic love, ma sia anche disposta a tutto – persino impalettare il suddetto epic love – per amore di Eric. Ok, niente di strano: i tentativi di prendere le distanze da tipi così devono necessariamente percorrere altre strade che non siano dirsi “Non me ne importa nulla di loro”, dato che chiaramente non è vero.
Billith. Impagabile Pam e impagabili le sue definizioni! “Chi sono io?” Un’ottima domanda e un’ottima occasione per prendere il tutto e rimescolarlo un po’: poteri da supereroe o supervillain, tentativi di pacata razionalità (nel dopo doccia), invulnerabilità ai paletti, sentimenti da vecchio gentiluomo del sud, necessità di un legame (Jessica), presenze multiple inquietanti (ovviamente). Così TB ha garantito una dignità a questo personaggio, con la sua lotta più o meno interiore fra bene e male. Perché – e scusate se lo ribadisco – chiedersi “Chi sono io?” è un’ottima cosa; in genere e in particolare per questo personaggio. E non è certo un cimento solo per Bill.
Lo stesso potrebbe valere per Andy Bellefleur: un padre? Seriously? Drammi da cambiamento non indifferenti, sfide per i personaggi che dovrebbero farci venire voglia di vedere come andrà a finire. Certo, alla fine, un lieve senso di rabbia invade lo spettatore, che ha dovuto vivere di persona notti insonni e poppate infinite, quando si assiste al superamento velocissimo di questa fase giusto in una notte. A dire: se fai sesso può nascere un bambino, se fai sesso con una fata possono nascere tante fatine, per di più veloci a crescere. A una certa azione corrisponde una conseguenza, ci sono dei dati, a livello umano, che non possono essere semplicemente glissati; assunto che suggerisce la necessità della responsabilità.
Così come Pam decide che non può dismettere il suo legame con Eric, nonostante tutto il dolore che l’atteggiamento di lui le infligge, mentre Tara di questa responsabilità non capisce il senso. Jessica, nella sua semplicità, lo capisce e anche Bill: il loro legame deve resistere. Qui la dinamica di contrapposizione – nel senso di una diversità di atteggiamento nei confronti dei legami – non si gioca fra umani e vampiri, ma fra persone hanno accolto questo peso e persone che non lo fanno o non hanno ancora imparato a farlo. Jason per esempio, che non comprende mai fino in fondo la sorella. È piuttosto recidivo, vero? Si sa che qualcuno dei personaggi principali morirà in questa stagione. Sarà forse lui, o Signor Sceneggiatore Responsabile della faccenda? Speriamo di no: Jason è incorreggibile quanto simpatico, mantiene il ruolo dell’umano qualunquista, consentendo lo straniamento necessario a ricordare quanto la realtà possa non essere compresa, o compresa solo in maniera superficiale. Cosine da nulla come la difficile convivenza fra persone diverse (in tutti i sensi possibili) di cui questa serie continua imperterrita a parlarci.
Comunque la sfida delle storie frammentate continua per True Blood: riusciranno a coinvolgere tutti i personaggi e tutte le storyline in un mosaico unitario, o hanno lasciato cadere il guanto e perseguiranno strade divergenti per ogni singolo percorso? È una fatica questa per lo spettatore, certo, ma vero è che se siamo giunti fino alla sesta stagione e stiamo ancora guardando un motivo ci sarà! Saranno le forme statuarie di Joe Manganiello? O quelle delle sue partner? Ma che dovremmo fare quanto a questo? Dobbiamo protestare? Si potrebbe pure, senza dubbio, certe scene sono piuttosto inutili, ma, se dobbiamo immedesimarci negli sceneggiatori, probabilmente stanno dando a Cesare qual che è di Cesare: se Manganiello è contento che la parte migliore del suo contributo a questo show siano i chilometri di pelle mostrata (in 3D), va bene pure per noi.
Sam e la figlia di Luna (R.I.P.) e Lafayette giocano a fare la nuova famiglia. Speriamo, speriamo davvero che non siano un inutile riempitivo. E che non ci facciano di nuovo vedere nudo pure Sam Trammell, please.
Nel frattempo, e nell’attesa che ci venga concessa anche una dose scossa e abbondante di Alexander Skarsgard, vorrei sottolineare che Eric, quando deve dare un iniziale parere su cosa sia stato di Bill, non dà per certo che del vecchio amico/nemico/rivale in amore non sia rimasta traccia. “Non sappiamo chi è”: la morale austera e l’umanità riluttante del nostro caro vecchio vichingo!
Dei due personaggi nuovi che si aggiungono, il governatore della Louisiana Truman Burrell e (pare) Warlow, la garanzia sono gli attori: Arliss Howard, che tanti ruoli interessanti ha ricoperto in film e serie tv, e l’intramontabile e sempre inquietante Rutger Hauer. C’è di che attendere e sperare che l’abbandono di Alan Ball non sia poi questa cosa così negativa e perniciosa.
Ultima nota: Sookie toglie l’invito a Eric, Eric le restituisce la casa. Razionalmente mettono della distanza fra loro? Finiranno di nuovo insieme. Scommettiamo?
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Autore: Antonella Albano
giu 21, 2013
Last Updated giu 20, 2013
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Sam e la figlia di Luna (R.I.P.) e Lafayette giocano a fare la nuova famiglia. Speriamo, speriamo davvero che non siano un inutile riempitivo. E che non ci facciano di nuovo vedere nudo pure Sam Trammell, please.
Dei due personaggi nuovi che si aggiungono, il governatore della Louisiana Truman Burrell e (pare) Warlow, la garanzia sono gli attori: Arliss Howard, che tanti ruoli interessanti ha ricoperto in film e serie tv, e l’intramontabile e sempre inquietante Rutger Hauer. C’è di che attendere e sperare che l’abbandono di Alan Ball non sia poi questa cosa così negativa e perniciosa.
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