Recensione: L’antica stirpe di Nicola Cantalupi

Una guerra e un viaggio da affrontare, da questi due eventi nasce L’antica stirpe.

L’antica stirpe, opera d’esordio del viareggino Nicola Cantalupi e primo capitolo della trilogia La terra dei draghi, colloca appieno nel panorama del fantasy tradizionale, tratteggiando con “desueta” delicatezza un mondo fortemente ispirato a Tolkien, in cui vengono posti in primo piano i valori legati alle forze del Bene.

 

Un’opera fantasy tradizionale

Oscillando tra il fiabesco e favolistico, l’autore, grande appassionato del genere, pur dimostrando di possedere una buona penna, non riesce a uscire dall’ombra del grande scrittore inglese, un modello forse troppo ingombrante che finisce con l’impedire a Cantalupi di trovare la propria cifra stilistica. Il risultato è un romanzo che, nonostante parta da un soggetto differente e costruisca una propria genealogia, corre spesso il rischio di rievocare le suggestioni de Il signore degli anelli, di cui l’autore richiama anche la tematica ambientalista.

L’era di pace della ridente Amhonùn sembra giunta alla fine. Dall’oscuro nord giungono freddi venti di guerra e i tamburi dei ripugnanti troll rimbombano nella sconfinata pianura del Nhèt-Nimaron. Riusciranno i giovani Johan ed Elberon a compiere la loro ardua missione? Il saggio Carmas e il suo speciale addestramento forgeranno due guerrieri elfici pronti a tutto, ma il passato è sempre in agguato e l’amore annebbia la mente e incendia, gli occhi della bella Samaire sono dardi infuocati dolci e temibili, una certezza più vera delle mille frecce scoccate a difesa dell’Amhon-dor, la Grande Porta ormai sotto assedio. L’unica speranza è riposta nell’antica stirpe, mitica progenie dimenticata […]. L’ambasciata per rinnovare l’alleanza sarà un’avventura indimenticabile per due ragazzi alle soglie della vita, quella vera. Draghi, stregoni, orripilanti troll e antiche genie umane: un fantastico mondo sulla soglia del declino ma pronto a risorgere. Ogni singolo elfo dovrà vendere cara la pelle per salvare la Terra dei draghi.

Una terra da salvare, una guerra da affrontare, un viaggio di formazione, il tutto calato in una dimensione che evoca epoche e terre antiche, ben lontane dai background urbani cui il fantasy contemporaneo ci ha abituati. Già nell’ambientazione si ravvisano echi tolkeniani, anche se le atmosfere sono spesso quelle astratte e allegoriche della fiaba. Cantalupi rievoca un modo sospeso nel tempo, un paradiso rigoglioso dominato da una primavera perenne. Questo paradiso, riflesso di una condizione umana postulata dall’autore, è minacciato dalle “forze del male”. La visione è dunque quella occidentale, che oppone nettamente Bene e Male sono schierati in due campi nettamente opposti, senza contemplare le zone grigie. Il Bene è la forza positiva per antonomasia, motore di costruzione e armonia, contrapposto al Male, rappresentato da alcuni elementi archetipici, primi fra tutti, il punto cardinale Nord e l’oscurità.

Uno dei protagonisti del romanzo

Draghi, elfi, troll: l’autore riesuma tutte le creature della tradizione, senza però introdurre alcun tratto innovativo. A risentirne è, inevitabilmente, la caratterizzazione dei personaggi, che mancano del dovuto spessore psicologico. I buoni – in linea con le attuali tendenze editoriali – sono rappresentati come paradigmi di perfezione, dalla perfezione che vogliono protagonisti belli e impeccabili, mentre i cattivi non sono altro che mostri privi di coscienza e pietà. La volontà dell’autore di costruire un “racconto morale” è così palese da correre il rischio di sconfinare nel didascalico.

Lo stile – aulico e sin troppo lineare –si discosta dai ritmi frenetici dei romanzi contemporanei, spesso influenzati da un linguaggio di tipo cinematografico. Il risultato è che, a tratti, viene a mancare la tensione linguistica necessaria a costruire una vicenda che possa coinvolgere completamente il lettore.

Occorrerà attendere i successivi capitoli della trilogia per stabilire se Cantalupi sarà in grado di acquisire un’identità precisa e definita,affrancandosi dall’esempio del suo Maestro.

L’autore: Nicola Cantalupi

Nasce a Viareggio il 15 dicembre del 1981. La sua passione per il fantasy ha inizio sin dall’infanzia, in seguito alla visione della trilogia di Guerre Stellari. Pur apprezzando altri generi narrativi e autori quali Pirandello e Maupassant, il suo maestro indiscusso è senza dubbio J.R.R. Tolkien. Dopo aver letto e riletto le sue opere, scopre in una sua biografia che lo stesso professore di Oxford iniziò a scrivere per aver modo di leggere ciò che realmente amava. È proprio in quel momento che Nicola decide di dar vita alla trilogia La Terra dei draghi, una saga il cui intento è raccontare una storia, invitando contestualmente il lettore alla riflessione.

La Terra dei Draghi – L’Antica Stirpe

di Nicola Cantalupi
Casa Editrice: Giovane Holden
Pagine: 308
Prezzo € 15,00
ISBN: 9788863961317

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