Recensione: Quando il vampiro cominciò a sognare – Alessia Rocchi

Il terzo capitolo della saga chiude un cerchio sulla natura della maledizione del conte Ánghelos, lasciando però cuni quesiti al lettore.

Sono passati circa trecento anni dalla morte del principe Vlad Dracula. In questo arco di tempo molte cose sono cambiate per Nikefòros Ánghelos. Il passato irrompe nuovamente nel presente, dove personaggi come Lilith e la figlia, Eleonora, giocheranno un ruolo chiave nello sviluppo di una vicenda tragica.

Il terzo volume della saga di Rocchi

Una missione che vede contrapposti diversi personaggi, schierati su una scacchiera in cui si delineano rapporti complessi e sfaccettati; qui la leggenda s’inscrive in un contesto storico restituito in tutte le sue atmosfere, rivisitato sulla base delle esigenze narrative. Da un lato, troviamo il Conte Ánghelos (chiamato anche Semanghelof), sterminatore dei sanguisuga, ovvero i figli di Lilith l’Orrenda, a sua volta posta in una situazione instabile, perché divisa tra il proprio ruolo, l’amore per le sue creature, i sentimenti contrastanti per il Vampiro; in un altro canto, troviamo l’ambigua figura del Pastore, mentre in un altro, si staglia quella della bellissima Eleonora, la fanciulla nata da un amore impossibile, perché non ha potuto essere coronato da un’unione stabile e felice. A completare il quadro, i Risurgenti, tra cui spiccano il Lupo Thomas e il neo-trasformato, Arnold Pole. A legare i personaggi, un filo rosso che irrompe dal passato, ponendosi in continuità con le vicende narrate nei libri precedenti; una conferma della capacità dell’autrice di plasmare una materia complessa, ma anche avvincente e coinvolgente, con uno stile puntuale ed elegante.

La vicenda si apre nell’A.D. 1706: il Conte Ánghelos si reca sulle Alpi Transilvaniche, dove incontra il Pastore e i due angeli, Senoy e Sansenoy (in forma femminile), che gli consegnano una neonata, Eleonora, la creatura partorita da Eleutheria. La crescita della piccola, nata circa trecento anni prima, è stata bloccata dal lenzuolo in cui è avvolta, nell’attesa del ricongiungimento con il padre, che la reca al suo maniero, dove la piccola cresce. Trascorsi vent’anni, Thomas, uno dei Risurgenti, umani trasformati in Vampiri, cui Ánghelos conferisce il Dominio Scarlatto all’aiduco Arnold Pole, in cui però il potere del vampiro attecchisce meno del previsto. Nel frattempo il Conte, sempre più dilaniato dalle visioni che lo colgono all’improvviso, si trova a fronteggiare una figlia che è prima di tutto la Chiave per entrare nella Stanza della Purificazione. Inoltre il Vampiro deve fare i conti con la verità celata nel Libro Oscuro, consegnato dal Pastore secoli prima.

Il Libro Oscuro, simbolo di una conoscenza che affonda le proprie radici nella notte dei tempi, è il perno attorno al quale ruotano la vita e i pensieri del Conte; da esso dipende la redenzione cui Ánghelos aspira, per spezzare il sigillo di uno stato che è un fardello, di cui reca i segni. L’autrice si avvale di un vero e proprio archetipo letterario, ricorrente nella narrativa, classica e contemporanea, fantasy e non: dal libro letto dal Bastian de La storia infinita, a quello che troviamo ne Il mercante dei libri maledetti di Marcello Simoni, passando per Il nome della rosa di Umberto Eco. La metanarrativa irrompe, determinante per il dipanamento della trama. Ma quello che narra il Libro Oscuro, corrisponde alla verità dei fatti? O qualcuno ha manipolato la memoria del Conte, sempre più vittima di un destino che sembra non dargli alcuna possibilità di redenzione? Nel romanzo, menzogna e verità sono piani che si intersecano, talvolta sovrapponendosi, più spesso palesandosi, come improvvise epifanie, provocando i rovesciamenti improvvisi della situazione.

Il secondo volume della saga

Un primo (già citato) rovesciamento riguarda il conferimento a Pole del Dominio Scarlatto da parte di Thomas. Una trasformazione riuscita solo in parte,  che fa vacillare certezze già labili per il Conte, preso in un groviglio di conflitti in cui l’amore sembra sempre configurarsi come un’utopia o come il ricordo di un Paradiso irrimediabilmente perduto. Nel romanzo riemerge il passato, una spina che brucia, come le ferite sempre aperte e i solchi dietro alla schiena, memoria delle ali strappate per volontà di un crudele destino; e da questo passato inafferrabile, scaturisce un dolore viscerale, reso ancora più forte dall’ineluttabilità del fato. Questa condizione inquina i rapporti con diversi personaggi, primo fra tutti, quelli con la figlia, che cerca disperatamente e inutilmente l’amore del padre; sui Risurgenti, il Conte esercita il potere di un Padre-padrone, determinante per le scelte successive degli stessi, divisi tra asservimento e la necessità di sfuggire a una sorte di dannazione.

Rispetto al precedente libro, la figura del protagonista, sembra conflagrare in una condizione di totale crudeltà. Ánghelos, sempre più costretto dal destino, in cui si illude di avere uno scettro per tiranneggiare  i suoi sottoposti, e una spada per massacrare i figli di Lilith, appare più spietato e senza scrupoli; le sue azioni sono intrise di un anelito alla vendetta che sembra non avere spiragli, come mostra anche il modo in cui tratta la figlia. Il Vampiro potente, che agiva con il Principe Vlad, ora è una creatura sempre più sola e in lotta contro tutti, ma soprattutto contro se stesso. Nel romanzo si assiste al graduale sgretolarsi delle sue certezze, per effetto anche delle decisioni di Eleonora e degli stessi Risurgenti, ma soprattutto della Lilith che, da Orrenda, diventa Misericordiosa, portando a nuovi, sconvolgenti assetti della storia. E a proposito di verità e menzogna: dalla sovrapposizione dei due piani, scaturiranno ulteriori colpi di scena, abilmente costruiti, ma sempre sottesi a far capire al lettore che “l’apparenza inganna”.

Il primo volume della saga

Per Alessia Rocchi si tratta di una conferma, poiché, come nei precendenti lavori, letteratura vampiresca, mito, storia e magia sono fusi con la cognizione di chi sa plasmare la materia con abilità e competenza, associate alla coerenza narrativa. Rispetto al precedente, l’autrice dà maggiore spazio alla componente “boccaccesca”, pur mantenendo sempre alto il livello narrativo. La componente erotica è in evidenza, come espressione del lato nascosto dei personaggi, ovvero quella naturale animalità negata dalle regole sociali. I personaggi sono delineati con una profondità quasi tragica; in particolare, straordinario è il modo in cui vengono ritratti Vampiro e Lilith. Relativamente al finale, restano diverse questioni insolute, in particolare rispetto alla “missione” di Eleonora, su cui l’autrice avrebbe potuto approfondire diversi aspetti. Tuttavia  questo, come i precedenti lavori della saga, risultano opere di grande interesse per un filone letterario che, nella saturazione, rischia di perdere di vista penne valide, (posso citare Claudio Vergnani, che dà un’altra “interpretazione” della figura dei vampiri, altrettanto interessante e ricca di suggestioni e contaminazioni), che sanno porsi oltre i cliché radicati da una visione mass-mediatica, dunque appiattita del vampiro e delle leggende a esso connesse.

L’autrice: Alessia Rocchi

Nata nel 1973 a Velletri (Roma), dopo la laurea in Lettera si è dedicata alla scrittura. Ánghelos (Rizzoli, 2006) e Il libro oscuro di Dracula (Castelvecchi, 2010) costituiscono gli altri due libri che compongono la trilogia dedicata al Conte Ánghelos.

 

 

 

 Quando il Vampiro iniziò a sognare

di Alessia Rocchi
Casa Editrice: Alpes
Pagine: 234
Prezzo: 16,00 €
Codice ISBN: 9788865311257

 

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