Il nuovo film della Disney piace ma non convince fino in fondo.
Io non sono cattiva, è che mi disegnano così, recitava il personaggio/cartoon Jessica Rabbit nel film Chi ha incastrato Roger Rabbit del 1988. E Ralph Spaccatutto, protagonista dell’omonimo film d’animazione, le risponderebbe di cambiare disegnatore.
Ralph Spaccatutto è il cattivo del videogioco arcade Felix Aggiustatutto. Disegnato per servire un unico scopo, da trent’anni distrugge il muro del condominio per dar modo al martello magico del bravo ragazzo Felix di riparare il danno e godersi la medaglia, ma soprattutto la torta e l’affetto dei condomini. Per Ralph, finito il gioco, resta solo l’amarezza di non essere benvoluto dai suoi colleghi e una discarica di mattoni, che funge come casa. Stressato, tenta di risollevarsi partecipando alla terapia di gruppo per cattivi, senza nessun risultato positivo. Ralph decide, allora, di entrare in un altro videogioco, un pericoloso sparatutto vs alieni, per sconfiggerne i cattivi e vincere la medaglia dell’eroe buono. Ovviamente, il piano prenderà un’insolita piega…
L’eccezione che conferma la regola. Ralph Spaccatutto è un film d’animazione adatto ad un pubblico di soli bambini e che tenta, furbescamente, di attirare gli adulti con un potente revival dei videogame anni ‘80. Seppur snocciolando perle di saggezza e tentando la strada della lacrimuccia facile, il nuovo film della Disney non batte la concorrenza.
Ambientato in una sala giochi vecchio stile, che tanto ricorda le atmosfere di Tron (che, guarda un po’, trent’anni fa portò l’uso dell’animazione digitale al cinema), gioca completamente sul senso di nostalgia e malinconia per quei videogame pixellati, per gli arcade, per quelle musichette ripetitive e ridondanti, che spesso diventavano veri e propri tormentoni. Basti pensare a Tetris e alla sua base musicale che venne persino remixata per la disco.
Il regista Rich Moore, co-regista di diversi episodi de I Simpsons e Futurama, si diverte ad inserire personaggi iconici, fra cui Pac-Man, Sonic, Ryu e Ken di Street Fighter, come fossero camei di attori famosi in film di nicchia.
Fra macchine a gettoni, bambini occhialuti e record da battere, si muovono questi stravaganti personaggi dei videogames, che prendono vita una volta finito il turno di lavoro, alias la chiusura della sala giochi, e si riuniscono in bar appositi e locali, in cui scambiarsi battute, fare amicizia e deliziarsi sulle vittorie e le sconfitte del giorno. Il protagonista Ralph, cattivone alla Shrek e Sulley di Monsters & Co., vuole essere riconosciuto ed acclamato come eroe, vorrebbe trovare se stesso e meglio comprendersi. Ma, come spesso capita nella vita di tutti noi, la conoscenza del sé arriva attraverso il confronto con gli altri. Nello specifico, mediante l’incontro con una bambina, Vanellope Von Schweetz, che vive nel videogioco kart Sugar Rush. Vanellope è un glitch, un errore di programmazione, che non può partecipare alle corse e che viene derisa da tutti gli altri personaggi di Sugar Rush. I due, quindi, sono accomunati dalla discriminazione e dall’isolamento, il che li rende diffidenti e poco socievoli. Proprio queste loro problematiche, diventeranno punto di forza della loro amicizia e li miglioreranno come individui, scoprendo tesori ben più importanti di una medaglia della vittoria.
Grottesca è, invece, la controparte eroica, impersonificata dal pixellato Felix Aggiustatutto e dalla grintosa sergente Calhoun, che incarna l’eroina moderna dalle curve mozzafiato ma dal temperamento bellicoso, protagonista del nuovissimo sparatutto Hero’s Duty (una sorta di Lara Croft e Alice/Milla Jovovich).
Il film, a livello visivo, non ha nulla da eccepire. Il mondo caramelloso di Vanellope farebbe l’invidia di Willy Wonka e l’universo dark della Calhoun ricalca perfettamente i moderni Games horror-apocalittici o fantascientifici. Ciò che stona è l’eccessivo uso di buonismo. Moore calca troppo i momenti topici fra Ralph e Vanellope, facendoli diventare smielati e votati solo a far commuovere il pubblico.
Ralph Spaccatutto resta, nonostante i suoi difetti, un film gradevole da vedere ma che non eguaglia i capolavori d’animazione quali Up o il più recente Le 5 Leggende.