Riportare in vita parenti, sentimenti, rapporti.
Quest’ultimo episodio di Once Upon a Time scava nel dolore di ciò che è perduto e che non si vuole lasciare andare. Povero caro Doctor Frankenstein …
Si intrecciano così le storie di Rumpelstiltskin/Gold e di Viktor Frankenstein/Dr. Whale, mentre, nel frattempo, Cora persegue la strategia di avvicinamento a Regina. Sullo sfondo, la nostra comunità virtuosa trema di paura e trama il peggio all’idea dell’irruzione del mondo esterno. Non riesco a reprimere l’immagine di Charming che, con la sola spada, cerca di fronteggiare orde di manager rampanti, decisi a trasformare Storybroke in un parco a tema sulle fiabe.
Ma procediamo con ordine. Hook è stato investito da un infiltrato dall’esterno e ora giace, ammaccato alquanto, all’ospedale. Assodato che la fragilità aiuta ulteriormente il suo sex appeal (cosa non lo farebbe?), Ouat ci concede qualche scena Hook/Emma: troppo poche, comunque.
Lo sconosciuto, ferito nell’incidente, non è cosciente: meno male, così non è costretto a preoccuparsi del fatto che il vero nome del suo medico curante è Doctor Frankenstein. Abbandonando questa atmosfera da medical drama, ci tuffiamo nel non meglio identificato mondo alternativo del nostro Viktor – che a Storybrooke si dà all’alcool per qualche ragione, vedremo, fondata – dove veniamo a sapere che la sua vocazione di rianimatore folle ha coinvolto il fratello e gli ha causato l’odio del padre. La sua fissa di essere ricordato per sempre ha distrutto la sua famiglia. E, ovviamente, c’è anche lo zampino di Tremotino, che fa il rappresentante di cuori ultraresistenti a scopo esperimento. Lui vuole riportare in vita i morti e la magia almeno questo non lo può fare. Domanda: che morto vuole rianimare? Crede Belle, defunta in quel segmento di storia? Pare difficile. Inquietante poi la nota di Henry che, a Storybrooke, giustamente denuncia che nel mondo delle fiabe quella storia non c’è!
Sarà che non amo Whale come personaggio, ma il momento che ho preferito di questo episodio è il dialogo fra lui e Ruby coi piedi a penzoloni sul molo. Per consolarlo, dopo averlo salvato da un tentativo di suicidio, gli ricorda che, insomma, in fondo lei ha mangiato il suo fidanzato! Insomma, nel mondo delle fiabe non sono mai stati tutte rose e fiori e, certe volte, a ricominciare daccapo ci vuole parecchio coraggio. È il classico “Insieme ce la possiamo fare!”, ma forse, detto da un personaggio amabile come Ruby, funziona.
Il “rianimato” Whale torna all’ospedale e guarisce il malcapitato straniero, attorno a cui tutti si struggono, dato che il telefono di lui, che continua a strillare, promette nuovi arrivi e nuovi guai. Emma lo sottopone al suo infallibile radar di detective che sa riconoscere le menzogne e… fallisce miseramente. Tutto questo overload di roba magica comincia a farle male. Lo straniero sa tutto: ha visto Gold che praticava la magia… Guai in arrivo, ovvio.
Tremotino raggiunge gli abissi della disperazione e dell’autocommiserazione quando Belle, che non lo riconosce – e che lo trova chiaramente un zinzino ripugnante – rompe contro il muro la famosa tazzina sbrecciata di disneyana memoria. Così lui accantona il problema e si dedica alla ricerca di Bael: qualcosa bisogna pur fare! E qui si intreccia la strategia di Cora, che evidentemente vuole togliersi di torno un potenziale e pericoloso nemico: gli fornisce un mezzo per trovare suo figlio. Ma dov’è questo negozio di ammennicoli magici? Quella sarebbe un’ottima lampada!
Inoltre Gold reclama il debito di Emma: vuole essere da lei accompagnato nel mondo reale a cercare Bael. Ahia.
Un’altra scena emozionante Ouat ce la offre quando pare che Henry riesca a trovare Regina: nel boudoir sotto la cripta, arredato nel solito stile orrorifico. Finalmente i due si abbracciano… E invece no: nuvoletta fucsia ed ecco Cora. I più oscuri timori si avverano e Regina casca nel tentativo della madre di portarla dalla sua parte. Lei rivuole solo suo figlio: quanto tempo ci vorrà perché sposi i metodi discutibili di Cora per ottenere questo nobile scopo?
Insomma i rapporti dolgono: quando non uccidi tuo padre, non rendi uno zombie tuo fratello, non mangi il tuo fidanzato, non terrorizzi la tua fidanzata smemorata, non coarti tua figlia, che fai? Se vivi a Storybrooke, stai lì a sorridere facendo finta di non aspettarti il peggio.