Alla fine della scorsa puntata, abbiamo lasciato Elena e Damon travolti dal vortice della passione.
Li ritroviamo la mattina seguente, spossati ma felici. Conscio che la loro serenità sarà bruscamente infranta non appena Stefan verrà a conoscenza della loro relazione, Damon chiede a Elena di mantenere il segreto solo per una giornata, ritagliandosi alcune ore di pace.
Intanto, il minore dei fratelli Salvatore e Caroline continuano a interrogarsi sul sire bond che sembra essersi creato tra Elena e Damon, il vampiro il cui sangue l’ha generata. Stefan spiega che si tratta di un’eventualità molto remota, ma non per questo impossibile, e che il più grande desiderio di un vampiro asservito è proprio quello di compiacere il proprio Sire. Per questo, il ragazzo si reca dal fratello e lo mette a parte della sua teoria. Damon, sulle prime, si mostra incredulo e accusa Stefan di essere solo geloso, ma non appena questi gli suggerisce di chiedere alla giovane di nutrirsi dalle sacche di sangue e di verificare la sua reazione, Damon, seppur con riluttanza, accetta. La logica di Stefan è molto semplice: è stato Damon a lasciar intendere a Elena che l’unico nutrimento possibile, per una vampira appena nata come lei, fosse il sangue proveniente da una vena. Dunque, qualora lui le suggerisse di attingere alle sacche per nutrirsi, lei – in virtù dell’asservimento che la spinge ad assecondarne la volontà – dovrebbe essere in grado di farlo.
Consapevole della possibile veridicità della teoria del fratello, Damon si reca quindi a scuola e, ponendo l’accento su quanto la riuscita dell’esperimento sarebbe importante per lui, chiede alla ragazza di bere da una sacca di sangue. Dopo una brevissima esitazione, Elena acconsente. Le basta un sorso per notare che il sangue non ha il sapore rivoltante che le aveva dato la nausea in occasione del suo primo tentativo. Al contrario, è gradevole, persino gustoso. Felice di non dover più far del male ad altri esseri umani per nutrirsi, la ragazza getta le braccia al collo di un attonito Damon, che non può fare a meno di constatare la veridicità delle supposizioni del fratello. Come se non bastasse, a confermare i suoi timori c’è un altro particolare: in passato gli era già capitato di asservire qualcuno. Negli anni ’40, quando lui e Stefan si erano incontrati per la prima volta dopo la “riabilitazione” di quest’ultimo a opera di Lexi, Damon aveva trasformato una ragazza, Charlotte, che era diventata dipendente da lui al punto da assecondare alla lettera qualsiasi sua richiesta, rischiando di svelare la loro vera identità e di mettere a repentaglio la loro stessa sicurezza.
Durante il flashbak, assistiamo anche al tenero tentativo di Lexi di riportare Damon nella vita di Stefan. Questa scena appare molto ben costruita: ci troviamo davanti a uno Stefan timoroso e insicuro, che prova il discorso che farà al fratello. Lexi, invece, appare più ambigua. La ragazza, infatti, ascolta Stefan e Damon mentre progettano di partire insieme per una missione in Egitto ma, non appena si ritrova da sola con Damon, lo accusa di voler solo complicare la vita al fratello. La sua opinione è che Stefan, che si è appena liberato dalla sua insana sete di sangue umano, rischierebbe di perdere il suo fragile equilibrio accanto a Damon, che è per natura portato a eccedere. Non amando in modo particolare il personaggio di Lexi, ho trovato questa presa di posizione alquanto irrazionale e presuntuosa: un attimo prima vuole che Stefan e Damon rinsaldino il loro rapporto, indiscutibilmente forte e sincero, mentre l’istante successivo accusa Damon di essere addirittura un “elemento destabilizzante” per il fratello. Ancora una volta, Lexi si arroga il diritto di scegliere quale sia il bene di Stefan, pretendendo di conoscerlo meglio di Damon e, come se non bastasse, lascia intendere di essere in grado di amarlo più e meglio di quest’ultimo.
Sulle ali dei ricordi legati a Charlotte, Damon e Stefan decidono di partire per New Orleans alla ricerca della ragazza e di una un strega che, a quanto dice Damon, sarebbe in grado di spezzare sire bond. Rintracciare Charlotte si rivela più facile del previsto: la ragazza ha infatti trascorso gli ultimi cinquant’anni della sua vita a contare tutti i mattoni di un caseggiato, così come Damon – allora non del tutto consapevole del proprio ascendente – le aveva chiesto di fare prima di lasciare la città. Impietositi dalle condizioni della vampira innamorata, i fratelli Salvatore si mettono sulle tracce della strega con cui il ragazzo aveva parlato negli anni ’40, e ne trovano la nipote. La donna spiega però che l’unico modo indebolire un legame d’asservimento è un incantesimo oscuro chiamato espressione, una forma di magia pericolosa e vietata, poiché attinge alla parte più oscura dell’anima di chi la compie. Senza contare che, per portare a termine il rituale, è necessario il sacrificio di 12 esseri umani. Solo a questo punto, Damon ammette di aver tentato il sortilegio negli anni ’40, senza grandi risultati. Di fronte alla frustrazione – e alle minacce del vampiro – la strega suggerisce un’altra possibile strada: per spezzare il sire bond, il sire deve chiedere alla persona asservita di dimenticare i sentimenti che nutre nei suoi confronti e di andare avanti con la propria vita. Per questo, prima di tornare a casa e «fare ciò che è giusto per Elena», Damon decide di liberare anche Charlotte.
Stefan si dimostra comunque scettico riguardo all’altruismo del fratello e, senza troppi giri di parole, lo accusa di mettere sempre il proprio bene davanti a quello degli altri, Elena compresa. Solo allora, esasperato e ferito, Damon confessa che, se non è mai partito con lui per l’Egitto, è stato esclusivamente per non compromettere il suo completo recupero. Di fronte a questa ammissione, Stefan è ancora una volta costretto a porgere le sue scuse al fratello per averlo mal giudicato, e lo spettatore si trova a constatare con quanta leggerezza Stefan sia sempre pronto a condannare il comportamento di Damon. E se tra i due fratelli Salvatore quello con maggiore capacità d’amare fosse proprio colui che definisce se stesso un egoista?
Elena, intanto, si ritrova con Bonnie e Caroline per festeggiare un periodo di relativa tranquillità a casa Salvatore e, tra un balletto scherzoso e una bevuta, confessa alle ragazze di aver fatto sesso con Damon. Mentre Bonnie, pur non approvando, evita di attaccare apertamente l’amica, Caroline si lascia andare a una vera e propria scenata. La ragazza è talmente arrabbiata con Elena che le urla in faccia che quello che prova per Damon non è affetto, ma il semplice risultato dell’asservimento. Viene da chiedersi perché la giovane Caroline abbia preso tanto a cuore la crociata di salvare l’amica dal “bad boy”. La risposta più immediata è che si tratti di semplice transfert. Anche lei, in fondo, ha a che fare con due individui profondamente diversi: Tyler – un ragazzo che ha saputo crescere e maturare, diventando per lei un punto di riferimento stabile –, e Klaus, la cui oscurità esercita su di lei un indiscutibile fascino. Che l’aperta condanna nei confronti delle scelte di Elena non sia altro che un modo per rafforzare le proprie, vacillanti, convinzioni? Il suo atteggiamento, però, ha l’unico effetto di far infuriare l’amica al punto da spingerla a chiedere a lei e a Bonnie di andar via. Sfortunatamente, non appena si aprono le porte di casa Salvatore, sulla soglia appaiono Kim e Adrian, che rapiscono Caroline. Kim, un’ibrida da poco liberatasi dall’asservimento, dopo aver assistito alle atroci sofferenza cui Adrain è costretto a sottoporsi per spezzare il sire bond, decide di ribellarsi all’autorità di Tyler e di rapire Caroline per ritorsione.
Mentre Tyler ed Elena accorrono in suo soccorso, viene fuori la questione dell’asservimento, e l’ibrido assicura all’amica che quel tipo di legame non ha il potere di modificare i sentimenti, bensì di acuire emozioni già presenti. Durante il confronto con Kim per salvare la vita di Elena e Caroline, Tyler afferma la propria supremazia, imponendosi come alfa del gruppo di ibridi non asserviti. Curiosamente, i toni da lui usati e il suo aperto ricorso alle minacce finiscono per ricordare proprio il modus operandi del tanto odiato Klaus, nonché col negare il libero arbitrio promesso agli ibridi, che finiscono per passare dal controllo di un padrone a quello di un altro.
Ma le sorprese non sono finite. Veniamo infatti a sapere da Hayley che, per portare a termine il suo incantesimo, Shane necessita di 12 ibridi non asserviti, e che solo la loro morte potrà far sì che la giovane mannara possa mettersi in contatto con i genitori ormai defunti. Stiamo naturalmente parlando di qualcosa di grosso e di molto oscuro che i nostri eroi, ancora impegnati a cercare una cura per il vampirismo e un modo per annullare l’asservimento, sono ben lontani dall’immaginare.
La giornata è finita: Elena e Damon si ritrovano a casa Salvatore. Sono trascorse solo ventiquattro ore, ma tutto ciò che sembrava vero quella mattina, adesso non lo è più: Damon è determinato a chiedere alla donna che ama di vivere la sua vita indipendentemente da lui. La giovane non stenta a intuirne le intenzioni e, nonostante il vampiro continui a professare di essere un egoista, Elena sa bene che la sua scelta è dettata solo dai sentimenti e dal profondo rispetto che nutre per lei. Determinata a fargli cambiare idea, gli chiede di guardarle dentro e di domandarsi se ciò che lei sente di provare nei suoi confronti non sia, invece, assolutamente reale. Tanto basta a far vacillare Damon che, almeno per il momento, sceglie di continuare a crogiolarsi in un amore su cui aleggia ancora l’oscuro spettro dell’asservimento.