L’esordio letterario di Desy Giuffré ispirato al capolavoro di Emily Brontë.
Chi ama la letteratura romantica dell’Ottocento non può non ricordare Cime tempestose, il capolavoro di Emily Brontë sull’amore impossibile e fou di Cathy e Heathcliff, sullo sfondo delle brughiere dello Yorkshire — all’epoca sottovalutato — a differenza del più calmo Jane Eyre della sorella di Emily; e poi rivalutato come storia di passione assoluta anni dopo la morte prematura dell’autrice, stroncata dalla malattia senza aver vissuto nella vita vera una passione come quella che aveva raccontato nel suo capolavoro.
Giunge ora nelle librerie per Fazi un seguito spurio di Cime tempestose — anche se sarebbe meglio definirlo piuttosto un omaggio in chiave urban fantasy — scritto dall’autrice italiana Desy Giuffrè, grande amante della letteratura e delle sorelle Brontë in particolare, qui al suo debutto letterario dopo una vita di passione da lettrice.
Io sono Heathcliff si svolge nella Roma di oggi, dove la ricca e annoiata figlia di papà Elena Ray — che non riesce a trovare uno scopo della sua esistenza, malgrado abbia sulla carta tutto per essere felice — incontra o meglio si scontra con Damian Ludeschi, ragazzo difficile, cresciuto in mezzo alla criminalità organizzata. Tra i due nasce l’amore; complice anche un viaggio nello Yorkshire che Elena fa con i suoi genitori che, per cercare di salvare il loro matrimonio, vogliono riadattare un antico maniero, dove hanno vissuto Cathy ed Heathcliff. Il ricordo di quel passato e gli spiriti dei due infelici amanti influenzeranno la vita di Elena e Damian oggi, portandoli a fare altre scelte e ad arrivare — dopo varie peripezie — a fare quello che Cathy ed Heathcliff non erano riusciti a fare: vivere felici e contenti.
Chiaramente ci troviamo di fronte ad un romanzo pensato per un pubblico adolescenziale, dove si mescola una storia d’amore tra giovani con il ricordo di un passato che riemerge: ci sono non poche strizzate al genere paranormal (e finalmente sono fantasmi e non vampiri!), in quello che riprende i personaggi di Cime tempestose; dando loro la possibilità di trovare l’amore in un’altra vita, anche se Elena e Damian non sono la reincarnazione di Cathy e Heathcliff.
Interessante, comunque, anche il ritratto dell’alta borghesia italiana — romana in particolare — con il personaggio di Elena; decisamente poco simpatico in partenza, ma in realtà estremamente fragile, succube di compagne di scuola superficiali e incapace di trovare una sua strada tra mille passioni, anche valide, che non l’affascinano fino in fondo. Ben riuscito anche lo spaccato della vita delle associazioni criminali in cui si trova invischiato Damian, figlio di un pesce piccolo, costretto a fare gli interessi di potenti e insospettabili capi di cosche; finché non troverà il coraggio di ribellarsi.
Una storia comunque avvincente, forse un po’ scontata per i lettori più grandi e smaliziati, ma non per i giovanissimi a cui il libro è destinato, che magari respireranno un po’ della passione dell’autrice per Cime tempestose, libro che verrà loro voglia di leggere.
Questo non sarà comunque l’unico libro di Desy Giuffrè, classe 1985, spezzina ma siciliana d’adozione, che in questa storia tra passato e presente, tra l’oggi e il ieri, tra un mondo che faceva del romanticismo la sua ragione d’essere e un mondo che l’ha dimenticato, forse, ha messo tutta la sua passione per la scrittura, come racconta anche nel suo blog. Desy sta lavorando ad altri progetti, per ora top secret, non si sa se continuerà a percorrere la strada dell’urban fantasy o del paranormal o si butterà su altri filoni.
In ogni caso sono da aspettare le prossime prove dell’autrice, grazie anche alla politica di Fazi editore che, dopo aver tradotto Stephanie Meyer, ha deciso di dare spazio e voce alle autrici italiane del genere fantastico; mettendo alla luce dei talenti che niente hanno comunque da invidiare a quello di chi ha inventato l’universo di Twilight, che ha stabilito alcuni canoni per un genere che può comunque essere usato per raccontare anche storie molto diverse, sfruttando la versatilità del romanticismo unito al fantastico.