Once Upon a Time 1×21 “An Apple Red as Blood”

Episodio denso ed emotivo questo, che prelude al finale di stagione. E se l’eroe della fiaba scopre, a un certo punto, di non essere o di non voler essere tale?

La scena si apre con Regina ed Henry che cenano: il sindaco/mamma/strega/donna ferita ingurgita significativamente roba rossa, vagamente sanguinolenta, volta a caratterizzarla come una carnivora, come il cattivo della storia, ovvio.

Suonano alla porta: è Emma, con lo sguardo inquisitorio, poi… tutta la gente di Storybrooke, con il desiderio di vendetta scritto in faccia. Regina si trova coinvolta in un processo sommario: i personaggi delle fiabe hanno mangiato la foglia e vogliono fargliela pagare per aver rubato la loro felicità, il loro lieto fine. La legano al suo stesso albero di mele, ormai marce e morte, e stanno per giustiziarla, lo stesso Henry la accusa senza pietà ed ecco, proprio mentre la spada del Principe Azzurro nelle mani di Emma sta per tagliarle la testa, Regina si sveglia. Il sospiro di sollievo nel comprendere che era solo un sogno non è però tale da sollevarla dalla consapevolezza che il suo progetto sta per fallire ed Emma può toglierle tutto.

Avevamo lasciato Emma nel suo maggiolino giallo in fuga con Henry da tutto e da tutti, soprattutto dalle sue responsabilità. È suo figlio che la ferma, a rischio di un incidente: tutto quello che è importante, la sua famiglia, la sua missione è a Storybrooke, non si può fuggire. Questo ragazzino è il più assennato di tutto il paese. Ci siamo mai chiesti chi sia suo padre, a proposito? Chissà che questo elemento non affiori nella season finale.

Nel mondo delle fiabe intanto siamo tornati al momento in cui il re stava per giustiziare il Principe James, poiché questi si era rifiutato di sposare la figlia di re Mida, optando per il suo vero amore, Biancaneve. La ghigliottina (stranamente fuori tempo e luogo in questo mondo) sta per cascare sul collo dell’invitto prence, quando una magia trasforma la lama in acqua e un Charming fradicio assiste con stupore all’avvento della regina cattiva che “compra” la sua salvezza dal re. Lui le serve come esca per intrappolare Snow, una volta per tutte.

A Storybrooke intanto Regina verifica che davvero le sue preziose mele rosse stanno marcendo e va a chiedere spiegazioni a Mr Gold. È semplice: la maledizione sta svanendo e la causa è Emma. All’opzione offerta dall’antiquario, quella di lasciar partire Emma con Henry, il Sindaco rilancia la sua: uccidere Emma una volta per tutte, ma Gold le ricorda che quello è il modo di infrangere la maledizione definitivamente, lo sa perché è stato lui a concepirla così. E Tremotino, uno dei personaggi non immersi nell’oblio, non vede l’ora di partire e allontanarsi da Storybrooke. A questo punto Regina, dopo il rifiuto di Gold di rinegoziare l’accordo, decide di giocare sporco e convoca Jefferson, il Cappellaio matto.

Intanto Emma, dopo il suo fallito tentativo di fuga, torna a casa, trovando un’arrabbiatissima Mary Margaret, che la accusa di essere fuggita in modo ancor peggiore di quanto stava facendo lei stessa quando era accusata di omicidio, di starsi comportando da egoista con Henry e di star sostanzialmente regredendo a quella persona diffidente e senza speranza che lei era prima di arrivare a Storybrooke.

Nel mondo delle fiabe intanto Biancaneve mobilita i suoi amici, i Sette Nani, Cappuccetto Rosso e la Nonna per poter assalire il castello e liberare il Principe Azzurro. Snow, rassegnata, rivela a Red di conoscere il motivo per cui la Regina vuole annientarla: lei ha distrutto la sua felicità.

Quando a Storybrooke Jefferson arriva e vede il suo cappello da Cappellaio Matto, che Regina custodiva, le ricorda che in quel mondo non c’è magia e dunque il portale, che il cappello in realtà è, non può funzionare. Ma il nostro Sindaco ne sa una più del diavolo: c’è ancora un modo di trovare della magia residua; nel suo Sancta Sanctorum, al cimitero, lei conserva oggetti con quel tanto di magia da poter afferrare qualcosa, in un certo punto dello spazio e in un certo momento del tempo, dal mondo delle fiabe. Jefferson accetta perché vuole da Regina un nuovo inizio per lui e sua figlia Grace, senza memoria di tutto quel tempo vissuto lontani.

Intanto l’assalto al castello da parte di Biancaneve, i Sette Nani & Co. va avanti anche grazie all’aiuto dell’attacco aereo delle fate – la resa della battaglia è parsa un po’ ingenua, bisogna ammettere – ma quando Snow arriva alla cella dove il principe è rinchiuso… bisogna aggiungere un punto sul pallottoliere della Regina cattiva. È solo uno specchio dove rimane solo la sua immagine, ma lui è altrove, e i due piangendo riconoscono che sembrano destinati a non incontrarsi mai. L’immagine di Regina rimpiazza quella di un Charming desolato e invita Biancaneve a un incontro là dove lei ha distrutto la sua felicità: nella stalla, luogo dove Daniel, l’amore della sua vita, è stato ucciso dalla perfida madre di Regina (Snow lo apprende solo ora) e dove, più in là, sulla collina, rimane la sua tomba.

Qui, in cambio della salvezza del Principe, Biancaneve accetta di mordere la mela che la Regina le porge, pur sapendo che sarà la sua fine: sarà intrappolata nel suo corpo a rimpiangere i suoi errori. La ragazza morde il frutto rosso sangue e cade addormentata, mentre la mela rotola, rotola… fino in un buco dello spazio tempo generato dal Cappello magico e Jefferson la afferra per porgerla a una trionfante Regina.

Ecco la soluzione! La bella mela avvelenata diventerà un ottimo strudel che il sindaco diligentemente cucina, e regala a Emma, venuta a chiedere una tregua che le consenta di vedere Henry ogni tanto, anche una volta che lei sarà andata via da Storybrooke. È giunta a questa conclusione dopo aver parlato con Archie/Grillo Parlante che le ha confermato che il conflitto fra le due donne danneggia l’equilibrio del bambino.

Il piccolo nel frattempo aveva provato a cercare aiuto per convincere Emma a credere alla magia e al suo ruolo nella storia, ricorrendo ancora una volta ad August, ma questi, che ormai sta ritornando inesorabilmente al suo stato di burattino di legno, dichiara che non c’è più nulla che lui possa fare. Henry, vedendo la gamba e il braccio dell’uomo trasformati in legno, accoglie trionfante la conferma che quello che lui pensava è tutto vero, ma capisce che più nessun adulto sembra disposto ad aiutarlo. August/Pinocchio desidera soltanto passare l’ultimo tempo che gli rimane insieme a suo padre Marco/Geppetto.

Regina intanto non si accontenta della soluzione di allontanare Emma. La mela avvelenata non la ucciderà, preservando così la maledizione, ma la terrà lontana Henry e dalla gente delle fiabe. Nel mondo delle fiabe, attorno a Snow accorrono i suoi amici che la credono morta, mentre James, il Principe, langue prigioniero.

Regina si reca esultante da Gold che le ricorda però che ogni magia ha un prezzo. Intanto Emma chiama Henry per comunicargli la sua decisione di partire e di tornare ogni tanto a vederlo. Quando il bambino però vede il dolce di mele che Regina aveva destinato a Emma capisce che è un trucco della Regina cattiva per avvelenarla e, per dimostrare all’incredula Emma che tutto quello che concerne la maledizione è vero, lo mangia. Poco dopo cade a terra tramortito.

Anche in questo episodio, particolarmente ricco di sviluppi e di tasselli che vanno al loro posto, il cliffhanger finale ci lascia con il fiato sospeso. Crederà Emma ora al suo destino e sarà l’eroe di cui tutti hanno bisogno?

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