L’intervista: Margaret Gaiottina

Il romance ce l’ha nel cuore. Margaret Gaiottina che con la sua “Donna di Cristallo” ha “accantonato”, almeno per il momento, i vampiri per addentrarsi nel campo dello spiritismo e di non morti molto speciali. Ma, afferma Margaret: “Ethan Rochester avrà sempre un posto nel mio cuore”.

Un romanzo che rappresenta una tappa importante nell’excursus di Margaret Gaiottina, che tra Ade, sedute spiritiche e la caccia alla coppa dell’immortalità, resta sempre con la penna e il cuore rivolta al romance.

Quattro chiacchiere con Margaret Gaiottina... e la sua donna di cristallo!

Amore prima di tutto. Margaret Gaiottina, autrice di Un Nido di Terra per la Donna di Cristallo, tra le fondatrici della mitica “Bloody Roses Secret Society” con all’attivo alcuni romance sovrannaturali – La sedicesima notte, L’Alba della Chimera – mette questo sentimento sempre e comunque al centro delle sue storie. Una scrittrice a tutto romance, che mira ad arricchire i propri lavori di nuovi elementi. Intanto, però, si concede un momento di pausa, da cui uscire rigenerata per mettersi al lavoro. Ma la sua mente fervida, “sta già lavorando”. Quella, lo ammette anche lei, non si ferma mai sul fronte storie!

1. Margaret, chi è la “donna di cristallo”?

Dorinda è una persona delusa dalla vita e dagli affetti, che non ha più fiducia negli uomini, tradita dall’amore a tal punto da diventare dura e algida come un cristallo. Anche nell’aspetto fisico, nei suoi colori, dall’incarnato agli occhi, c’è sempre il richiamo alla purezza e alla trasparenza del cristallo.

2. Dai vampiri ai morti che ritornano. Com’è nata l’idea di costruire il romanzo su personaggi di questo tipo, che si distaccano dal classico zombie?

Per me era arrivato il momento di scrivere di un personaggio sovrannaturale che non fosse un vampiro. Per carità, senza nulla togliere alla categoria e non è detto che non ci ritorni sopra! La verità è che non potevo rinunciare all’elemento straordinario, quello che ci fa sognare uomini diversi perché “super”, un passo più avanti proprio per la loro natura.

3. Questi morti tornati in vita provengono dall’Ade e sono di diverse tipologie. Hai attinto da qualche idea in particolare la suddivisione in questione?

Bisognava distinguere i buoni dai cattivi, innanzitutto, e anche se sembra un’immane banalità era assolutamente necessario ritagliare all’interno di queste due macro categorie i vari calibri, la portata di ogni personaggio, quanto avrebbe influito nel bene o nel male nella dinamica del romanzo.

4. Morti che tornano “in carne ed ossa”, ma anche spiriti e spettri. I primi sono buoni, i secondi cattivi. Da cosa nasce questa “ripartizione”? Il confine tra bene o male è netto nel tuo romanzo o ha delle sfumature?

Direi che il Male è ben individuabile e presente in modo molto incisivo e allo stesso modo il Bene. Non ci sono personaggi che stanno in “zone grigie”. Ma d’altra parte tutto ciò è in linea con il mio carattere.

La sedicesima notte, lavoro romance-vampiresco di Margaret

5. Il Bene e il Male sono forze che si scontrano e che ordiscono trame che muovono anche i destini degli umani e dei non morti… L’amore che sboccia tra Dorinda e Byron sembra fare parte di queste trame, o c’è una componente di casualità “umana”?

La storia d’amore è in parte frutto del destino, in parte voluta. Infatti, nonostante le premesse, è solo grazie ad una libera scelta che Byron decide di rischiare la sua vita all’inizio e la seconda morte alla fine.

6. Siamo di fronte a un amore impossibile: consumarlo significherebbe per i due protagonisti violare una legge che porterebbe uno dei due alla morte. Per Icy e Byron è una tortura e, cosa insolita, è Icy quella che sembra sopportare meno la possibilità di unirsi al suo amato, quando nella tradizione troviamo l’uomo “più incontinente”. Si tratta in realtà di un modo diverso di mascherare il desiderio, o hai voluto rovesciare qualcosa che in effetti va vista come un’idea radicata, discutibile, nella gestione degli impulsi sessuali?

A dire il vero ho cercato di osservare le emozioni e gli avvenimenti dal punto di vista femminile e descrivere quelli che sarebbero stati i desideri di tutte le donne se avessero avuto un Byron a portata di mano! E poi, a parte gli scherzi, credo che sia una leggenda metropolitana il fatto che gli uomini siano più intraprendenti delle donne dal punto di vista sessuale e amoroso, o meglio, forse, è uno spettro legato al passato. Ora le donne sono molto più decise da questo punto di vista, quasi opportunamente aggressive direi.

7. Oltre a Icy e Byron, abbiamo anche un’altra coppia, umana, ma altrettanto bizzarra: Anita e l’Ispettore Isacco Gatto. Due persone all’opposto, una è una spiritista, l’altro uno razionale, legato a schemi scientifici, che verrà travolto dalla magia. La loro unione ha un particolare significato nella storia?

Sono convinta che per andare molto d’accordo occorra essere dissimili. E’ una mia personale teoria alla quale ho dato corpo con la storia tra Anita e Isacco, facendo incontrare il trionfo della razionalità con il massimo dell’eccentricità. E poi l’ho testata in prima persona sposando la persona più differente da me che esista sulla faccia della Terra!

8. La scelta di ambientare la vicenda a Roma nasce da ragioni “spirituali”, o anche per il fatto che è la tua città di nascita e residenza?

Sì, Roma, la mia Roma mi è senza dubbio congeniale come sfondo e ambientazione. D’altra parte, ho imparato scrivendo che è sempre meglio muoversi su terreni che si conoscono e che si possono descrivere al meglio. La formula migliore è l’ esperienza diretta, ma oggi va benissimo anche una ricerca fatta via web, se la si sa fare bene.

9. La scelta di rappresentare un luogo come Ade è abbastanza particolare. In che modo hai voluto ricostruire questo aldilà?

Mi sono ispirata alla versione romanzata delle vita di Alessandro scritta da diversi autori nell’antichità, una sorta di ciclo bretone antelitteram (Il romanzo di Alessandro a cura di Monica Centanni). Bene, interessantissimo è il passo in cui Alessandro arriva nel paese dei ghimnosofisti, ovvero in India, e qui va in cerca di un oracolo presso l’albero del sole e della luna che predicono la sua morte. Quella scena bellissima, unita al mito orfico della fonte di Mnemosine si è mescolato nella mia mente come in un sogno.

10. Da cosa/chi prende ispirazione il tuo romanzo?

Dall’esigenza di scrivere d’amore, sempre. Si sarà capito che le parti che prediligo e che scrivo molto più volentieri sono appunto quelle romantiche. Quindi l’ispirazione è la storia d’amore, ciò che mi guida, che è il nocciolo e poi parallelamente viene tutto il resto ad avvolgerla come un bozzolo.

L'alba della chimera, di Margaret, anche questo edito da MammaEditori

11. Per quanto riguarda lo stile e la tua scrittura: quali sono i tuoi autori/le tue autrici di riferimento?

Non saprei. A dirla tutta ho degli autori preferiti ma sono quelli che prediligo come lettore. Per i miei libri cerco di crearmi uno stile mio. Nonostante ciò ho un debole per il ritmo schietto e diretto della Ward, anche se a mio avviso le trame dei suoi libri risultano inferiori rispetto allo spessore dei suoi personaggi. Mi piace molto Ken Follet, anche se non può essere un riferimento, lui è molto concentrato sull’ azione e poi ha questo pallino della guerra, molto maschile.

12. Rispetto ai precedenti romanzi, che cosa hai voluto fare e cosa non hai voluto fare?

Ho voluto dare più corpo e struttura alla storia. Mentre nei libri precedenti mi facevo guidare più dall’istinto, ora ho imparato la pianificazione degli eventi e i vantaggi che ne derivano. Anche se ammetto che Ethan Rochester, così selvaggio e impetuoso, avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

13. Hai già qualche progetto in cantiere, qualcosa su cui ci puoi dare anticipazioni?

Per il momento mi prenderò un periodo di giusto riposo, almeno fisico, per ricaricarmi di energie. Ma la mente lavora sempre e volente o nolente, il pensiero è sempre lì, ad adunare nuova storia.

14. C’è un genere che vorresti affrontare?

Non vorrei lasciare il romance. Magari sarebbe interessante arricchirlo di altri elementi, questo sì.

15. Cosa vorresti dire a chi legge letteratura fantastica? E a chi la scrive e/o la vorrebbe scrivere per pubblicarlo?

A chi legge fantasy romance direi che per il momento l’offerta sembra essere molto ampia. Dimostriamo noi lettrici che non basta dare un po’ di sesso per fare un buon romanzo, ma che deve esserci una buona struttura dietro, dimostriamolo con i nostri commenti. E a chi vuole pubblicare, dico che bisogna essere bravi e fortunati, non sempre nella stessa misura. Il mantra è non demordere ovviamente, e questo non è assolutamente un modo di dire.

Un abbraccio a tutti i miei lettori , un grazie particolare a Roberta che mi ha ospitata e mi ha dato l’occasione per dire qualcosa in più di me!”
Margaret

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.
  • RSS
  • Facebook