Un nuovo caso per la detective Davidson, alias l’angelo della morte, alle prese anche con la ricerca del corpo mortale dell’amato Reyes, il figlio di Satana. Entrambi sono chiavi di accesso per altri mondi. Ed entrambi sono coinvolti in un turbine di eventi che lasceranno il lettore davvero “senza fiato”.
Nel secondo capitolo della saga de La cacciatrice di anime, Darynda Jones gioca con un ritmo narrativo febbrile e in crescendo, in un continuum di eventi costellati da fughe, inseguimenti, rivelazioni tanto improvvise quanto inaspettate, condite, come nel primo libro, da spruzzate di erotismo e di brillante ironia.
Il fascino del male si apre laddove abbiamo lasciato i protagonisti del primo
capitolo della saga creata dalla Jones. Reyes, in fin di vita, si stacca dall’ “involucro mortale” per sfuggire alla persecuzione dei demoni che intendono rapire Charley Davidson, la detective con cui ha un legame forte e appassionato; la quale è al contempo alle prese con il caso di Mimi Jacobs, scomparsa in circostanze non chiare. La protagonista si impegna quindi in una duplice ricerca, in cui si intrecciano altri casi “minori” di morti in attesa di passare nell’al di là, tramite Charley. Mentre la protagonista, affiancata dall’amica e collaboratrice Cookie, svolge le indagini, scopre di essere pedinata; contemporaneamente una catena di misteriose morti, conduce la Davidson verso la risoluzione del caso, con un sorprendente corollario creato da un episodio torbido del passato tenuto nascosto per anni. Più complessa è la ricerca di Reyes, che, in forma non materiale le si palesa, cercando di impedirle il ritrovamento del suo corpo.
Non si può dire che Darynda Jones manchi di idee, anzi: questo romanzo ne è la piena conferma. Notevole è come la scrittrice, grazie a un mestiere robusto e sapiente, riesca a intrecciare così tanti eventi, in un continuo avvicendamento di azioni, senza perdere il filo della narrazione. Il lavoro rispetta i canoni del thriller supernatural con elementi romance e spruzzate di ironia e trovate originali e personali. Perché se è vero che l’azione predomina, è altrettanto vero che non mancano le situazioni divertenti e stranianti, presenti anche nel precedente. A volte il lettore può trovarsi “sbalestrato” rispetto ad alcuni dialoghi. Ma la ripresa è immediata. Indubbiamente non è facile presentarsi con un secondo capitolo, dopo un primo scritto “sul filo del rasoio”, senza rischiare cadute di tono. Certo, a volte il ritorno al passato, reiterato più volte suona come ridondante. Ma la Jones, è riuscita nella non facile “operazione” di “work-in progress”.
Lo zio Bob, Warren, la famiglia Davidson, Neil Gossett – direttore della prigione di Stato –, Garrett – ex di Charley – Rocket, “la Bambina Demoniaca”, Angel. Tutti i personaggi presenti ne La cacciatrice di anime tornano insieme ai nuovi personaggi connessi ai casi seguiti dalla protagonista. Tornano quindi vicende del passato, già raccontate nel primo capitolo e qua riassunte brevemente, per rammentare passaggi chiave a chi ha letto il precedente e per consentire a “nuovi lettori”, di orientarsi rispetto a situazioni che altrimenti non sarebbero comprensibili, se non con un aggancio al primo capitolo. Tornano anche i difficili rapporti famigliari di Charley, alle prese con una matrigna cui non ha rapporti idilliaci e con la sorella, Gemma, che, verso la fine, a bruciapelo la aiuterà, smentendo idee radicate sul loro rapporto. Ma, soprattutto, si apre un nuovo caso che s’intreccia con la caccia a Reyes, che Charley intende salvare, mentre forze oscure tramano per accedere nell’aldilà.
Inferno e Paradiso, Angelo e Demone. La componente “supernatural” nella saga della Jones si fonda su queste contrapposizioni, in questi anni particolarmente in voga, grazie all’exploit del filone “angelico”. L’elemento esoterico non diventa oggetto di disquisizione; piuttosto, anche una volta, tutto si pone nel contesto della lotta tra Bene e Male, in una distinzione manicheistica, che, tuttavia, crea eccezioni. Il riferimento è ovviamente ai due protagonisti. Reyes è il figlio di Satana, ma non è il classico “diavolo”, se non nella rappresentazione fisica. È bellissimo e di una sensualità pericolosa, che conduce alla perdizione. Reyes è la tentazione irresistibile, più del serpente. Ma è anche colui che è legato a Charley da un sentimento forte, oltre la componente erotica. E, rispetto a diversi romanzi del genere fantastico, questo amore, difficile e ricco di “luci e ombra”, caratterizzato da una battaglia tra i due innamorati, non è così impossibile, rispetto ad altri. Inoltre, rispetto ad altre vicende, i protagonisti non sono più un essere umano e uno sovrannaturale, ma due creature con doti incredibili, entrambi “vestiti” da un corpo mortale.
Reyes, figlio di Satana, un passato atroce alle spalle. Charley, l’angelo della morte, che consente ai defunti di accedere al Paradiso. Sono due personaggi antitetici. Il primo ha alle spalle un’infanzia segnata dagli abusi del padre, ed è un criminale. È un personaggio affascinante, irascibile, misterioso e pericoloso. Charley, invece, pur avendo doti speciali fin dalla più tenera età, è una detective insolita. Un po’ nerd, pasticciona, più vicina a una Bridget Jones, o alla Betsy di Mary Janice Davidson, piuttosto che un’eroina tragica, una Medea o un’Arianna, dilaniate da un intimo dolore o a un’eroina più femme-fatale come la Cat della Frost; un angelo della morte senza ali che viene privato della propria solennità, per calarsi nei panni di una giovane donna, che malgrado tutto, riesce a sempre a cavarsela.
Il fascino del male è anche thriller da cui non sono esclusi intrighi basati su umanissimi giochi di potere. Nella vicenda della scomparsa di Mimi Jacobs è implicato anche un politico atipico, rispetto a quelli rappresentati in altri romanzi del genere, spesso orditori di trame. In questo caso, il personaggio è manipolato da altre persone e intende rivelare scheletri nell’armadio, a costo anche di dover rinunciare alla carica cui mira. Ma accanto a questa figura abbiamo quella di strani figuri che pedinano Charley e con cui si trova a dover combattere. Persone che entrano nel suo appartamento, in una situazione straniante, quasi assurda se si considera la reazione quasi tranquilla della protagonista. Non mancano nemmeno sparatorie, inseguimenti, minacce, e un paio di momenti in cui Charley rischia la vita. E resta il quesito: cosa succede se muore l’angelo della morte? E altra domanda: chi è Mistress Marigold, che aspetta notizie proprio dall’angelo della morte?
Per avere queste risposte occorre attendere l’uscita del terz libro, già edito in lingua originale con il titolo di Third Grave Dead Ahead. E a proposito di risposte a domande, proprio questo è un altro merito della Jones: la capacità di creare attesa, introducendo elementi che verranno risolti solo nel lavoro successivo, intrecciando una situazione nata nel precedente romanzo a quelle create “ex novo”. Il rischio di dispersione è forte, se l’autrice non ha una tempra narrativa solida, che le consente di riannodare agilmente i fili. Ma la Jones, in una scrittura dal ritmo forte, “molto cinematografica” e mai pesante/pedante. Si diceva delle citazioni di momenti del passato, per far orientare i lettori, ma che, per chi conosce bene la vicenda, rischia di creare un effetto di ridondanza. Ma tale scelta narrativa nasce dalla possibilità data dall’autrice di poter leggere i libri separatamente, lanciando esche che non possono non incuriosire e invogliare il lettore a proseguire nel percorso, alla scoperta della saga della Jones.
Una vita dedicata alla scrittura, coltivata fin dall’età di cinque anni. Dopo aver scritto diverse sceneggiature per bambini del vicinato e, da adolescente, aver dato vita a un universo fantascientifico di grande forza, Darynda ha proseguito sulla via che l’ha portata al primo traguardo: La cacciatrice di anime ha infatti vinto il Golden Heart come Miglior romanzo paranormal del 2009, che anche in Italia ha riscosso un ottimo successo di pubblico. La seduzione del male è il secondo capitolo della saga dedicata a Charley Davidson.