The Vampire Diaries 3×18: Bloodline Mortale

The Vampire Diaries dimentica i momenti drammatici e interpersonali, per tornare ad una storia dai risvolti inaspettati.

Ancora una volta in questa stagione dall’andamento pericolosamente altalenante, la famiglia degli Originari appare come il burattinaio che tira i fili delle vicende principali. Stavolta partendo proprio dalla creazione della razza vampirica. 

 

Abbiamo lasciato i nostri vampiri  buoni con un bel pezzetto di quercia bianca con cui fabbricare armi per porre fine alla vita dei pericolosi Originari, soprattutto del più forte: l’ibrido vampiro Klaus (Joseph Morgan). Da bravi falegnami per tradizione, Stefan (Paul Wesley) e Damon (Ian Somerhalder) intagliano 12 paletti mortali e si radunano nel bosco coi loro compagni (Caroline, Elena e Matt) per pianificare l’agguato che segnerà la fine della famiglia degli Originari. Se riusciranno a ucciderne solamente uno, gli altri moriranno per effetto dell’incantesimo legante della loro madre. Intanto Klaus, lontano da Mystic Falls da un paio di giorni, è riuscito a rintracciare il ribelle Finn (Caspar Zafer). Riportandolo a casa, lo costringe a collaborare con lui e Rebekah, regalandogli una semplice ragione di vita: l’amore. Klaus e Rebakah (Claire Holt), infatti, avevano precedentemente contattano Sage (Cassidy Freeman) per convincere Finn a collaborare con il piano dell’ibrido: usare il loro sangue ed i poteri di una strega per spezzare il legame tra fratelli. Questo adesso è il nuovo obiettivo di Klaus, che come sappiamo detesta sentirsi debole, in special modo se la debolezza deriva dalla dipendenza da un’altra persona.

Serve una strega, giusto? La nostra Bonnie (Kat Graham) viene rapita, minacciata e obbligata a collaborare. Con la logica del semplicissimo “fare del male alle persone che lei ama”, Klaus convince la giovane strega a collaborare. E per essere ancora più convincente le mostra Kol intento a osservare, amorevolmente, il piccolo Jeremy, verso cui Bonnie si sente ancora molto protettiva. Rebakah, ancora contrariata per l’affronto subito dall’affascinante Damon, non si lascia sfuggire l’occasione per vendicarsi: lo rapisce per divertirsi a torturarlo a suo piacimento. Gli ingredienti di questo connubio? Una stanza spaziosa e luminosa, due tagliole per animali, Klaus a dare consigli e la sua ardente sete di vendetta per l’umiliazione subita. La prima regola: depurare il sangue di Damon dalla verbena per propiziare il soggiogamento. Seconda regola: indurre al povero condannato una visione romantica, una sorta di ultimo regalo prima di ulteriori sofferenze.  Naturalmente Damon immagina ad induzione una coraggiosa Elena (Nina Dobrev) che si precipita a salvargli la vita e che per aiutarlo a riprendersi gli fa bere volontariamente il suo sangue. Quest’intimo scambio diventa per Damon una conferma dei sentimenti della ragazza per lui… ma mentre i due stanno per baciarsi, Rebekah interrompe la visione. 
Nonostante sia provato dalle ferite, Damon non esita a chiedere a Rebekah il motivo di tanta frustrazione, e alla fine capisce che la bellissima e potentissima vampira millenaria altri non è rimasta che una ragazzina cresciuta senza madre, in mezzo ad una guerra di potere perpetuata dai suoi fratelli maggiori. Ancora una volta viene messa in luce la bipolarità dei vampiri Originari, il loro doppio volto: uno eterno e spaventoso, il retaggio della famiglia originaria, e l’altro vulnerabile, generato da millenni di sofferenze e solitudine schiacciante. Il loro vissuto millenario, dipinto a pennellate rosso sangue, ha cancellato dalle loro menti quel quid che determina lo scopo di ogni esistenza: la condivisione di emozioni. Stefan (Paul Wesley) ed Elena naturalmente vengono a sapere che Damon si trova nella mani di Rebekah, ma la loro reazione è opposta. Stefan sfoggia una facciata di freddezza e determinazione nel voler portare a compimento la missione, mentre Elena – preoccupata per la sorte di Damon – mette a rischio inizialmente la riuscita del piano. È evidente la differenza di meccanismi mentali: Stefan mantiene in primo piano la riuscita della missione, sapendo bene che Damon lo preferirebbe, mentre Elena, da essere umano, si fa (quasi) travolgere dalle emozioni e dai suoi sentimenti per Damon, sempre più difficili da mascherare. Alla fine è la razionalità risoluta di Stefan ad avere la meglio e il povero Finn, dopo un paio di tequila con l’amore della sua vita, viene ucciso da Matt (Zach Roerig).

Nel frattempo Bonnie è riuscita ad invertire l’incantesimo di Esther, e Klaus e Rebakah (oltre agli altri fratelli Originari) sono salvi. Una nota di merito alle armi del ricatto psicologico così ben utilizzate da Klaus: dopo aver convinto Bonnie ad aiutarlo, minacciando le persone che lei ama e che si mostrano più indifese, la accompagna alla porta facendola passare volutamente davanti alla stanza dove Damon è ancora appeso agonizzante, con il chiaro intento di metterla davanti alla possibilità di aiutarlo. Possibilità che Bonnie non accetta, con grande divertimento di Klaus che ancora una volta utilizza le debolezze altrui per apparire più temibile. Bonnie avrebbe certamente potuto aiutarlo, ma salvandolo avrebbe annullato la gravità di quello che Damon ha portato via a sua madre, la vita. Per la prima volta (dall’inizio della serie?) è stata data importanza all’orrore di essere trasformati. Aiutando Damon, Bonnie avrebbe implicitamente giustificato le sue azioni e la morale della giovane strega non poteva permetterlo. Allo stesso tempo, però, conosce il profondo legame tra Elena e il vampiro e, prima di piangere sfogandosi per la disperazione e per l’orrore che sembrano non lasciarla mai, avvisa Elena che l’incantesimo è stato spezzato e che Damon è in pericolo.

E si arriva, così, al confronto probabilmente più importante dell’episodio. L’ennesimo scontro tra Stefan e Klaus. Entrambi si odiano: Stefan incolpa Klaus di avergli portato via la vita che era dolorosamente riuscito a costruire, e Klaus incolpa Stefan di non aver voluto tornare ad essere il ragazzo a cui lui si era così profondamente legato. L’affetto di Klaus per Stefan appare sincero e, anche se i due hanno cercato spesso di farsi del male, non accenna a mutare. Come abbiamo imparato da tempo, però, il modo in cui il nostro ibrido Originario dimostra il suo amore è alquanto personale e discutibile. Klaus si è reso perfettamente conto che Stefan, dopo aver compiuto insieme a lui tutte quelle malefatte imperdonabili, non si è dedicato ad odiare sé stesso (magari anche pensando di uccidersi), ma si è concentrato solamente sull’odio per lui. E questo gli ha salvato la vita. Quando Klaus dice: “Dovresti ringraziarmi per averti dato una ragione di vita”, l’amara verità è che sia Stefan che Klaus ne avevano bisogno. Ancora una volta Klaus, che si è sempre dichiarato completamente al di sopra dal provare le deboli emozioni umane, si dimostra un ottimo osservatore delle proprie emozioni, che tanto disprezza. Klaus viene così a conoscenza dell’esistenza dei paletti di quercia bianca che potrebbero porre fine alla loro vita, e minaccia Stefan di uccidere Damon se non glieli porterà tutti. Ma Rebakah, ad un certo punto, accenna una piccola reazione al fratello: libera Damon e lo allontana con Stefan. 

Analizziamo le diverse reazioni di Rebekah e Klaus alla notizia della morte di Finn. Rebekah ne appare sinceramente rammaricata, mentre Klaus si isola nella solita sprezzante ironia, anzi accusa Rebekah di iniziare a provare interesse per la vita dei Salvatore. La ragazza gli risponde che nonostante spesso si facciano del male a vicenda, Stefan e Damon morirebbero l’uno per l’altro; mentre lui in mille anni non ha fatto altro che separare e mettere in difficoltà la loro famiglia. Klaus le risponde che la famiglia che lui voleva, lo ha sempre rifiutato. In verità, non sono sicura che Becks sia tanto affezionata ai fratelli Salvatore. Infatti, immagino che avrebbe solo voluto che Klaus le dicesse che avrebbe anche lui rischiato la vita per lei. Lascia comunque sorpresi questa moralità improvvisa di Rebakah: fino ad un attimo prima stava torturando Damon, mentre adesso accusa Klaus di non tenere abbastanza a lei, dimostrando ancora una volta, la disfunzionalità morale del loro modo di pensare. 
Sia Klaus che Rebekah, in verità, non sanno né esprimere un vero e proprio dolore per la morte di Finn, né ancor meno sanno comportarsi come una famiglia: non lo sono più da troppo tempo forse? Klaus appare per la prima sconvolto: la morte di Finn lo induce ad esprimere il desiderio di andarsene dalla città, portando con sé Elena, e di fronte ad una Rebekah che desiderava di nuovo solo parole d’affetto, si chiude in sé stesso dicendole che se lei non sarà la sua famiglia, se ne creerà un’altra composta da ibridi. In questa scena Rebekah non riesce a dire al fratello che avrebbe solo bisogno di un po’ d’affetto, mentre Klaus cerca di nuovo di sostituire l’affetto che gli è sempre mancato con qualcosa di innaturale e di indotto con la forza. Anziché cercare nel suo comportamento gli errori da correggere, li imputa agli altri: dopo averlo conosciuto meglio durante questa stagione, possiamo dire che sia questa la più grande debolezza del nostro cattivo ragazzo.

Ancora due momenti importantissimi, il primo riguardante Stefan. Il ragazzo appare quasi sollevato dopo lo scontro con Klaus: le parole dell’ibrido gli hanno aperto gli occhi, e adesso che anche lui ha accettato quello che è successo alla sua vita può finalmente ricominciare. Purtroppo però, durante questo suo viaggio all’inferno, si rende conto di aver perso l’unica cosa che gli aveva sempre impedito di arrendersi. L’amore di Elena. La ragazza tenta di rassicurarlo dicendogli che non ha mai smesso di amarlo, ma Stefan conosce la verità: ormai Elena è innamorata anche di Damon, e da sentimenti di quell’intensità non si può tornare indietro. 

La morte di Finn non ha segnato la fine della famiglia degli Originari, ma ha portato a galla una terribile verità: la vita di Sage (che ricordiamo creata da Finn stesso) è finita pochi attimi dopo la morte del suo amato. Questo perché la morte di uno dei vampiri Originari provoca la morte immediata di tutti i vampiri creati successivamente dalla loro linea di sangue. Adesso l’uccisione di Klaus si tinge di complessità: non solo Stefan, Damon e Caroline discendono dallo stesso ceppo di sangue Originario (di cui ancora non si conosce la provenienza) ma tra le file dei buoni c’è almeno un vampiro il cui creatore non è un mistero: Tyler. Come se non bastassero tutti questi nuovi dilemmi, l’ultimo paletto che Klaus vuole, quello in possesso di Alaric, è sparito: l’alter ego di Ric, che odia i vampiri visceralmente, è adesso in possesso dell’unica arma che potrebbe sterminarne una generazione, in cui i nostri eroi sono compresi.
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