Nello scenario della Terra post- terremoto 2012, molti anni dopo, Shayl’n Til Lech viene rapita dalle Tigri Bianche, creature in lotta contro i Lupi. Da lì cominciano le sue rocambolesche avventure e un grande amore ostacolato dagli eventi e dal “dna”.
Una gita tranquilla si trasforma in una serie di funamboliche vicende per la giovane Shayl’n, orfana dalla nascita, che si trova catapultata in vari luoghi di Nuova Terra.
Nell’arco di due anni la protagonista dalle origini ignote viene sballottata dalle forze del destino e di un amore che la spinge a lottare per la soluzione pacifica di un conflitto apparentemente insanabile. Un amore che dal personale diventa l’espressione di un anelito alla pace.
Sono passati ormai molti anni da quando un terremoto di proporzioni
mastodontiche ha colpito la Terra nel 2012 (data non casuale, legata alle profezie che mettono tale termine per la fine del mondo), portando distruzione e sconvolgendone l’assetto. Ora il pianeta si chiama Nuova Terra ed è popolato da tre razze: gli Umani, che hanno mantenuto intatte le loro caratteristiche, le Tigri Bianche (Touck) e i Lupi Grigi (Bamiy). Queste ultime due razze, in lotta tra di loro, sono il prodotto di mutamenti genetici realizzati in laboratorio. Hanno forma umana, ma assumono quella animale che è loro congeniale e hanno, tra i loro tratti, peculiarità legate a sensi acuiti e una forza superiore a quella dei “comuni mortali”. Mentre gli scontri proseguono senza tregua, Shayl’n Til Lech, in gita con gli altri orfani ospiti dalla creche di Roma in cui è cresciuta, viene rapita dal gruppo di Tigri capeggiate da Ahilan Dahaljer Aadre. Separata dai piccoli amici, prigioniera di creature contro cui pone tutta la sua resistenza con coraggio e una certa imprudenza, la giovane scopre in seguito di avere origini “reali” e di essere un ibrido che raccoglie in sé i tre corredi genetici di Nuova Terra. Da lei, quindi, dipende il destino della risoluzione di un conflitto che sembra insanabile.
Una giovane alla scoperta delle proprie radici, con tutte le conseguenze annesse. Shayl’n è una ragazza di diciannove anni, diversa per alcuni tratti fisici che la contraddistinguono; è anche impulsiva, tratto del carattere che le reca non pochi problemi, ma che le consente di affrontare le difficoltà che le si pongono di volta in volta con ardimento. A partire dal rapimento, nell’arco di due anni, è protagonista di diverse vicissitudini, che la fanno crescere. Ma soprattutto vive la separazione da Dahaljer, la Tigre Bianca di cui si innamora, ricambiata. Nel personaggio di Shayl’n si realizza quanto postulato per il romanzo di formazione, nella tradizione letteraria appannaggio di personaggi maschili. La ragazza, infatti, compie un viaggio a più tappe, che le consentono di crescere e di prendere consapevolezza di sé. È anche una donna, che vive ancora sulla propria pelle i pregiudizi che ancora serpeggiano tra gli uomini, ma a cui non si piega. Ma è anche una donna innamorata. Un amore fortemente contrastato e non stereotipato.
Un romanzo di formazione, d’amore, ma anche di avventura. Shayl’n è la chiave di volta nel conflitto tra due razze, in cui oltre a scontri molto violenti, deve fare i conti con strategie crudeli. Tra patti infranti, tradimenti, la giovane deve aguzzare l’ingegno per sfuggire alle situazioni in cui si trova coinvolta di volta in volta, oppure si deve adattare, non senza fare appello alle risorse che ha. In questo consiste la sua crescita: nella capacità di svolgere al meglio il proprio ruolo, essendo “la donna del destino”, quella che in altri romanzi e opere cinematografiche è la cosiddetta “predestinata”. Nella vicenda della guerra, l’autrice inserisce il riferimento – citato con forte e commossa partecipazione – a un evento storico che ha insanguinato la terra d’origine, lo Sri Lanka. La Heemba nel suo lavoro racconta anche dello scontro tra le “Tigri separatiste” di etnia tamil, rivendicatrici della propria libertà e dei propri territori, contro i cingalesi. Uno scontro iniziato nel 1983 e terminato nel 2009, con la morte del leader e fondatore delle Tigri, Velupillai Prabhakaran, che ha segnato profondamente la storia di un popolo, com’è avvenuto e avviene anche per altri popoli, coinvolti in guerre che provocano stragi di efferata ferocia.
La componente storica confluisce nel racconto di fantasia, che anche nei momenti che superano la realtà – la lettura nel pensiero, le trasformazioni – non trasgredisce le regole della verosimiglianza. Il mondo creato dall’autrice è concreto e coerente, con una forte attenzione al disegno psicologico. Essendo la narrazione in prima persona, dal punto di vista di Shayl’n, gli eventi sono visti secondo una lente che ha una sua peculiarità. Della giovane conosciamo tutto, anche l’anima e la sensibilità che la contraddistingue. Una sensibilità sfaccettata, ricca di contrasti, che rende la giovane così umana, un personaggio quindi in 3D che emerge come una scultura a tutto tondo.
Nuova Terra è un’epopea, in cui confluiscono, oltre a riferimenti storici, anche riferimenti letterari, cinematografici e musicali (questi, nei titoli dei capitoli, che sono quelli di canzoni). Via col vento – gli scontri tra due protagonisti orgogliosi, ma anche la coppia Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Non mancano citazioni da Le Mille e una notte e dal Cantico dei Cantici. Nel momento in cui la situazione richiede un sacrificio per il proprio amato, Shayl’n prenderà una decisione che è la medesima presa dalla Catherine di Cime tempestose, anche se a differenza dell’opera delle Bronte tale situazione non avrà le medesime conseguenze drammatiche che invece si dispiegano nel precedente. Le trasformazioni dalla forma umana a quella animale, già presente anche nei miti dell’antichità, ricordano quel Bacio della pantera, ripresa anche da Barbara Baraldi in Scarlett. Dilhani Heemba ha attinto a un repertorio ampissimo, realizzando l’incontro tra cultura orientale e occidentale. Senza “pasticciare”, anzi, realizzando un mix coerente in cui le parti combaciano senza attriti.
Dilhani Heemba, penna concreta, ma sensibile, che dell’amore traccia ogni piccola sfumatura, mostra talento anche nei momenti più avvincenti. Mettendo sulla bilancia i vari ingredienti narrativi, però, vi è uno sbilanciamento verso la componente romance. Riflettendo sulla tecnica, tale scelta può essere ricondotta alla narrazione in prima persona e che dunque non è “sbagliata” anche se tende a smorzare l’azione e il ritmo narrativo. Un altro aspetto, riguarda proprio la Nuova Terra, un mondo creato ex novo dalla fantasia dell’autrice, che avrebbe potuto essere corredata di qualche qualche coordinata geografica in più per riuscire a dare maggiore chiarezza dell’assetto assunto dopo il terremoto, al lettore, a volte un po’ disorientato.
D’altra parte, il linguaggio, scorrevole e lineare, malgrado qualche refuso presente nella prima parte del lavoro, conduce il lettore in un mondo ricco di idee ed emozioni, sviluppate con cura e in maniera per nulla superficiale. Ben congeniato anche il finale, che ha il pregio di non essere scontato, colmando i lettori di quesiti, rispetto al prossimo capitolo.
L’autrice: Dilhani Heemba
Nata nello Sri Lanka, ma italiana per adozione, risiede a Roma e sogna di affermarsi come scrittrice. Ha all’attivo alcune pubblicazioni on-line, tra cui Le figlie di Ananke. Black Light, racconto gratuito leggibile sul suo sito. Il su è un “nom de plume”: Dilhani è un nome molto diffuso nel suo paese d’origine, mentre Heemba è una sorta di acronimo dell’inzio del nome, del cognome e del secondo nome. Nuova Terra è il primo capitolo della dualogia che sarà completata da Nuova vita. La speranza dell’erede. Per conoscerla meglio: dilhaniheemba.blogspot.it.