Il regista turco Ferzan Ozpetek esplora il mondo del fantastico in questo nuovo film nelle sale dal 16 marzo.
Ozpetek, però, non cambia completamente registro, ma fa convivere la nuova strada artistica intrapresa con i temi a lui cari, che ne hanno fatto un regista molto amato, soprattutto in Italia.
“Magnifica Presenza” è una commedia con venature fantastiche e tragiche allo stesso tempo: ritroviamo i temi dell’indissolubilità del legame familiare e della diversità, che il regista ha analizzato, nelle loro varie sfaccettature, nel corso di tutta la sua carriera.
Elio Germano (Romanzo Criminale) interpreta Pietro un siciliano che si trasferisce a Roma per realizzare il sogno di diventare attore. In un primo momento Pietro va a vivere con la cugina, avvocato, ma la convivenza non funziona e, cosi, il protagonista si mette alla ricerca di una casa dove poter stare da solo: la trova e per di più ad un prezzo vantaggiosissimo. Il problema è che Pietro non sarà proprio “da solo”.
Infatti la dimora è infestata da fantasmi di una compagnia teatrale, vestiti in modo piuttosto bizzarro ed eccentrico, che non possono “trasferirsi” altrove. Per Pietro inizierà, cosi, una strana avventura, a cui si mescoleranno le vicende della vita reale, come i provini o l’ingiunzione di sfratto.
Nel cast, oltre ad Elio Germano, ci sono: Beppe Fiorello (Baaria), Vittoria Puccini (Acciaio), Platinette (Caruso, zero in condotta), Margherita Buy (Habemus Papam) e Anna Proclemer (No Problem). Co-sceneggiatrice del film è Federica Pontremoli (Habemus Papam).
Il film è di sicuro una novità nel panorama cinematografico italiano e, in quanto tale, comporta dei rischi: per il momento la critica è piuttosto positiva.
Sinossi Ufficiale
“Pietro ha 28 anni, arriva a Roma dalla Sicilia con un unico grande sogno: fare l’attore! Tra un provino e l’altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti. E’ un ragazzo timido, solitario e l’unica confusionaria compagnia è quella della cugina Maria, apprendista avvocato dalla vita sentimentale troppo piena. Dividono provvisoriamente lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille. Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d’epoca, dotato di un fascino molto particolare e Pietro non vede l’ora di cominciare la sua nuova esistenza da uomo libero. La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti. La casa è infestata da una compagnia di attori. Fantasmi”.
La Critica
“La Magnifica presenza di Ozpetek non è un gigante ma permette al passato (dei teatranti e della Proclemer) e al presente (la cugina e l’uomo/donna di strada) di varcare la soglia con convinzione. La musica pop o turca che ti porta, la vivacità intima e colorata delle persone, sono come specchi che riflettono il regista ma non in modo autoreferenziale. E benché continui ad essere bandita la bruttezza, qui la bellezza non è cerimoniosa ma funzionale, l’incursione in un mondo sotterraneo, comandato da Platinette, suggestivo e vanitoso. Questo è un raduno complesso di realtà e finzione (vita e rappresentazione scenica), pomposo ma fluido, per un Ozpetek che non è pronto alla ‘normalizzazione’ del privato e vuole ancora far saltare le magnifiche apparenze”.
Giulia Pietrantoni, Comingsoon.it
“In un cinema italiano dove spesso i film sembrano fatti con l’ esperto di marketing o il bilancino dell’ audience a fianco (salvo poi scoprire che non funzionano), il coraggio di chi è pronto a mettere in gioco la propria faccia, infrangendo regole che sembrano di ferro, mi sembra già una bellissima qualità…”.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera
“…Salvo alcuni momenti, il film si rivela squilibrato, poco armonico, incapace di contenere le sue molteplici spinte dentro un percorso coerente. Non deraglia ma sbanda il nuovo Ozpetek, fino a smarrire la meta finale: emozionare. La narrazione diseguale e pasticciata, i troppi punti morti, l’eccessiva carne al fuoco e uno stile poco adatto ad abitare la soglia tra fiction e realtà (il suo cinema debordante e a tratti kitsch, ricamato e teatrale, è già sufficientemente metatestuale) rendono Magnifica presenza non all’altezza delle sue ambizioni. E i sei personaggi in cerca di…finiscono per imbattersi in un autore incerto. Uno che si scusa con le grandi domande per le piccole risposte che ha dato”.
Gianluca Arnone, Cinematografo.it