Nella migliore delle tradizioni di The Vampire Diaries l’episodio 13 della terza Stagione, Bringing Out the Dead, è stato costruito su precari equilibri, giuramenti traditi e scelte personali coraggiose.
Abbiamo anche assistito ad una cena particolare: quattro vampiri, quattro personaggi carismatici e complessi che hanno studiato l’avversario, giocato sulle debolezze altrui e valicato il confine dei tradimenti diverse volte.
Il leit motiv di questo episodio potrebbe essere tranquillamente la resa dei conti. Per Klaus (Joseph Morgan), ovviamente, il cui seminare morte e distruzione sembra essere giunto ad un punto cruciale in corrispondenza del realizzarsi delle sue più grandi paure: la mancanza di amore, e la prospettiva della solitudine. Ma anche per i fratelli Salvatore, che ormai non possono più far tacere le loro coscienze di fronte alla passione che entrambi provano per Elena (Nina Dobrev). Per la prima volta dall’inizio del loro travagliato triangolo amoroso si stanno rendendo conto che, per quanto possano amarla, non possono in alcun modo proteggerla dalla mostruosità della loro condizione.
Anche la piccola Caroline (Candice Accola) vivrà un momento particolare: una persona a lei molto vicina le farà capire che non bisogna per forza accettare gli eventi terrificanti che possono capitarci. Esiste un libero arbitrio, a cui è possibile ribellarsi per mantenere integri se stessi.
L’episodio inizia quando il padre di Caroline, Bill, viene trovato morto, misteriosamente accoltellato in una magazzino dell’ospedale in cui si trovava dopo essere stato assalito da Tyler. La Dott.ssa Fell, come sappiamo, aveva iniettato a Bill il sangue di Damon, per cui lo sconvolto membro intransigente del Consiglio dei Fondatori della città si risveglia in transizione. Non c’è mai un momento di esitazione in Bill: da subito dice a Caroline che non completerà la transizione e che quindi morirà. La ragazza è sconvolta, già di per sè l’idea di perdere il padre è terribile e perderlo perché lui non vuole salvarsi le appare inconcepibile. Nonostante tutto, è proprio Bill nella sua immensa saggezza a rassicurla, dicendole che se scegliesse di diventare tutto ciò che odia (un vampiro), solo per sopravvivere, allora non sarebbe la persona che vorrebbe essere. E la sua vita, anche se eterna e vicino a lei, non avrebbe senso. Alla fine assistiamo ad un momento molto intenso tra padre e figlia: chiunque di noi è un figlio e un giorno potrebbe sentirsi dire le stesse parole di Bill: “E’ normale che un genitore abbandoni questo mondo prima dei figli. E’ la vita umana“. Semplice e perfetto.
Assistiamo poi ad un Dinner party ad alta tensione con Stefan (Stefan), Damon (Ian Somerhalder), Elijah (Daniel Gillies) e Klaus, che si trovano intorno allo stesso tavolo: vino rosso e amichevole cameratismo maschile? No, al tavolo delle menzogne, i fratelli Salvatore sono segretamente d’accordo con Elijah per temporeggiare con Klaus affinché Bonnie e la madre riescano ad aprire la misteriosa bara sigillata dalla magia. Klaus appare molto teso riguardo il contenuto della bara, e tanto basta per far sì che i buoni impegnino tutte le loro energie nel tentativo di aprirla e trovare qualcosa che sia in grado di distruggere l’invincibile ibrido.
La cena diventa ben presto incentrata su Elena, e i due fratelli originari confessano che, mille anni fa, sono stati anche loro innamorati di una Petrova: la prima della linea familiare da cui discendono sia Katherine che Elena. E’ buffo lo sguardo con cui Stefan chiede ai due ragazzi se anche loro amavano la stessa ragazza. Nel suo sguardo è espresso lo stupore che prova ad immaginare questi due mostri invincibili succubi della più dolorosa delle passioni? Oppure vede nei loro trascorsi quello che sta succedendo tra lui e Damon? Forse. Ma parliamo della terrificante famiglia degli Originari e del lieto fine non ci sarà. Siccome sia Elijah che Klaus erano innamorati di Tatia, la madre dei fratelli la rapì e la uccise, con il fine di risolvere i conflitti con i figli, e fu con il suo sangue che i due ragazzi completarono la transizione che li trasformò in vampiri. Poetico, in un certo senso: il sangue (metafora di vita) di colei che li aveva divisi da vivi, li ha uniti nella morte.
La trattativa prosegue: i ragazzi propongono di restuire la bara a Klaus in cambio del suo addio definitivo a Mystic Falls. La controproposta di Klaus arriva come un fulmine tra le certezze degli ingenui Salvatore: lui non lascerà mai Elena (il suo sangue gli serve per creare altri ibridi), però si occuperà di lei e la proteggerà. Cosa che loro non potranno fare mai, il loro amore la ucciderà. “Signori, la cosa peggiore per Elena Gilbert, siete voi due.” Per Klaus è proprio la vita mortale di Elena quella da salvare e, anche se le motivazioni dell’ ibrido sono puramente egoistiche, ha centrato pienamente il punto: quello che di orrendo è capitato ad Elena fino a questo momento le è successo per colpa loro. E nelle migliori intenzioni di chi ama qualcuno c’è sempre il bene della persona amata in primo piano. La provocazione di Klaus colpisce in pieno sia Stefan che Damon: la consapevolezza che lui abbia ragione è scritta sul volto di entrambi.
In ogno caso non c’è tempo per la filosofia: Elijah e Damon, una volta distratto Klaus, risvegliano i suoi fratelli. Rebekah, Finn e Kol. I fratelli Salvatore adesso possono uscire, sono affari di famiglia questi. Ed assistiamo ad una delle scene più scenograficamente potenti di tutta la stagione: l’uragano “Famiglia degli Originari” si abbatte su un incredulo Klaus. Ogni personaggio che nemmeno conosciamo dimostra padronanza scenica e potenza espressiva. Non sono però gli schiaffi a ferire profondamente l’ibrido, ma le parole abilmente usate per ferire.
“Se ci darai la caccia diventerai come colui che hai odiato di più al mondo, nostro padre.” “Noi non saremo mai più soli, solo tu lo sarai. Ti stiamo abbandonando. Sempre e per sempre.” In questo contesto la figura di Klaus prende i contorni di quella che è sembrata essere la sua caratteristica dominante: non la follia, non le tattiche intimidatorie, non la mancanza di qualsiasi barlume di umanità. No, il personaggio più malvagio e ingestibile dell’intera storia è solamente un uomo solo.
Non ha nessuno con cui passare la propria eternità, e le poche persone che gli avrebbero dovuto insegnare qualcosa sono proprio quelle che hanno creato il mostro: il padre e la madre, entrambi colpevoli di averlo fatto sentire non accettato tutta la vita. E’ forse questa una buona giustificazione per prendersi le persone vicine (vive o morte) con la forza? Certamente no, ma ci viene regalata almeno una motivazione. Se non possiamo umanizzare per forza questo personaggio senza controllo, possiamo umanizzare le colpe che lo hanno portato a diventare tale. Ma siamo a The Vampire Diaries e nel giro di un paio di secondi (in cui lo spettatore letteralmente non respira) cambia completamente tutto lo scenario.
La misteriosa arma per sconfiggere Klaus altri non è che la madre dei ragazzi originari. La bionda ed austera (quasi spaventosa) Esther fa il suo ingresso davanti agli occhi sbigottiti ed increduli di tutti i suoi figli e davanti allo sguardo ormai rassegnato e sconfitto (forse per la prima volta) dell’unico figlio a cui lei si avvicina. “Lo sai perché sono qui?” domanda a Klaus con accenni di accuse millenarie. “Sei qui per uccidermi” Tutti i ricordi delle atrocità commesse da questa creatura scompaiono di fronte allo sguardo da bambino che non ha nemmeno il coraggio di guardare in viso la madre. “Niklaus tu sei mio figlio. E sono qui per perdonarti.”
Quando Klaus era ancora un essere umano, la madre lo aveva sempre trattato in modo differente rispetto ai fratelli, con l’unico intento di non farlo davvero sentire diverso, cosa che per contro lo ha fatto sentire assolutamente dissimile rispetto a chi lo circondava sia nella vita che nella morte. Con queste parole Esther non solo perdona il figlio, ma gli restituisce la possibilità di essere un figlio. Epico.