The Munsters tornano fra noi!

La NBC ha ordinato un nuovo pilot: il remake di quella divertente sit-com che in Italia si chiamava I mostri. Però sarà qualcosa di nuovo e accattivante: le firme lo garantiscono.

Bryan Fuller, il creatore di Heroes, è stato incaricato di trasformare e rendere attuale questo classico della televisione anni sessanta.

Le minipuntate da trenta minuti in un voluto bianco e nero diventeranno una serie con episodi di un’ora. Un altro Bryan, nientepopodimeno che quel Bryan Singer capace di fare miracoli con gli X-Men, è chiamato a dirigere il pilot e sarà direttore esecutivo insieme a John Wirth, il quale ha al suo attivo Terminator: Sarah Connor Chronicles. Insomma, le premesse ci sono tutte e dunque ci sono ottime possibilità di godersi uno spettacolo ad alto impatto visivo con una sceneggiatura originale.

L’obiettivo è naturalmente quello di eliminare lo stile sit-com – con le risate in scena, per capirci – della vecchia serie e di rendere la storia più dark e meno leziosa dell’originale, che pure aveva molte frecce al suo arco.

The Munsters nacque nel 1964, contemporaneamente all’altra famosa commedia dark, La famiglia Addams che da striscia a fumetti degli anni Trenta si era trasformata in serie televisiva, divenendo poi più famosa grazie ai remake cinematografici degli anni Novanta.

I Munsters erano più proletari degli Addams, che abitavano in una magione gotica e si configuravano di livello altoborghese, potendo anche godere dei servigi del maggiordomo Lurch e della preziosa assistenza di Mano. I Munsters (famiglia De Mostri nella versione italiana) invece erano più simili a una famiglia immigrata con qualche problemino di adattamento. Più caratterizzati per quanto riguarda la natura sovrannaturale – più indistinta invece negli Addams – i Munsters sono i classici “mostri” prima maniera, in quanto il nonno è un vampiro che ha creato il mostro stile Frankenstein come unico marito degno della figlia vampira Lily. Alla coppia si aggiungono il figlio Eddie, piccolo lupo mannaro, e Marilyn, nipote (o figlia secondo alcune versioni) “stranamente” normale, bionda e convenzionalmente bella come la Monroe da cui aveva preso il nome.

La Universal, quando nel 1964 diede inizio alla serie, vantava i diritti di quei famosissimi personaggi dei film horror, per cui poteva usare per la televisione i nomi e i look di Dracula, della moglie di Frankenstein, a cui somiglia la vampira Lily e dell’“Assemblato” per eccellenza. Il capofamiglia Herman infatti, con tutti i particolari dell’originale del 1931 con Boris Karloff, bottoncini ai lati del collo compresi, lavora presso un’agenzia di pompe funebri e porta reddito alla famiglia, mentre il nonno e Lily cercano di sbarcare il lunario con qualche lavoretto saltuario, a stento mantenuto data la natura “altra” della famiglia.

Sia la Famiglia Addams sia i Munsters infatti giocano sull’ironia di considerare se stessi del tutto normali in un mondo con strane abitudini borghesi. A dispetto dei loro improponibili hobby e delle loro abitudini soprannaturali tutti loro celebrano i buoni valori delle famiglie amorevoli e coese, certi di essere perfetti cittadini, sempre sconcertati delle strane reazioni degli “altri”.

All’epoca queste commedie avevano una precisa valenza sociale e culturale: produrre un effetto di straniamento, sicura fonte di comicità, che voleva rendere il pubblico consapevole dell’esistenza della diversità: diverse etnie, diverse provenienze, diverse scelte. Uscire dal punto di vista della normalità borghese e immedesimarsi nell’altro voleva dire prendere coscienza della possibilità di un mondo pluriculturale, come l’America sempre più stava diventando in quei primi anni Sessanta. La critica della conformistica società borghese era alta, al di là delle macchiette comiche.

Come Bryan Fuller e Bryan Singer vogliano trasformare i cari vecchi Munsters può legittimamente suscitare la nostra curiosità, sia perché, se è vero che ogni epoca ha i suoi “mostri”, sarà interessante vedere in che direzione andrà la rivisitazione, sia per gli effetti speciali di cui i due sono degli esperti. Fuller ha affermato di voler creare un incrocio fra Modern Family e True Blood, mentre i suggerimenti per il cast cominciano a fioccare da parte dei fan sugli interessati: da Kristen Bell (la frizzante Veronica Mars) per Marilyn a Juliet Landau (l’indimenticata Drusilla di Buffy The Vampire Slayer) per Lily. Si tratta di stare a vedere. E dunque… attenti ai Mostri!

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