Da oggi nelle sale il quarto “sorprendente” capitolo della saga
L’imprinting è come un colpo di fulmine, ma più intenso. Come ricevere una chiamata, una vocazione. L’imprinting è, per i Quileute, il richiamo più importante, il legame più forte, che può avvenire con chiunque, non importa quale sia la sua natura. Jacob avrebbe voluto riceverlo da Bella, ma ha dovuto accettare passivamente il fatto che nel suo cuore, dunque, non ci sarebbe stato nessun altro se non Edward.
Sì, perché nonostante le numerose peripezie, i dolori, i drammi e le tragedie, l’amore tra Bella ed Edward non ha fatto altro che crescere in maniera esponenziale, fino al momento della sua coronazione: il matrimonio. Tutto è pronto, dunque: il bel vampiro e la dolce umana possono convolare a giuste nozze. Tutto sembra scorrere per il verso giusto, ma c’è qualcosa nel futuro della coppia che nessuno è riuscito a prevedere. Qualcosa che neppure sembrava potesse essere possibile.
A tre anni di distanza dal primo epidosio, Twilight, il regista Bill Condon dirige il penultimo capitolo della Twilight Saga, Breaking Dawn – Parte I, con una firma, una regia, una fotografia ed una narrazione sensibilmente differenti dai primi tre episodi. Se Twilight e New Moon apparivano più come le favole di una ragazzina illusa ed innamorata dell’amore, Eclipse ha in qualche modo virato la narrazione verso una dimensione decisamente più cupa, più dark, ma è con Breaking Dawn che, finalmente, la saga sembra assumere le sembianze che merità.
Intendiamoci: l’intera serie cinematografica non è un capolavoro, e non si avvicina neppure ai libri a cui si ispira, ma il lavoro operato da Bill Condon è certamente più sincero, più sentito, più adatto degli approcci degli altri registi. Perché Breaking Dawn è un film romantico, è vero, ma anche drammatico, capace di trasformarsi in un thriller se non addirittura, soprattutto nelle battute finali, finalmente in un film dell’orrore. Assistiamo inermi alla gravidanza “sbagliata” di Bella, che l’ha trasformata in una larva, ben lontana dall’eterea bellezza che la caratterizzava nei film precedenti e con la stessa impotenza ci chiediamo se riuscirà mai a sopravvivere, dopo aver dato alla luce il suo “bambino”. E anche dopo il parto, tuttavia, realizziamo che il peggio non è passato, ma che forse, deve ancora arrivare.