Una delle saghe vampiriche più interessanti giunte in Italia: sensuale, drammatica e arricchita dall’atmosfera misteriosa e oscura del mondo del vudu. Urban-Fantasy.it intervista l’autrice, Raven Hart.
La Savannah Vampire Series è una saga a tema vampirico che rientra nel genere paranormal romance adult, ma con elementi talmente particolari da sfuggire in parte a una classificazione netta. Scritta tra il 2006 e il 2009 e pubblicata in Italia dall’editrice Delos Books, la saga è composta da cinque volumi (ma nella nostra intervista l’autrice parla di un sesto libro, non ancora acquistato dall’editore italiano e di un possibile prequel).
L’ultimo, tradotto con il titolo La vendetta del vampiro, arriva in questi ultimi giorni di ottobre sugli scaffali delle librerie italiane. La prematura e drammatica scomparsa di una delle due autrici, Gin Ellis, ha reso Raven Hart autrice unica della serie dal terzo volume; nonostante sia stato legittimo domandarsi se questo avrebbe determinato uno scadere della qualità e della ricchezza della saga, la Hart ha dimostrato di riuscire egregiamente a mantenere e perfino a valorizzare i punti forti che già contraddistinguevano la serie, apportando addirittura un’evoluzione sul piano della profondità e dell’introspettività.
A rendere innovativa e originale la saga da subito sono stati soprattutto due elementi. Inanzitutto l’alternarsi nella narrazione di due points of view maschili in prima persona, che danno voce a due personalità completamente differenti, donando alla stessa scena due prospettive opposte che la rendono ricca e dinamica, perché mai univoca. Quella del giovane vampiro Jack, fortemente legato alla propria umanità e di conseguenza ancora facile all’affezione nei confronti di tutto ciò che è umano (dalle persone alle abitudini, dalla cultura pop agli alcolici); e quella di William, suo creatore, un antico vampiro, con una rigida ma anche inquietantemente crudele morale, sicuro di sé, dei propri poteri e del ruolo che riveste nel mondo umano (si è autoproclamato signore di Savannah e protegge la sua città con ogni mezzo, se pur con discrezione) e in quello vampirico (è il capo dei vampiri del Nuovo Continente che ha aiutato lui stesso a fuggire dal Vecchio per liberarsi dalla schiavitù dei loro creatori, i cosiddetti signori oscuri, violenti e sanguinari).
Il secondo elemento che connota l’originalità della saga è il background mitologico, che realizza sin dal primo libro un curioso sincretismo di vudù e vampirismo. I due protagonisti, infatti, sono legati strettamente a una discendenza di donne regine vudù, che di generazione in generazione si occupano di loro e divengono la loro famiglia, appoggiandoli affettivamente e spiritualmente, grazie ai loro poteri. Ma anche William e Jack possiedono particolari poteri vudù, per aver condiviso il sangue di Maman Lalee, la potente capostipite delle regine vudù con la quale William strinse un patto secoli e secoli prima. Ma la mitologia cui l’autrice attinge diventa sempre più ampia di libro in libro, arricchendosi di altre figure classiche del soprannaturale, quali ghoul e mutaforma, e soprattutto di elementi egizi, maya e celtici.
Con il quarto volume la saga raggiunge il proprio apice a livello di pathos e di drammaticità, così come di ricchezza di personaggi e figure soprannaturali sulla scena, dirottando gli iniziali sensualità, crudezza, confronto tra le due personalità dei protagonisti, verso una tragicità e una serietà che non possono che possedere una eco comunitaria, perché coinvolgono non solo la piccola famiglia dei protagonisti, ma l’intera Savannah, l’intera razza dei vampiri e probabilmente l’intera stessa dimensione umana. Un’incredibile upgrade qualitativo che pone questa saga tra le più interessanti giunte in Italia.
La serie
La seduzione del vampiro
Il segreto del vampiro
Il bacio del vampiro
Il tradimento del vampiro
La vendetta del vampiro
L’INTERVISTA
1. Cara Susan, ti do il benvenuto su Urban Fantasy! Ti andrebbe di presentarti ai lettori italiani che hanno letto i tuoi romanzi o che lo faranno presto?
Grazie mille, Valentina (che bel nome!) per avermi contattato e per avermi dato l’opportunità di presentarmi ai lettori italiani!
2. Qual è il tuo rapporto con la scrittura e cosa rappresenta per te? Quando hai scoperto questa passione? Che cosa fai solitamente quando scrivi, hai un particolare processo creativo?
Ho iniziato a scriver storie da bambina, e il mio amore per la scrittura nasce dalla mia passione per la lettura. Quando ero piccola, amavo le storie con un po’ di mistero e suspense, soprattutto quelle spaventose. Il mio processo creativo si è evoluto nel corso degli anni. In questo momento direi che per me scrivere è diventato molto più facile, perché una volta che hai scritto diversi libri di una serie, conosci i tuoi personaggi così bene che praticamente inventano la storia da soli. Inoltre, dopo diversi libri e così tanta azione, anche i conflitti e la lealtà che i personaggi hanno sviluppato tra loro si sono consolidati. Così, quando un personaggio fa qualcosa di sconvolgente, che colpisce tutti gli altri, questi devono reagire, mantenendo viva l’azione. Scrivo in qualsiasi momento del giorno o della notte, ogni volta che ho tempo per farlo. Scrivere significa molto per me ed è il lavoro che più mi piace fare. Ho scritto manuali d’informatica per una vita, e non era un brutto lavoro, ma era noioso e stressante. Scrivere urban fantasy fa volare in alto la fantasia!
3. Quali sono gli autori che ti hanno formata o che ami particolarmente? Ti andrebbe di consigliarci qualche libro che hai letto recentemente e che ti ha piacevolmente colpita?
Gli scrittori che più mi piace leggere sono quelli che costruiscono un mondo ricco di fantasia e che sono in grado di renderlo molto credibile. Mi piacciono molto i primi libri di Anita Blake di Laurell K. Hamilton. Adoro i libri della serie Vampire Huntress di L. A. Banks. La signora Banks è una donna molto generosa e gentile, è si è resa disponibile a insegnarmi molto riguardo alla costruzione di un mondo fantastico durante una conferenza alla quale entrambe abbiamo partecipato, quando avevo appena iniziato a scrivere libri sui vampiri. Mi piacciono anche i libri di Patricia Briggs e di Stephanie Meyers.Leggo anche diversi thriller, e tra i miei autori preferiti ci sono James Lee Burke, Dennis Lehane, Carol O’Connell, Greg Iles, Dan Simmons (che scrive anche libri horror), e C.J. Box.
4. Da dove è arrivata l’idea che ha ispirato la Savannah Vampire series?
Tirai fuori l’idea per questa serie insieme alla compianta Virginia Ellis durante una sessione di brainstorming. Pensammo ad alcuni elementi che avremmo voluto trovare in una storia di vampiri e li combinammo insieme. Abbiamo scritto insieme i primi due libri, ma purtroppo Gin è morta tragicamente per colpa di un aneurisma prima che il primo fosse pubblicato negli Stati Uniti.
5. Uno dei punti forti della saga è indiscutibilmente l’originalità dell’alternarsi del Point of View della narrazione tra due protagonisti maschili, Jack e William; non si può non rimanere piacevolmente stupiti dalla tua capacità di saltare da un personaggio all’altro, con dinamicità e credibilità, senza mai scadere in una facile somiglianza o peggio convergenza. Come li gestisci? Ti riesce più facile raccontare attraverso gli occhi di uno piuttosto che dell’altro? Sei maggiormente affezionata a uno dei due?
Grazie per il complimento, Valentina. Inizialmente, Gin ha scritto le parti relative al personaggio di William e io quelle relative a Jack, e ci alternavamo le scene. Quando Gin è scomparsa, ho iniziato a scrivere di entrambi mantenendo i punti di vista differenti. Sono sempre stata più fedele al personaggio di Jack a dire la verità, perché è stato “mio” fin dall’inizio. E forse scrivere di Jack è un po’ più facile rispetto a William. Tuttavia, ciò che ha reso interessante scrivere di entrambe è rendere la differenza nel modo in cui vedono le cose, l’approccio diverso nell’affrontare una determinata situazione. Il duplice punto di vista è diventato molto difficile nel libro nel quale William si trovava nel Regno Unito (in un diverso fuso orario) e Jack era a Savannah, e le loro scene di azione dovevano svolgersi in modo armonico. Il vantaggio del doppio punto di vista, soprattutto se l’azione si svolge su due fronti, è che accelera il ritmo della storia.
6. A proposito di personaggi, che rapporto hai di solito con loro? Li guidi per mano dove vuoi che arrivino o in qualche modo prendono vita propria finendo con il guidare loro te?
Più scrivo di loro più loro prendono vita e guidano la mia penna. So che può sembrare pazzesco, ma considero i miei personaggi come fossero degli amici. Naturalmente questo non mi trattiene dal maltrattarli appena possibile!
7. Decisamente originale il sincretismo tra vudù e vampirismo che sostiene la dimensione magica della saga dal primo capitolo. Da dove è arrivata l’idea? E quali vantaggi e svantaggi ha comportato per l’intreccio della narrazione?
Quando si scrive di personaggi potenti come i vampiri, è necessario disporre di poteri che siano più forti di loro, in modo da non renderli invulnerabili… Devono essere considerati come un pericolo da temere come si temono i mortali. Quindi io uso il voodoo come un’arma che i vampiri devono rispettare e temere. A volte possono sfruttare tale potere, per lo più attraverso Melaphia – anche se a volte questo si ritorce contro di loro! Abbiamo scelto il voodoo perché è inquietante e misterioso e divertente da scrivere e da leggere. E se ho capito bene, la pratica è viva e vegeta in luoghi come Savannah e New Orleans. Hai descritto il nostro modo di utilizzare la pratica molto bene quando affermi che essa “sostiene la dimensione magica” della storia. Questa è esattamente la mia opinione a riguardo. L’unico svantaggio è che bisogna essere molto attenti quando si utilizza costantemente un dispositivo come questo in modo da non contraddirsi, o da scrivere qualcosa che non sembri logico.
8. La mitologia cui attingi diventa sempre più ampia di libro in libro, arricchendosi di elementi maya e celtici, che vanno ad affiancare quelli vudù presenti sin dall’inizio, e che soddisfacentemente trovano il modo d’incastrarsi e di valorizzare a vicenda le verità e le leggende tramandate. Hai fatto delle ricerche o questi elementi e la possibilità di incastrarli tra loro già facevano parte del tuo background? E quali ti hanno affascinato maggiormente?
Sapevo pochissimo di mitologia maya e celtica quando ho iniziato la serie, quindi ho dovuto fare un sacco di ricerche. E ‘stato molto divertente, però, perché si tratta di miti molto affascinanti. Devo ammettere che quella celtica mi attrae di più perché i miei antenati erano principalmente irlandesi e scozzesi.
9. I tuoi vampiri, pur dimostrando una certa umanità e una notevole capacità di affezione, e pur optando per una convivenza pacifica con il genere umano, non hanno troppi scrupoli per i malfattori, per coloro che disturbano la pace della loro città, della loro famiglia e dei loro amici; vivono la sessualità coerentemente in modo proibito, sordido, ai limiti della naturalità; non hanno un’anima e sono destinati alla dannazione, anzi addirittura alla terribile punizione che li attende nell’Aldilà di essere trasformati in Sluagh. In un periodo in cui la tendenza è stata quella di una moralizzazione e “purificazione” della figura del vampiro, i tuoi vampiri appaiono molto più legati alla loro natura soprannaturale e dannata. Ci vuoi parlare di questa scelta?
Penso che ciò che rende un vampiro più interessante è il fatto che è potente, seducente, e dannato. Anche se potrebbe scegliere di essere buono, è stato escluso dalla grazia divina, spesso non per colpa sua, e questo lo rende una figura tragica. William è stato trasformato in vampiro contro la sua volontà, e Jack ha scelto di diventarlo senza realmente capire che avrebbe perso la sua anima. Questo ce li rende piuttosto simpatici. E quando hanno scelto di combattere contro la loro oscura natura ai fini del bene, credo che questo li renda ancora più eroici rispetto ad un normale eroe umano.
10. The Vampire’s Revenge cala il sipario definitivamente su questa sorprendente e innovativa saga?
Ora sto scrivendo il prossimo libro della serie sui vampiri. Mi auguro che l’editore italiano decida di acquistarlo, in modo che anche tutti i miei lettori italiani possano leggerlo… Prometto di dare qualche risposta ad alcune delle domande irrisolte e di inserire qualche sorpresa che credo vi farà molto piacere!
11. Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi darci qualche news?
Sto pensando ad un “prequel”, che sarà un po’ più leggero e divertente, mostrando il di Jack e William prima che “scoppiasse l’inferno”, se mi perdonate l’espressione.
12. Grazie mille per aver accettato il nostro invito. È stato un piacere per me intervistarti! Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
E’ stato un piacere per me parlare con i miei lettori e potenziali lettori italiani! Mi piacerebbe visitare il vostro bel Paese, un giorno! Grazie ancora, Valentina!