Immortals

La mitologia greca, inesauribile fonte di ispirazione, torna in grande spolvero sullo schermo grazie a Immortals, film d’azione incentrato sulle gesta di Teseo e la Titanomachia.

Realizzato dagli stessi produttori di 300 con l’aiuto di Tarsem Singh, un regista sconosciuto al grande pubblico ma noto nel settore per l’esperienza come direttore di spot pubblicitari di alto livello, Immortals deve molto al suo “predecessore”, dal quale ha ereditato la sfilza di lunghi piani sequenza, le secchiate di sangue digitalizzato per enfatizzare l’ultra-violenza e uno stile visivo peculiare e suggestivo.

La locandina Italiana, che pone da subito il (controproducente) paragone con 300 di Zack Snyder.

L’eroe del momento, Teseo (Henry Cavill), conduce una vita relativamente tranquilla fintanto che la guerra contro gli Dei condotta dallo spietato Re Iperione (Mickey Rourke), intenzionato a liberare i malvagi Titani intrappolati nel Tartaro, non lo spinge sulla via della guerra e della vendetta. Teseo è sporadicamente assistito dagli Dei dell’Olimpo, in particolar modo dal suo segreto vero padre, Zeus, che dopo aver ingravidato la madre ed averla abbandonata con un figlio “bastardo” a carico, esponendola al pubblico disprezzo, pensa bene che non sia più il caso di interagire direttamente nelle faccende umane. Violare e abbandonare giovani vergini è ok, salvare gli uomini da conflitti sanguinosi no. Tipico.

Zeus e soci fanno comunque le loro spumeggianti apparizioni scatenando tsunami e facendo (letteralmente) saltare qualche testa, in preparazione della battaglia finale contro i Titani. Quest’ultima necessita forse un piccolo approfondimento. Scena principale del film, non risparmia niente a livello di sangue e azione, e questo è bene. I titani sono dipinti come dei mostriciattoli bruciacchiati imbrigliati in una gabbia d’oro, e questo può starci, visto il tono estetico particolare del film.

La bella Freida Pinto (Phedra nel film) offre un'interpretazione trascurabile, fatta eccezione per un primo piano del tutto superfluo del suo fondoschiena, per la gioia di chi vedrà il film in 3D.

Nelle scene iniziali del film (osservabili anche nei trailer) l’angusta gabbietta cubica dei titani ne contiene chiaramenta una ventina, eppure dopo uno scontro lungo e corale in cui gli Dei armati fino ai denti ne uccidono a valanghe, invece di diminuire, essi aumentano fino addirittura a soverchiarli numericamente.

Alcune curiosità sul film.

Intervistato durante la realizzazione del film, il regista Singh aveva dichiarato che con Immortals avrebbe voluto creare un “hardcore action film in stile pittura rinascimentale”, aggiungendo a scopo esemplificativo “incontro tra Caravaggio e Fight Club“. L’interessante proposito di Singh in effetti corrisponde almeno parte all’esito del film, che grazie all’uso di set reali e massicce dosi di computer grafica, offre un’esperienza visiva accattivamente e soprattutto originale. L’antica grecia è molto lontana dai candidi colonnati marmorei e paesaggi bucolici, e appare invece desolata e arida, delimitata da aspre distese desertiche e ripide scogliere, quà e là puntinati da spogli santuari e insediamenti a picco sul mare che sembrano intagliati nella roccia: uno sfondo minimalista per dare pieno risalto alle figure suggestive di Eroi e Dei, in pieno stile Caravaggio. Il film offre una visione del tutto particolare dei personaggi mitologici, lasciandosi apprezzare per l’esercizio artistico necessario per svecchiare figure classiche come il minotauro, il toro di maratona (trasformato in un atroce strumento di tortura) e gli stessi Dei, per la cui rappresentazione atipica i puritani potrebbero storcere il naso, ma che nella chiave estetica del film non sono fuori luogo.Kellan Lutz è Poseidone. Le divinità di Singh sono visivamente ricercate ma senza fronzoli (cappellini a parte).

 

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