Frankenweenie – Un amico speciale

Quando Mary Shelley ci raccontava la sua visione del sovrumano Frankenstein, non avrebbe di certo potuto immaginare che un genio del nostro tempo, Tim Burton, l’avrebbe trasformata così.

Le immagini presenti nell’articolo sono le primissime che trapelano del nuovo lavoro cinematografico del visionario Tim Burton: incredibile personaggio del cinema moderno che ama abbinare, nelle sue opere uno spirito fanciullesco ad un’eccezionale creatività gotica (indimenticabili alcuni suoi film: Beetlejuice, Edward Mani di forbice, il primo Batman, Il mistero di Sleepy Hollow, La sposa cadavere, Alice in Wonderland).   

Il film si intitolerà Frankenweenie e uscirà nelle sale statunitensi il prossimo 5 ottobre 2012. Il progetto di partenza risale a diversi anni fa (circa una decina), accantonato però dalla Disney perchè ritenuto un pò troppo stravangante.

Il piccolo Victor Frankenstein ama molto il suo cagnolino, ma quando quest’ultimo muore in un incidente stradale, ne rimane sconvolto. Disperato per la perdita del piccolo amico, il giovane scienziato in erba decide di utilizzare i suoi strumenti particolari per riportare in vita il giovane amico.

Il progetto ha successo, l’unica cosa che non sembra la stessa è il cagnolino. Dopo essere stato riportato in vita, infatti, il piccolo Frankenweenie è aggressivo e viene considerato un mostro dal vicinato.

Naturalmente sono tanti gli elementi di discussione di cui il film sarà oggetto. Burton, nelle prima dichiarazioni ha detto che non appesantirà il lato horror di tutta la situazione (come da tradizione, quando si parla di Frankenstein) e conoscendo la particolare attenzione del regista verso i soggetti emarginati, immaginiamo che il tema portante del film potrebbe essere questo.

Da quello che possiamo vedere adesso il piccolo protagonista del film ha un aspetto buffo, privo di cicatrici e dall’aria giocherellona. Questo, naturalmente, prima di risvegliarsi sul tavolo operatorio: immaginiamo un aspetto differente dopo il ritorno dalla morte.  

  

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