Lo spiritello porcello nato dall’allora geniale (ora un po’ meno) Tim Burton avrà un seguito. Ma era così necessario?
La febbre da reboot è davvero inarrestabile. Che sia un remake, un sequel, un prequel o un newquel, poco importa: gli USA prenderanno quel progetto e lo riporteranno in vita, perché la sete di denaro è tanta (e le idee, forse, cominciano a scarseggiare anche oltreoceano).
Questa volta, nelle grinfie dei distributori assetati di soldi ci è finito il buon vecchio Tim Burton, con quel suo piccolo capolavoro chiamato Beetlejuice.
La KatzSmith Production ha, infatti, da poco firmato un accordo di ben due anni con la Warner Bros. che prevedrebbe una serie sconfinata di adattamenti, riedizioni e reboot da strabuzzare gli occhi. Uno di questi è, ovviamente, Beetlejuice, la commedia dark diretta da Burton nel 1988 e interpretata da Michael Keaton, Alec Baldwin e Geena Davis, la cui sceneggiatura potrebbe essere affidata a Seth Grahame-Smith (ovvero il socio di David Katzemberg in KatzSmith Production).
Non ci è ancora dato sapere come si muoverà il duo KatzSmith a riguardo: quel che è certo è che, forse, questo “febbrone da remake” anziché favorire lo sviluppo (cinematografico), potrebbe provocare, invece, una tragica ricaduta.