Anche gli alieni partecipano alla caccia all’oro del Far West.
In un periodo in cui la contaminazione, il crossover e il miscuglio di generi va di gran moda, non poteva mancare la trasposizione della graphic novel Cowboys & Aliens di Scott Mitchell Rosenberg. A volerla realizzare è stato Jon Favreau, diventato celebre per la regia dei primi due Iron Man, finanziato da produttori del calibro di Ron Howard, Brian Grazer e Steven Spielberg e coadiuvato da un team di sceneggiatori che comprende il duo Alex Kurtzman/Roberto Orci (Transformer, Star Trek, Transformer – La vendetta del caduto) e il co-creatore di Lost Damon Lindelof.
Se non bastasse tutto questo, si sono aggiunti un cast di tutto rispetto e un trailer con scene spettacolari che facevano presagire una pellicola d’avanguardia, tra George Lucas e Sergio Leone. È così che migliaia di persone sono state attirate nelle sale di tutto il mondo, per rimanere poi shoccate dalla delusione.
Arizona, 1873. Uno straniero (Daniel Craig) si risveglia nel deserto. Ha perso la memoria e ha al polso uno strano bracciale di metallo. Arriva nella desolata città di Absolution, dove gli abitanti sono soggiogati dall’autorità e dal “pugno di ferro” del Colonnello Dolarhyde (Harrison Ford). Mentre lo straniero sta per scontrarsi proprio con il colonnello, la città viene attaccata da navicelle aliene che rapiscono molti abitanti.
Durante l’attacco il misterioso bracciale si scopre una potentissima arma e tutti i cittadini di Absolution si rendono conto che l’unica speranza di ritrovare i loro cari risiede nello straniero senza memoria. Con l’aiuto dell’elusiva viaggiatrice Ella (Olivia Wilde), Craig mette insieme un folto gruppo comprendente gli opponenti della zona: gli abitanti del paese, Dolarhyde e i suoi uomini, i fuorilegge e i guerrieri Apache, tutti uniti contro un nemico comune per difendere la propria esistenza.
Già così, la trama fa storcere un po’ il naso. Non brilla certo per originalità e il dubbio di come un manipolo di cowboy e di pellerossa possa sconfiggere un’invasione aliena è più che lecito.
Il primo tempo del film scorre abbastanza bene. La ricostruzione del far west non è degna dei classici, ma la scena dell’incursione aliena è bene fatta, e alcuni siparietti comici tra Craig e il figlio del colonnello (interpretato da Paul Dano, che ricorderete sicuramente da Il petroliere) strappano qualche sorriso. L’azione non è molta, i dialoghi un po’ banali, ma comunque la curiosità di conoscere il seguito della storia rimane alta, e i paesaggi del deserto americano fanno sempre una bella scena (niente a che vedere con quelli de Il Grinta di dei fratelli Coen, però).
È con il secondo tempo che tutto precipita.
La sceneggiatura affonda più veloce del Titanic. I buchi logici si susseguono scena dopo scena fino a culminare nella battaglia finale che sembra scritta per il pubblico dei Teletubbies. Gli alieni hanno a disposizione armi distruttive, ma affrontano i cowboys a mani nude. Alcuni di loro vengono uccisi da una semplice coltellata, altri devono essere sommersi da una colata d’oro fuso, altrimenti continuano ad avanzare. Sono alieni che hanno inventato una tecnologia avanzatissima e combattono come bestie, senza neppure un accenno di strategia militare.
Anche la qualità delle scene lascia molto a desiderare. Nulla a che vedere con gli scontri di Iron Man, che per quanto esagerati sono comunque un buon esempio di intrattenimento. In Cowboys & Aliens tutto sembra dozzinale, fatto di fretta senza mai prendere una pausa per pensare alla qualità.
Harrison Ford sta sempre bene con il cappello, ma la qualità della sua recitazione non è più quella di un tempo. A Craig il cappello sta proprio male, ma questa non è di certo una scusante per la sua interpretazione imbalsamata. L’unico a fornire una prova degna di una pellicola a così alto budget è Paul Dano, che però viene rilegato a un ruolo oltremodo secondario.
Cowboys & Aliens doveva ovviamente essere un prodotto di puro intrattenimento, ma non per questo doveva essere realizzato in maniera tanto trascurata. Un peccato per chi l’ha realizzato e soprattutto per chi ha speso soldi per vederlo.