La serie della NBC sulla superfanciulla dai poteri sovrumani si ferma al pilot, disponibile in rete per i curiosi che vogliono sapere cosa NON vedremo.
Strana sorte quella di Wonder Woman, la donna guerriera dei fumetti creata da William Moulton Marston nel 1941 che ha trasposto l’era del femminismo nei cartoon, combattendo alla pari con Batman e Superman.
In quanto icona inossidabile, regge ancora oggi perfettamente il confronto sulla carta disegnata con i due supereroi, ma, se si tratta di trascrizioni televisive o cinematografiche, la fortuna l’abbandona. Infatti, la serie che sarebbe dovuta partire quest’anno, made in Nbc, è rimasta ferma ai nastri di partenza, per il mancato consenso della casa madre. In rete è disponibile anche il pilot che ci mostra quello che questa serie tv poteva essere. Sembra anche che fra lo script iniziale e il pilot ci fossero moltissimi tagli, cambiamenti, stravolgimenti a dimostrare il parto difficile.
Un po’ di storia.
Qualcuno un po’ agée può forse ricordare la serie televisiva degli anni ’70 in cui una splendida Lynda Carter (miss Universo 1973) vestiva i panni (succinti quanto basta) di Diana la principessa delle amazzoni. Quella è la prima e unica serie che ha resistito abbastanza da far conoscere l’intrepida guerriera al di fuori del mondo della carta stampata.
La storia di riferimento è piuttosto semplice: nella mitica isola Paradiso vivono le amazzoni, una comunità di donne guerriere. La loro regina, Ippolita, ottiene dalla dea Afrodite di poter avere una figlia chiamata Diana. Durante la seconda guerra mondiale Steve Trevor, pilota degli Stati uniti d’America, cade col suo aereo sull’isola. La giovane Diana se ne innamora e parte con lui. Si rivela così il tema centrale della storia: una principessa guerriera con superpoteri (con una forza superiore agli uomini), proveniente da una società in cui il potere è delle donne, si trova a interagire con una società sostanzialmente maschilista, al fine di difendere la giustizia e il valore della democrazia.
L’eroina, creata nell’alveo della DC Comics, aveva come suoi interlocutori diretti Superman e Batman, cui non risultava inferiore. L’intento femminista era chiaro e dichiarato fin dall’inizio. Nelle evoluzioni della storia a fumetti e nel telefilm la principessa Diana assume l’alter ego di Diana Prince, che affronta la normalità della vita quotidiana nei panni di una ragazza normale.
I tentativi di rifacimenti vari improntati su questa superoina sono numerosissimi, fra film e serie televisive. Anche Josh Whedon nel 2005 aveva cominciato a lavorare per innervare questo personaggio di quella carica iconica di femminismo ricco di umanità e humor che aveva infuso nella sua Buffy. Ma anche questo progetto è sfumato.
Il pilot della NBC mostra, a differenza dei precedenti tentativi di trasposizione cinematografica o televisiva, una notevole Adrianne Palicki che cerca di sostenere ben tre delle anime di Wonder Woman: la guerriera invincibile con le sue mitiche armi; la donna in carriera, personaggio pubblico che sostiene conferenze stampa per la Themyscira Industries; e in ultimo una ragazza che vive sola con la sua gatta e soffre per la rottura col suo boy friend storico, quello Steve Trevor che l’aveva trovata nella sua isola Paradiso.
Che sia proprio questa triplice sfaccettatura il problema? Eppure le donne oggi molteplici ruoli li sostengono quotidianamente. Oppure il punto è immaginare rapporti verosimili con un mondo maschile oggigiorno di gran lunga meno definito del fluido moderno femminino?