Sopdet – Lara Manni

Una ragazzina appassionata di manga e il suo incredibile potere. Lo scontro tra due demoni. Una dea che muove le fila di un destino su cui brilla la stella della morte. Tra manga e narrativa, sogno e realtà le culture si incontrano in un magico, ipnotico mix.

Sopdet non risparmia colpi di scena, realizzando un appassionante connubio tra cultura letteraria elevata nazionale e internazionale e quella più pop (ma non per questo meno preziosa) del fumetto giapponese. Discostandosi in parte dai canoni del fantasy classico, l’autrice si appropria degli stilemi della Sensei (ovvero il maestro, in questo caso, il fumettista nipponico), per realizzare un mix singolare e riuscito. A rendere concreto tale connubio, la protagonista, Ivy, appassionata del genere, che di stelle della morte inizialmente non ha alcuna nozione.

Sopdet, secondo romanzo di Lara Manni

Evelina, detta Ivy, ha sedici anni e non è una ragazza comune. Malgrado la sua passione per i manga la accomunino ad altri coetanei, in particolare quella per la serie dedicata al demone Hyoutsuki, dalle sue mani sembra sprigionarsi una magia. La ragazzina, infatti, nel ridisegnare con innegabile talento i personaggi manga tanto amati, non sa ancora di avere la capacità di poter intervenire sulle gesta dei demoni. Esseri che sono sulle sue tracce per due diverse ragioni: Yobai per distruggere colei che può determinare la sua morte; Hyoutsuki per fermare il primo, impedendogli di eliminare la terrestre, incontrata anche durante un sogno notturno di lei. In questo inseguimento, si frappone Sopdet (nome che gli antichi attribuivano a Sirio), la stella della morte che tornerà invisibile soltanto una volta trascorsi settanta giorni. In questo arco di tempo i demoni non possono entrare nella dimensione temporale in cui vive Ivy, perciò il compito di Yobay sarà quello di eliminare il problema “dalla radice”.

Una prima vittoria della creatura, che attacca i bisnonni sembra mettere in discussione la sopravvivenza nel presente di Ivy, ma il destino tenderà nuovi fili e la missione di Yobai non sarà semplice come da lui presunto, soprattutto a causa dell’intervento di Hyoutsuki. Nel frattempo il presente della protagonista si arricchisce di colpi di scena e di una fuga mozzafiato che la porterà in alcuni luoghi del Belpaese, mentre nel passato si svolgono le azioni e gli scontri dei due esseri sovrannaturali. 

I due demoni si trovano catapultati in tre diverse epoche della storia italiana -1915,1943,1977- di cui l’autrice restituisce le atmosfere in maniera tanto lampante quanto evocativa. Dalla prima guerra mondiale, alle contestazioni della fine degli anni Ottanta con giovani che nel Siddartha di Herman Hesse trovano una guida verso il futuro, passando per l’armistizio e i campi di concentramento. Non mancano riferimenti alla politica odierna e all’attualità, con riferimento alla presenza dei Rom nella capitale italiana. Nella rievocazione di epoche diverse si nota come i demoni arrivino sempre in una situazione di instabilità, come nel caso del “caldo1977, in cui Yobai avverte le energie che si stanno sprigionando nella Roma delle contestazioni di cappelloni e poeti con tanto di canna appena rollata portata di mano, pronti per una manifestazione non autorizzata, cui partecipa una giovane Alice, madre di Ivy.

Nel presente la protagonista è alle prese con una prova che inevitabilmente la cambierà.  Strappata alla madre, inseguita da un ghoul, che ha il compito di fare ciò che Yobai non può, a causa della presenza di Sirio, nelle mani e in lei un potere fino a poco tempo prima, sconosciuto. Ivy ha molto in comune con i protagonisti di fantasy, solitamente adolescenti. Deve operare una scelta, superando ostacoli complessi, soffrendo anche perdite di persone care, ma che, al contempo, costituiranno un incentivo a diventare ” grande”. È sola, fa degli errori che mettono a repentaglio la vita di Hyoutsuki e la sua, ma poi avviene sempre qualcosa che le consente di schivare il peggio. Per diversi giorni non potrà disegnare, influendo su uno scontro che si fa sempre più cruento. D’altro canto, ci sono tre anziane che la scortano nella fuga. Tre donne, o meglio, creature di cui non si comprende la natura subito, e che ricordano le tre Parche, in quanto sembrano avere parte attiva nel destino della ragazzina. Guardando alla tradizione fiabesca, queste tre creature ricordano quelle che supportano gli eroi nelle loro imprese. Ma anche nei manga abbiamo degli aiutanti magici che iniziano l’eroe alla propria impresa.

La sedicenne di Sopdet ha molte affinità con la Bunny di Sailor Moon (mentore per lei, la gatta Luna, come per Marta, alias Sailor Venus lo è Artemis) o con altre eroine e maghette  made in Japan quali Sandy dai mille colori con Pico e Paco, Magica Amy con Moko e altri nei quali non manca mai l’aiutante magico, spesso dalle sembianze animali. Come queste eroine, Ivy scopre di avere un potere che non sa ancora come gestire e che, in più occasioni, l’inesperienza le impedisce di usare correttamente. E come le altre, è una ragazzina sognatrice e creativa, ma anche pasticciona. Non è pero protagonista di episodi comici, come avviene per Bunny, anzi Evelina  ha qualcosa che la assimila a eroine letterarie, cariche di tragicità: la Giulietta scespiriana, nel suo sacrificarsi per colui che ama, determinando la tragedia finale. Della ragazzina, la Manni evidenzia tutte le caratteristiche proprie degli adolescenti, che nella loro audacia verso la vita, hanno anche un forte senso del drammatico. Un alone di malinconia cinge la ragazzina, forse anche a causa di ciò che ha vissuto la bisnonna Adelina con Hyoutsouki.

Hyoutsuke e Adelina come Inuyasha e Kagome?

Un amore nasce tra scontri e morti atroci. Il demone e Adelina, due creature così diverse, unite da un destino che li fa incontrare di nuovo nel tempo, quando sembra che ciò non possa avvenire.

La bisnonna di Ivy, figlia di un tempo in cui sentimenti e sesso sono vissuti con estremo pudore, prova fin dall’inizio un’attrazione per colui che la sta proteggendo e che le si è presentato sotto spoglie umane. Sente però che non è umano. E d’altro canto, lui, demone che in quanto tale, dispregia gli esseri umani, più volte si trattiene dal dilaniare la donna. Finché si rende conto di amare quell’essere che per lui è inferiore.  Un’umana e un essere sovrannaturale (come avviene nel Dracula stokeriano, nei due libri di Scarlett, di Barbara Baraldi) che si amano e il cui legame si protrae nel tempo, anche quando Adelina, ormai invecchiata, si unisce ancora a Hyoutsuki. Una situazione che ricorda una pellicola recente, tratta dalla novella, Il curioso caso di Benjamin Buttom (di F.S. Fitzgerald), nel momento in cui i due si ritrovano, lei invecchiata, lui ancora giovane. Ma l’amore che sembra appannaggio solo dei giovani e qualcosa che prescinde rughe e decadimenti fisici. E l’amore cambia il demone della tradizione giapponese.

Hyoutsuki e Yobai, esseri che si scontrano e i cui fili del destino sono mossi da Axieros, la Dea che agisce tra le pagine del libro come una burattinaia. È una figura enigmatica, che evoca personaggi nipponici quali quelle di Oh mia Dea! (in cui le divinità sono collocate in situazioni desacralizzanti) o, vagamente, pur se con caratteristiche ben diverse, l’Atena de I cavalieri dello zodiaco. In questo caso, si tratta di una divinità spietata con caratteristiche umane, come le divinità dell’Olimpo che racchiudono i difetti degli esseri umani. I demoni sono esseri in bilico, dalle caratteristiche e dagli istinti animaleschi, che viaggiano nelle diverse dimensioni spazio-temporali, ma risiedono in una sorta di limbo, da cui affermano la propria superiorità rispetto agli umani.

Sangue che scorre in Sopdet, romanzo della sospensione e della fuga. Un lavoro in cui manga e narrativa, azione e visione,  storia e fantasia si fondono senza sbavature, grazie al collante di una prosa, a tratti poetica, a tratti visionaria, ricchissima di elementi eterogenei. Non è facile attingere a culture lontane, senza correre il rischio di scadere nel “pastiche d’autore”. Qui non avviene, anzi, il romanzo rispecchia una contemporaneità italiana che nei manga e negli anime ha trovato un collante generazionale. Non ultimo, tra i tanti manga e anime, è un riferimento: quello a Inuyasha , di Rumiko Takahashi (già autrice della celebre serie di Lamù), in cui l’amore tra un’umana e un demone è al centro della serie. Sicuramente per gli appassionati del genere nipponico, è questo il riferimento culturale più evidente. Ma non bisogna fermarsi alle apparenze, perché in Sopdet si ascolta il battito di un cuore pulsante di vita culturale, in cui non mancano anche citazioni musicali (Beethoven, Led Zeppelin, etc…) e, naturalmente,  letterarie (Hesse ad esempio). Una vicenda fantastica, un romanzo-manga, con riferimenti al metaromanzo, che potrebbe anche essere chiamato metamanga, nell’azione di Ivy che nel disegnare determina lo svolgimento della trama,  in cui il presente e la storia s’intrecciano, facendo perdere il lettore ogni riferimento spazio-temporale. Finché la stella della morte torna visibile e… si arriva alla fine di un sogno-realtà che scuote e suscita qualche riflessione e quesito sui personaggi.

Lara Manni, come in un fumetto

L’AUTRICE:

Lara Manni. È nata e vive a Roma, lavorando tra librerie e biblioteche. Dal 2006 scrive su EFP con lo pseudonimo di Rosencrantz. Ha all’attivo un primo romanzo, Esbat (Feltrinelli, 2009). Non ha un gatto, ma ha un blog: www.laramanni.wordpress.com.

Sopdet

La stella della morte
di Lara Manni
Casa Editrice: Fazi
Prezzo: € 18,50
Codice ISBN: 978-88-7625-112-2

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