Patrick Rothfuss torna in libreria con l’atteso seguito de Il nome del vento.
Lo scorso primo settembre è arrivato in tutte le librerie italiane La paura del saggio di Patrick Rothfuss, secondo capitolo della saga Le cronache dell’assassino del re, edita da Fanucci.
Come si può leggere nella recensione (che potete trovare QUI), nel primo volume della trilogia, Il nome de vento, l’autore americano si era distinto per la dettagliata costruzione dell’ambientazione, ma la sua gestione del ritmo narrativo non aveva del tutto convinto. Premesso questo, non si può nascondere che il lettore rimane sicuramente spaventato dalla mole del nuovo libro, 1140 pagine, per un ragguardevole peso di un chilo e duecento grammi. È con estrema diffidenza quindi, che si inizia la lettura.
Il locandiere porse il foglio di carta di nuovo a Cronista, che lo lisciò con una mano senza pensarci. Cronista stappò il suo inchiostro e intinse la penna. Bast si sporse in avanti entusiasta, sorridendo come un bimbo eccitato.
Gli occhi vividi di Kvothe guizzarono per la stanza, osservando tutto quanto. Trasse un profondo respiro e tutt’a un tratto un sorriso gli spuntò sulle labbra e, per un breve istante, non parve affatto un locandiere. I suoi occhi erano vivi e acuti, verdi come un filo d’erba. «Pronto?»
Nella locanda La Pietra Miliare, l’enigmatico oste Kvothe, continua il racconto della sua avventurosa vita. Si torna quindi tra i banchi dell’Accademia, dove il protagonista vive la sua giovinezza tra lezioni, esperimenti, amicizie e amori. Il suo carattere focoso e la sua lingua tagliente gli procurano con numerosi studenti screzi e scontri, che sfociano nell’agguerrita rivalità con Ambrose, giovane rampollo di una nobile e influente famiglia. Kvothe è così costretto ad allontanarsi dall’Accademia.
Rimasto solo e senza soldi, si reca nel regno di Vintas dove rimane coinvolto da intrighi di corte, tentati assassinii e misteriose indagini su strani eventi capitati ai viaggiatori che percorrono la Strada del Re. Mentre muove i suoi primi passi da eroe, Kvothe continua a raccogliere informazioni sugli Amyr e sui Chandrian, gli esseri considerati leggendari che hanno trucidato la sua famiglia, avvicinandosi, passo dopo passo, alla verità.
La paura del saggio è un fantasy epico, ambientato in un modo creato in maniera impeccabile da Rothfuss. Tutto è spiegato e descritto con dovizia di particolari. A partire dall’originale idea di magia, basata su una concezione molto scientifica, per passare alla musica, alla poesia e a tutti gli aspetti che caratterizzano una società in cui il lettore si ritrova coinvolto a 360 gradi. Oltre a questo, poi, bisogna aggiungere l’aspetto geografico (forse l’unico un po’ trascurato nel primo libro), che, attraverso il viaggio di Kvothe, l’autore ha l’occasione di approfondire, ovviamente senza lesinare i dettagli.
Dopo due libri e poco meno di duemila pagine, si può affermare, senza timore di essere smentiti, che Rothfuss ha creato una completa e scrupolosa ambientazione fantasy. Un lavoro elegante, degno del perfetto atlante per giochi di ruolo. Purtroppo per tutti, però, La paura del saggio è un romanzo e non un manuale di gioco.
Tenere viva l’attenzione del lettore per 1140 pagine è un impresa titanica, già fallita da molti scrittori di indubbio valore. Rothfuss tenta di vincere la sfida con una storia esile, sepolta sotto sei piedi di dettagli, e il risultato è scontato. Niente ritmo, niente suspance. Non si prova mai l’impellente bisogno di continuare la lettura a dispetto degli impegni: l’ora tarda, il telefono che squilla o l’odore di bruciato che proviene dalla cucina. A dir la verità, non sarebbe poi così strano se fosse il lettore stesso a desiderare una banale scusa per chiudere il libro e dedicarsi ad altro.
Il più grande rimpianto è che, a parte alcuni problemi generati da una non impeccabile gestione degli infodump, lo stile dello scrittore americano è accattivante e scorrevole, adulto ma senza l’ostentata ricercatezza di cui spesso sono vittima gli autori che vogliono distinguersi dal fantasy commerciale.
La paura del saggio è un romanzo dalle enormi potenzialità, ma, visti i problemi già riscontrati nel primo volume, non si riesce a comprendere la scelta editoriale di pubblicare un secondo libro di oltre mille pagine, che, invece di risolvere le naturali manchevolezze di un opera prima, aggrava i difetti con una lunghezza eccessiva. Una scelta che rende La paura del saggio un enorme occasione mancata.
L’AUTORE
Patrick Rothfuss è nato nel 1973. Nel 2002 ha vinto il concorso Writers of the Future con il racconto The Road to Levinshir, estratto dal romanzo The Song of Flame and Thunder, fino ad allora rifiutato da diversi editori. Dall’opera è stato tratto il romanzo Il nome del vento, primo episodio della saga Le Cronache dell’assassino del Re, a cui seguirà il secondo volume: La paura del saggio