Il Diario delle Fate – Jane Yolen e Midori Snyder

Una fiaba moderna che attinge al folklore feerico: magie e passioni segrete s’intrecciano alla Corte Fatata. Due sorelle cacciate dalla Regina a causa di un segreto inconfessabile. Ma si tratta solo di una punizione, oppure il destino ha teso fili invisibili su di loro?

Un romanzo/fiaba caratterizzato da slittamenti di identità, avventura e un intreccio avvincente, che racconta di un segreto scoperto da Serana e Meteora, due sorelle appartenenti al popolo fatato, severamente punite dalla loro Regina, oggetto di pettegolezzi diffusi per errore dalle creature. Oltre alla separazione forzata e alla cacciata dal loro regno, per loro è prevista una maledizione se solo osano ricongiungersi. La maledizione  non impedisce loro di agire e di comunicare per cercare di scongiurare due pericoli che si profilano all’orizzonte: Berretto Rosso e Lord Incubo.

Una fiaba moderna e appassionante, che attinge alla tradizione feerica

Serana e Meteora vivono, spensierate, nel loro Regno.  Poca attinenza con le creature fatate stile Campanellino (Peter Pan) o Fata Turchina (Pinocchio). Non hanno ali di farfalla o di angelo, ma sono dotate di poteri eccezionali. A differenza della visione tradizionale, che le relega all’ambito della spiritualità, le protagoniste sono esseri molto incantevoli e sensuali, dediti ai piaceri della carne. Fa però eccezione la Regina del Regno Fatato: capelli d’oro, portamento elegante e altero, viene considerata dalle due “di ghiaccio”. Ma anche gli iceberg hanno un cuore che si scioglie, liberando quanto era imprigionato sotto ghiacci perenni. Tale liberazione avverrà sotto gli occhi sbigottiti di Serana e Meteora, che assistono a un congresso amoroso della loro signora con un umano. E vicino ai due amanti, una neonata. Una figlia illegittima? Le gesta non ben precisate della Regina diventeranno oggetto di voci e dunque di dileggio, a fronte di colei che copre il ruolo cruciale e in un contesto di scarso equilibrio della pace, che il Popolo delle Tenebre sembra non volere.

L’ira della signora fatata, che sfugge alle definizioni tradizionali che dipingono questi esseri “angelicati”, si abbatte sulle due chiacchierone, che subiscono una punizione. Il ricongiungimento delle due sorelle, catapultate sulla Terra, esattamente in due zone diverse degli Stati Uniti, sembra quindi impossibile,  a causa della malia lanciata dalla Regina. Intanto Serana e Meteora si trovano ad affrontare il mondo degli umani e tutti gli aspetti a esso legati: la necessità di lavorare per guadagnare soldi, i rapporti con le persone, il cibo. Ma soprattutto, l’aspetto umano che assumono: anziane decadenti e invisibili (come lo sono gli anziani sulla Terra), aspetto che si sostituisce a quello di fate dai corpi flessuosi e dalle pelli morbide e levigate. Per le due, un vero e proprio shock.

Serana, sostenuta da un sussidio mensile, s’imbatte in Robin, o Vanilla Blue un giovane, strano, quanto abile musicista. Meteora, invece, guidata da Baba Yaga, personaggio cardine della tradizione fiabesca slava, si troverà a dover condividere una casa con alcuni universitari, che pagano l’affitto alla strega. Tra questi, anche una ragazza dai capelli verdi, Sparrow. La ragazza triste, un passato di orfana e di violenza alle spalle, un tatuaggio dagli effetti malefici, di cui è autore l’inquietante Falco, diventerà uno degli oggetti delle lettere che Meteora, chiamata Sophia (il gioco delle identità è un altro tema legato ai poteri delle fate), descrive nella sua corrispondenza con la sorella ritrovata un po’ per caso. E dalla corrispondenza emerge anche la presenza di esseri come il temuto Berretto Rosso,  segno che  qualcosa di poco piacevole si sta preparando.

Il popolo delle Tenebre, identificabile con la cosiddetta The Unseelie Court (di cui fa parte Berretto Rosso)  scalpita, soprattutto con l’avvicinarsi dell’inverno, stagione in cui, nella prevalenza del buio, il caso gioca a favore dei “cattivi”.  E con lui, anche Lord Incubo. Situazioni aggrovigliate che suscitano nelle protagoniste non pochi quesiti. La cacciata dal regno delle Fate è stata davvero causata da “una lingua troppo lunga”? O  Serana e Meteora sono due pedine centrali nel gioco a scacchi ingaggiato tra la loro signora e i malvagi nemici?

La Regina delle Fate caccia Serana

Due fate esiliate dal loro Regno. La situazione ricorda quella archetipica narrata dalle Sacre Scritture. Adamo ed Eva cacciati dall’Eden, che nella disobbedienza trovano le ragioni della propria mortalità. E Serana e Meteora, cacciate dalla loro signora proprio perché incapaci di mantenere un segreto tanto intimo quanto delicato, sono condannate a una medesima punizione: vestire panni mortali, e per di più di anziane brutte e decadenti. E come i genitori dell’umana progenie, devono imparare a vivere e a sopravvivere, utilizzando le proprie risorse. Due fate punite, che si trovano quindi a dover affrontare un mondo di asfalto e cemento e quindi tanto più lontano dal loro. In questo si spiega la separazione tra due dimensioni, quella umana e quella fatata. Come ne Il signore degli anelli, il riferimento alle trasformazioni introdotte dagli uomini, in una chiave ecologista è presente. Nessuna parabola è però espressa, solo il confronto tra due mondi così lontani, ma anche tanto vicini. Dal canto loro le fate, sono le detentrici di un sapere, ai nostri tempi ormai arcaico, custodito da pochi, ma prezioso per mantenere il contatto con gli elementi della natura.

Il diario delle fate è una fiaba moderna, che racchiude un intero mondo, ma anche tanti mondi possibili. Personaggi e situazioni attinti al folklore fatato, che entrano in rotta di collisione con la Terra rivoluzionata dalle connessioni internet e dagli studenti che si imbottiscono di alcol e sballo. A partire da Baba Yaga, personaggio sgradevole che nelle rappresentazioni tradizionali, si sposta volando su un mortaio ed è servita da esseri invisibili (come avviene nel romanzo) che insegna a Meteora il colorito vocabolario terrestre del Duemila, con parole scurrili che, inizialmente, fanno arrossire la fata.

Non mancano nemmeno riferimenti al mondo fatato tout-court: la musica, che è una delle più grandi passioni delle esseri fatati. Viene affrontato il tema dei bambini scambiati, ovvero i terrestri rapiti dalle fate, che, secondo la tradizione, vengono sostituiti da ceppi di alberi e altri elementi della natura.  Tutti gli elementi che respingono e attraggono per definizione le fate. Il ferro è l’elemento più temuto, mentre l’argento è il materiale a loro favorevole. Presenti i riferimenti alle erbe e ai fiori, comprese le loro proprietà. Si svela quindi una miniera di informazioni che s’intrecciano alla trama, congegnata secondo un stile non convenzionale. 

La forma epistolare e quella diaristica, s’intrecciano, insieme ai continui spostamenti dell’io narrante e del punto di vista. Narrazione in prima persona, si alterna alla terza persona singolare, creando un particolare effetto di slittamento delle prospettive, in chiave di brechtiano effetto di straniamento, tradotto in realtà in un maggiore coinvolgimento del lettore. Accanto al particolare stile, si dischiude un mondo di leggende e folklore, che nasce da penne capaci di rielaborare il tutto in una chiave moderna.

Non abbiamo più fate dolci, delicate, materne, legate alla rappresentazione della figura femminile di un tempo. In romanzi come quello della Yolen e della Snyder, le fate sono libere nel corpo e nella mente. Possono essere scapestrate, ma sempre dotate di una personalità slegata a visioni stereotipare. È la nuova visione femminile, fautrice di un destino complesso, ma di cui è artefice. E resta ancora spazio per la magia in senso lato. Magia come possibilità di incidere sul corso degli eventi. Magia che pervade ogni cosa, magia che scaturisce nella forza muta della natura, che chiede rispetto e da cui l’uomo si sta allontanando; ricordando che le fiabe non sono morte, anzi vivono grazie a libri come questo.

LE AUTRICI

Jane Yolen.  Nata a New York, vive in Massauchusset.
Autrice di ben 170 libri, ha vinto numerosi premi e I suoi romanzi sono stati tradotti in tutto il mondo. Per la sua vena fiabesca e la grande versatilità è stata definita la “Han Christian Andersen d’America”.

Midori Snyden
Autrice di otto libri per ragazzi e adulti, tradotti in diverse lingue.
Con il romanzo The Innamorati ha vinto il Mythopoiec Award. Suoi racconti sono apparsi su raccolte e riviste.

 

 

Il diario delle fate

di Jane Yolen, Midori Snyden
Casa Editrice: Newton Compton LIbri
Prezzo: € 9,90
Codice ISBN: 978-88-541-3028-9

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