Sulle scrivanie dei produttori ci sono almeno 12000 sceneggiature dedicate a Frankenstein, ma il regista Shawn Levy sta battendo tutti sul tempo aiutato dalla potente Fox. Il risultato non è scontato e probabilmente sarà il primo prodotto di una lunga serie, si spera di qualità.
Il regista Shawn Levy (Una Notte al Museo, Una Notte al Museo 2, Notte Folle a Manhattan), impegnato con le riprese del film prodotto da James Cameron Viaggio Allucinante, è stato scelto dalla Fox come regista del remake di Frankenstein. Max Landis (Fear Itself), figlio del regista John Landis (The Blues Brothers), avrebbe già scritto la sceneggiatura. Il produttore è John Davis (Heartbreakers, Waterworld, Eragon).
Gli studi Fox stanno spingendo affinché il progetto si concretizzi il prima possibile, in modo da battere la spietata concorrenza. A quanto pare Levy, che ha appena ultimato le riprese di Real Steel con Hugh Jackman (X Man), dovrà abbandonare le riprese di Viaggio Allucinante per potersi concentrare completamente su questo film. Non si sa nulla della storia, del cast e nemmeno del titolo. Tutto è tenuto rigorosamente top secret. D’altronde il progetto è ancora in fase di sviluppo, quindi è comprensibile un certo riserbo. E’ possibile che il film sia una versione sci-fi del romanzo di Mary Shelley e che siano preponderanti i temi della redenzione e dell’amicizia.
Il personaggio di Frankenstein è uno dei più sfruttati dal cinema: l’ultima trasposizione, prodotta da Francis Ford Coppola (Dracula di Bram Stoker), è quella di Kenneth Branagh (Thor, Harry Potter e la Camera dei Segreti), che risale al 1994. Tra gli interpreti, oltre allo stesso Branagh, nel ruolo di Victor Frankenstein, risultano anche Helena Bonham Carter (Alice in Wonderland) e Robert De Niro (Limitless) nei panni della creatura creata da Frankenstein. Questa versione, forse troppo criticata e incompresa, privilegia l’aspetto horror del romanzo di Mary Shelley, più che quello sentimentale. L’interpretazione di De Niro e Branagh, inoltre, è stata giudicata eccessiva, troppo sopra le righe; in parte è vero, però si deve ricordare che questo tipo di recitazione è una delle peculiarità di Branagh. Tra le intenzioni del regista c’era quella di fare un vero adattamento dal romanzo e non di utilizzarlo come semplice spunto, cosa accaduta tante volte in passato. Il tentativo, però, è riuscito solo parzialmente, visto il gran numero di differenze tra il libro e il film e gli episodi inediti. Complessivamente, comunque, è un buon film, con una sceneggiatura nient’affatto banale.
La versione più famosa di Frankenstein è quella del 1931, diretta da James Whale con Boris Carloff (La Mummia, La Moglie di Frankenstein) nei panni della creatura. Questo film fece epoca, soprattutto per l’interpretazione di Carloff, ma anche per la famosa scena del rogo finale, che allora fece un effetto straordinario, ma oggi fa sorridere. Le atmosfere sono molto cupe e il tema che pervade l’intera storia è quello dell’imprevedibilità del destino. Nessun altro film ha avuto più imitazioni. E’ da qui che ha avuto inizio la fortuna cinematografica del mostro creato in laboratorio dal dottor Victor Frankenstein e si ribella al suo creatore. Lo stesso Karloff rimase per sempre legato a questa pellicola e mai nessuno è riuscito ad eguagliare la sua interpretazione e nemmeno ad imitarlo.
In realtà la prima apparizione del mostro al cinema risale addirittura al 1910, con il film Frankenstein di Searle Dawley (The Nine Lives of a Cat), che, però, è un cortometraggio e di libera ispirazione, pur avendo la sua importanza storica.
Da allora le trasposizioni si sono susseguite, da La Moglie di Frankenstein di James Whale (1936) al capolavoro Frankenstein Junior di Mel Brooks (1975) con il famosissimo Igor interpretato da Marty Feldman (L’Ultima Follia di Mel Brooks).
Questa è la pesante eredità del passato. Nel futuro ci sarà non solo la versione di Shawn Levy, ma anche l’adattamento di Peter Ackroyd (The Romantics), The Casebook of Victor Frankenstein, prodotto da Sam Raimi; (Darkman) l’adattamento del romanzo di Kenneth Oppel, This Dark Endeavor: The Apprenticeship of Victor Frankenstein, diretto da Matt Reeves (Tre Amici Un Matrimonio e Un Funerale); la versione della Sony, con Haley Joel Osment (Il Sesto Senso) come protagonista; la versione di Guillermo del Toro (Hellboy), con Doug Jones (Batman Il Ritorno) nei panni della creatura; e infine un adattamento di Frankenstein: Prodigal Son di Dean Koontz.
Non c’è dubbio: il mito di Frankenstein vive ancora nella nostra immaginazione e l’interpretazione di Boris Karloff ne è ancora oggi la concretizzazione. C’è da scommettere che sarà davvero difficile sostituirla; anzi forse impossibile.