Draghi e Magia in un improbabile XXI Secolo, dove leggenda e tecnologia si incontrano dando vita a una storia che brilla per umorismo e originalità.
L’ultimo Drago è un fantasy “urbano” popolato da creature mitologiche e leggendarie, quali Draghi e affini, che non hanno nulla a che vedere con in più “moderni” vampiri e licantropi. Jasper Fforde ha creato, per questo breve ma intenso romanzo, un’ambientazione contemporanea unica dove l’irreale e il reale si intrecciano in una trama brillante e ironica in grado di catturare lettori di ogni età.
Il romanzo è un’esplosione di fantasia: ritmo serrato, narrazione rapida e una carica inesauribile di elementi fantasy colpiscono immediatamente il lettore fin dalle prime pagine. Fforde ci introduce al suo bizzarro mondo senza mezze misure: in maniera naturale e immediata ci si ritrova immersi in un universo nel quale si viaggia sia in automobile che su tappeti volanti, nel quale tutti posseggono un cellulare e, alcuni, anche una spada ammazza draghi.
La protagonista del romanzo è la giovane Jennifer Strange, che a soli sedici anni è la figura di riferimento di tutti i maghi di Hereford, nei Regni Disuniti. La Torre Kazam è la sua casa, e il suo compito è quello di procurare e gestire gli impieghi per i maghi che lavorano per l’Agenzia Kazam. Nel mondo di Fforde la magia è si integrata al quotidiano, ma è debole e svilita, ormai solamente utilizzata per umili lavori. Irascibili e scontenti, i maghi danno filo da torcere alla giovane Jennifer (che non possiede nemmeno un grammo di magia), che con pugno di ferro e una buona dose di ironia riesce a gestire con successo tutti i suoi “dipendenti”.
I Regni Disuniti, suddivisi nel Regno di Hereford e il Ducado di Brecon, sono separati da una terra selvaggia, un tempo abitata da temibili creature sputafuoco di cui ora è rimasto un unico solitario esemplare. Le Terre di Drago sono intoccabili e impenetrabili per tutti gli umani, protette da una forza magica e indistruttibile. Secondo il Patto dei Draghi, nessun mortale può attaccare un Drago e viceversa. Chiunque lo infrangesse troverebbe la morte.
In un giorno apparentemente simile a tanti altri, la magia subirà un’ improvvisa impennata di potere, che permetterà ai maghi di utilizzare incantesimi assurdi ed esilaranti. Una visione improvvisa giungerà a tutti gli indovini e veggenti dei Regni Disuniti: entro una settimana Maltcassion, l’ultimo Drago, sarà ucciso dall’ ultimo Ammazzadraghi. E la prescelta, colei che è destinata a sconfiggere l’ultimo drago (e, forse, con esso anche l’ultimo flebile alito di magia), è proprio Jennifer.
Tutti gli avvenimenti successivi alla profezia (compresa la scoperta della missione di Jennifer) vengono abilmente descritti dalla voce della protagonista, che racconta le vicende in prima persona e al passato storico. Le reazioni della giovane sono sempre credibili e molto attinenti con il tipo di personaggio che l’autore ha voluto creare. Il suo autocontrollo e il carattere pratico che la distingue mettono a proprio agio il lettore, consentendo alla storia di fluire agevolmente senza rallentamenti o riflessioni inutili. Quello di Jennifer è un viaggio tortuoso e commovente, che le consentirà di visitare terre inesplorate e dialogare con creature tanto terrificanti, quanto sagge. I Regni Disuniti nascondono intrighi e complotti oscuri, che introdurranno Jennifer ad un mondo caratterizzato da violenti giochi di potere e verità mistificate.
Fforde ha dato vita a un fantasy che interseca realtà e finzione in un intreccio curato e interessante, che regala al lettore scene brillanti, convincenti e dinamiche. La dovizia usata nei dettagli, la creazione di creature uniche e la costruzione impeccabile della trama dimostrano la peculiarità e la bravura della vena fantastica di Fforde. Pur essendo un romanzo breve e autoconclusivo, L’ultimo Drago riesce ad essere appagante e completo sotto ogni aspetto, in special modo quello emotivo. Attraverso l’uso di una spumeggiante ironia, a volte al limite del demenziale, Fforde invita anche ad una riflessione sui difetti e le contraddizioni della società contemporanea che, in questo romanzo, sono estremizzati e quasi caricaturali.