PARTE #3: Genesi ed analisi di un fenomeno
(continua da… PARTE #1 e PARTE #2)
Nel corso degli anni, la saga di Harry Potter ha raccolto – se possibile – un numero di critiche e consensi talmente elevato da superare qualunque aspettativa. Partendo dalle istituzioni, e passando perfino dalla Chiesa, sembrerebbe che quasi nessuno sia riuscito a non puntare il dito contro J. K. Rowling e la sua incredibile creazione (che nel giro di pochissimi anni l’ha trasformata in una delle donne più ricche del globo).
Un fenomeno in crescita.
Critiche – discutibili – a parte, il fenomeno Harry Potter è partito in quarta fin dalle sue prime battute e la sua fama, nonostante la saga sia giunta alla sua conclusione, continua a crescere in maniera esponenziale, merito del merchandising e del fenomeno cross mediale che gli ruota intorno e continua a mantenerlo sulla cresta dell’onda.
Il vero pregio di un prodotto come Harry Potter sta proprio nella sua struttura. Nata come un prodotto fantasy per bambini, con gli anni ha mostrato la sua incredibile versatilità, malleandosi, anno dopo anno, episodio dopo episodio, a menti, gusti ed esigenze di ogni età. Merito anche dei temi affrontati, che via via hanno delineato un percorso costruttivo, oltre che meramente ludico.
Il risultato è una saga cinematografica assolutamente innovativa, profonda ed intelligente, che è riuscita perfino ad avvicinare i suoi giovani spettatori nella lettura dei romanzi (ad oggi ancora tra i più venduti e ri-venduti nel mondo).
Tematiche. Scottanti, ma non solo.
Quando la chiesa cattolica si è categoricamente opposta alla fruizione della saga di J.K. Rowling (tanto i libri, quanto i film), la notizia ha lasciato sbigottiti tutti gli studiosi del fenomeno “potteriano”: un lettore/spettatore, attento, infatti, sarà capace di notare all’interno dell’intera serie numerosi rimandi alla religione e cultura cristiano-cattolica, ma anche a scottanti temi sociali contemporanei come il razzismo e l’aspirazione alla perfezione.
Nel primo episodio, Harry Potter e la Pietra Filosofale, il rapimento del piccolo Harry ricorda molto da vicino la strage degli innocenti messa in atto da Erode alla disperata ricerca di Gesù, così come il rapporto del piccolo Harry con i suoi genitori – e tutti i suoi protettori dall’aldilà – sembra rimarcare un lieve sottotesto cristologico (assolutamente non accidentale) che rimandi, in qualche modo, alla tradizione cristiana.
Nel tanto discusso Harry Potter si parla anche di Libero Arbitrio: il fatto stesso che sia possibile scegliere (arbitrariamente) il tipo di gruppo a cui appartenere (anche se, simbolicamente, è un cappello magico a “scegliere” il destino di ogni aspirante mago), porta il piccolo Harry e i suoi compagni davanti ad una decisione fondamentale, quasi vitale, che potrebbe condizionare il corso della loro vita per sempre.
Religione a parte, Harry Potter è pervaso da elementi assolutamente vicini alla nostra realtà: nel momento in cui il piccolo Harry, appena undicenne, abbandona il mondo dei babbani, una volta approdato in quello magico vi ritroverà le stesse ingiustizie, le stesse controversie, le stesse contraddizioni (il razzismo scaturito dal pregiudizio nei confronti di una qualsivoglia diversità, per esempio). Basti pensare al rapporto complesso che Harry instaura con Draco Malfoy, di astio e conflitto sulle prime, risentito e rancoroso successivamente, fino al gesto eclatante sul finale, per mano dello stesso Harry, che decide di trarre in salvo Draco da un incendio che lui stesso aveva provocato. Non solo: anche il personaggio di Hermione gioca, in questo ambito, un ruolo fondamentale. Il fatto stesso che lei appartenga a una facoltosa famiglia di babbani (esseri umani, dunque, non maghi), pone la giovane fanciulla in una posizione di inferiorità rispetto agli altri, che inizialmente la trattano come una “diversa” (salvo poi, ovviamente, ricredersi sulle battute finali).
Diamo i numeri (e lo facciamo per bene)
Tematiche a parte, Harry Potter rimane soprattutto un prodotto di intrattenimento, attorno al quale ruotano cifre da capogiro (economiche, ma non solo…).
Vi basti sapere che:
• Per vestire i personaggi della saga ci sono voluti più di 25.000 capi di vestiario, oltre 600 divise scolastiche e ben 160 paia di occhiali soltanto per Harry Potter;
• Gli scenografi hanno realizzato oltre 588 set cinematografici, nonché 250 calchi dei corpi dei personaggi, utilizzati per ricavarne cadaveri o pietrificazioni da incantesimo, ma anche più di 70 bacchette (solo per Harry Potter);
• Il set si è avvalso della presenza di ben 250 animali e oltre 200 creature immaginarie;
• E non dimentichiamoci che in Italia la saga letteraria ha venduto più di 10 milioni di copie, che il record di vendite internazionale ha superato il mezzo miliardo di copie vendute in tutto il mondo e che Harry Potter è stato, ad oggi, tradotto in 69 lingue differenti e distribuito in più di 200 paesi in tutto il mondo.
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ago 13, 2011Posted By
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