Un demone e un ex seminarista legati da un vincolo misterioso. Un Ginn che si nutre di sale e che nei momenti di rabbia lampeggia strali azzurri. Un prescelto che, insieme ad altri, sarà sulle tracce di un Sigillo magico.
Non è una storia narrata in maniera convenzionale, né un vademecum per aspiranti addestratori di creature sovrannaturali. Demoni, Istruzioni per l’uso – Commedia degli orrori è un romanzo surreale, nel quale il fantastico assume toni grotteschi, all’ interno del contesto geografico californiano. A fare da corollario alla vicenda, una galleria di personaggi che incarnano nevrosi, desideri, aspirazioni umane. Tutti gli aspetti di uomini e donne che vivono la provincia assieme alle sue mille contraddizioni.
Catch e Travis, il demone e l’umano, arrivano a Pine Cove (California), portando con sé un alone di mistero. La loro venuta corrisponde, infatti, a una serie di strani eventi che non trovano spiegazione agli occhi dei residenti, i quali, come i membri di tutte le comunità di provincia, trovano il tempo per perdersi in pettegolezzi, cercando spiegazioni impossibili. Senza contare che nel medesimo frangente scompare anche Brezza, soggetto coinvolto in traffici illeciti, che, proprio nel momento in cui sta per compiere la svolta decisiva della sua vita, s’imbatte in una terrificante creatura che metterà fine alle sue ambizioni.
Sulle tracce del trafficone, il sergente Alphonso Rivera, del Dipartimento di Polizia della Contea di San Junipero, in cui s’imbatterà Robert, giovane fotografo fallito, cacciato di casa dalla moglie Jennifer. Il giovane, dedito all’alcool, troverà rifugio nella roulotte di Brezza e verrà coinvolto nell’inchiesta portata avanti da Rivera, complicando una situazione per niente rosea. Ciliegina sulla torta, l’arrivo di un buffo ometto dalle lampanti origini arabe, al market di Augustus Brine. L’ometto, chiederà del sale e in un momento di rabbia produrrà lampi azzurri che lasceranno Brine e i suoi clienti a bocca aperta. Ma forse era solo un sogno…
Purtroppo i sogni possono acquisire una consistenza reale e non sempre gradita e Augustus, sulla spiaggia dove si reca ogni giorno per pescare, incontra nuovamente l’arabo. Qua, la rivelazione: Brine è “il prescelto”. Figura molto frequente nell’immaginario fantastico, in particolare nell’urban fantasy, si tratta di essere umano, senza particolari qualità, almeno in apparenza, cui vengono messe in mano le chiavi del destino di una comunità o, addirittura, di un mondo. Un mortale cui viene affidato un compito gravoso, che gli consentirà di confrontarsi con se stesso, con i propri limiti e paure, ma anche con potenzialità e doti che nelle situazioni critiche si svelano quasi magicamente. Di predestinati la letteratura e la cinematografia del genere sono strapiene. Pensiamo alla mitica Buffy, ma anche al Bastian de La storia infinita, colui che è stato scelto per dare il nome all’Imperatrice Bambina. Ancora, Frodo, portatore dell’anello di Tolkien, e tutti i principi ed eroi della tradizione fiabesca, epica e mitologica, che si trovano a dover affrontare le fatidiche tre -numero magico e iniziatico- prove.
Solitamente si tratta di giovani, prevalentemente adolescenti, alle prese con la riscoperta del sé. Ma con l’arrivo dell’ometto dei lampi azzurri, la sua vita sarà stravolta. Già perché l’arabo è in realtà Gian Hen Gian, ovvero il re dei Ginn. E non è giunto a Pine Cove per caso.
Gian Hen Gian gli svelerà le sue origini e quelle di Catch, bellissimo serafino (angelo) guerriero, che il prolungato soggiorno all’Inferno ha trasformato in un mostro dalla pelle di serpente. Coinvolti entrambi nella costruzione di un tempio, su ordine del Re Salomone, a seguito delle azioni malvagie di Catch, entrambi verranno assoggettati al potere del Sigillo di Salomone. Oggetto ricercato dal Ginn, dopo duemila anni di reclusione all’interno di una giara in cui il Re biblico l’ha imprigionato.
Ignari di essere tampinati dal Genio e dal prescelto, Travis O’Hearn e Catch si aggirano per la cittadina californiana, il primo, aspirando a trovare il modo di liberarsi dalla creatura, che a sua volta vorrebbe liberarsi di un padrone troppo buono. Travis, che in realtà è un novantenne che il legame con la creatura ha mantenuto giovane, cerca di limitare le uccisioni di Catch, che si nutre di uomini, spingendolo verso malfattori e criminali. Il caso vuole che il custode incontri la bella Jennifer. Con l’innamoramento incipiente, diminuisce la volontà esercitata su Catch, risoluto a liberarsi di Travis. Perciò si metterà in cerca di un nuovo padrone, trovandolo in Rachel, capo di una congrega femminile dedita al culto della Dea, animata da forti aspirazioni al potere.
Travis ha perso l’innocenza, ma in maniera inconsapevole. Entrato prematuramente in seminario a ridosso della Guerra, attirandosi le gelosie di padre Jasper, viene costretto a un regime di vita inflessibile. Il giovane viene anche percosso dal superiore e sarà quella l’occasione di incontro con Catch. Con lui, suo malgrado e per caso, stipulerà un patto. Un po’ Dorian Gray, un po’ Faust, Travis vivrà la simbiosi con l’essere come una condanna, che lo costringerà a fare delle scelte, affinché il male di cui è Catch è rappresentante non si manifesti in tutta la sua potenza oscura. E se Catch, a un certo punto, ricerca il Sigillo per raggiungere il suoi scopi, Travis sogna la libertà, non contemplando le conseguenze della rottura del vincolo malefico. Egli è condannato a una giovinezza che perdurerà fino alla rottura del vincolo, non potrà vivere l’amore (anzi vedrà morire i cari), né potrà coltivare rapporti reali. Una condizione disumana, con il tempo, sempre meno tollerata dal giovane-vecchio.
Ma chi è Catch? Niente a che vedere con i demoni che si innamorano di umani di molte vicende. Al contrario, il suo odio per la stirpe mortale è viscerale e nei momenti da brivido descritti, quando degli umani fa banchetto, si nota un certo, sadico, piacere. Anche se, a quanto pare, il vero mostro non è il demone, ma gli esseri umani.
C’è una forte ironia espressa dall’autore, che mette l’umanità di fronte alle proprie responsabilità. L’umanità che spesso attribuisce a qualcosa fuori di sé le colpe e le ragioni dei mali di cui, in realtà è autrice diretta. I numerosi personaggi che partecipano delle vicende, incarnano vizi e virtù, insicurezze e velleità umane. Una galleria di personaggi mai piatti, anzi per molti aspetti, schiacciati dalla monotona vita di provincia, che deve fare i conti con la presenza del sovrannaturale. Come c’insegna David Lynch nelle sue pellicole, dove s’insinuano sempre note stonate nella solfa della quotidianità, la normalità è solo apparenza e dietro al velo della moralità del piccolo paese, si celano grandi e piccole perversioni. Anche in questo Moore, attraverso lo strumento di un’ironia acuta e mai bieca, svela le contraddizioni umane, che nel moralismo trovano il paravento per attuare i propri umani peccati.
Demoni – Istruzioni per l’uso è un romanzo ricco di commistioni. Horror, thriller, grottesco sono i generi che si fondono, in una scrittura iperbolica e di facile fruizione, per nulla facilona, ma con boutade esilaranti. L’autore costruisce una trama ordita con l’abilità di uno scrittore di mestiere, e senza nessuna edulcorazione. La suddivisione dei capitoli segue un filo conduttore preciso, con la vicenda di ogni personaggio coinvolto; situazione che s’intreccia inevitabilmente con quella degli altri, trasformando anche anti-eroi come Robert, in eroi che troveranno in ciò in cui hanno fallito l’input per la riscossa.
L’AUTORE
Cristopher Moore. Nato a Toledo in Ohio, vive a San Francisco. Autore prolifico e brillante, ha pubblicato dodici romanzi, molti dei quali sono best-seller in Usa, Inghilterra, Francia, Germani e Giappone. In Italia sono usciti Il vangelo secondo Biff, Suck!, Fool e Sesso e lumache a Melancholy Cove, pubblicati per Elliot Edizioni. Ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Quill Award per due volte consecutive. Sito: www.chrismoore.com.
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ago 01, 2011Posted By
elysdevo assolutamente mettere questo libro nella mia wishlist