Urban Fantasy: genesi e crescita di un genere

Il trionfo di un genere letterario che ha stregato milioni di lettori al mondo.

Undici anni fa approdava in Italia la serie tv Buffy the vampire slayer, creata dal genio di Joss Whedon, e il successo fu immenso e immediato tra gli adolescenti e non. Questa serie tv, che mescolava sapientemente horror, action e atmosfere romantiche, aveva come protagonista una grintosa cheerleader americana, interpretata da Sarah Michelle Gellar. Una ragazza come tante si ritrova coinvolta nella millenaria lotta tra bene e male. Lei è la prescelta: la cacciatrice di vampiri… e non solo. Grazie a Buffy, infatti, demoni, licantropi, fantasmi, streghe – insomma tutto, o quasi, il mondo del fantastico – approdò sugli schermi televisivi di mezzo mondo conquistando velocemente il favore di pubblico e critica; numerosi infatti i riconoscimenti ottenuti.

“I’m gonna give you all a nice, fun, normal evening if I have to kill every person on the face of the Earth to do it.”

Buffy, the vampire slayer

E’ così che esordisce l’urban fantasy in Italia: in sordina, con una straordinaria serie tv classificata inizialmente come horror per ragazzi, e presto trasformatasi in un cult. Se vi state chiedendo perché mai io stia citando Buffy, vengo subito in vostro soccorso: in essa, infatti, ravvisiamo gli stilemi principali del genere di cui ci stiamo occupando. E nel caso non fosse chiaro, sto parlando dell’ urban fantasy, genere portato in auge dalle recenti pubblicazioni letterarie e dalla creazione di numerose serie tv di successo, come The Vampire Diaries e True Blood, che hanno soggiogato con il loro fascino milioni di persone nel mondo.

L’UF, identificato come un sottogenere del fantasy tradizionale, in verità costituisce a tutti gli effetti una macrocategoria all’interno del fantastico che lega trasversalmente generi apparentemente inconciliabili: il romance, il noir, la fantascienza, l’ horror e il fantasy. Questa, la ricetta vincente: il sincretismo perfetto di elementi e caratteristiche tipiche di generi differenti inseriti in un ambientazione urbana comune. Suggestioni e commistioni con altre realtà del fantastico e della narrativa d’evasione creano un universo letterario di successo che parla al grande pubblico, senza eccezioni.

Nella concezione generale radicata nell’immaginario collettivo dei lettori italiani, l’urban fantasy (neo-genere scoperto in Italia solamente dopo il fenomeno Twilight) è assimilato, o addirittura ridotto, al paranormal romance, genere letterario di recente successo, che innesta in un’ambientazione contemporanea o storica elementi del soprannaturale. Essi non rappresentano il fulcro della storia, ma arricchiscono lo sfondo dell’elemento cardine di questi romanzi: la storia d’amore. Il paranormal romance, infatti, è un sottogenere del romance, che può comunque essere accostato all’urban fantasy per il frequente tipo di ambientazione scelta dalle autrici per le proprie opere: un contesto urbano in cui la storia d’amore divampa e trova la sua finalizzazione nell’happy end, tanto agognato dalle lettrici inguaribilmente romantiche.

Negli ultimi anni il mercato editoriale ha visto una crescita esponenziale di libri fantasy (dopo il trionfo planetario del maghetto di Hogwarts nato dalla fantasia della scrittrice inglese J. K. Rowling), che ininterrottamente continuano ad affollare gli scaffali delle librerie italiane, grazie anche alla consapevolezza che il fantasy non è più soltanto appannaggio di giovani lettori. Analogamente, dopo il successo cinematografico della saga paranormal romance YA (young adult) Twilight della scrittrice americana Stephenie Meyer, i lettori sono stati testimoni della moltiplicazione di case editrici e autori che hanno saputo sfruttare il terreno fertile dato dalla grande diffusione dell’ urban fantasy, che sta sperimentando un periodo di fulgore di proporzioni mondiali, nonostante alcune dubbie scelte editoriali abbiano portato all’eccessivo inflazionamento di alcune figure soprannaturali (il vampiro in primis), a causa di un sovrannumero di testi che non spiccano di certo per l’originalità dei contenuti e che rielaborano in chiave moderna ed edulcorata gli archetipi classici, derivati principalmente dal filone horror.

Definito per la prima volta nel 1997 da John Clute e John Grant nella loro Encyclopedia of Fantasy come “texts where fantasy and the mundane world interact, intersect, and interweave throughout a tale which is significantly about a real city (p.975)”, l’ urban fantasy, a differenza di altri generi come l’ horror o il fantasy, è un genere che trova la sua genesi e formulazione solo in tempi recentissimi, negli ultimi decenni del secolo scorso, ad opera di Megan Lindholm, Emma Bull e Charles de Lint (l’immaginaria città di Newford di Dreams of Underfoot).

A differenza, però, dell’affermazione di John Clute e John Grant, ripresa poi da Derek M. Buker nel suo Science fiction and fantasy reader’s advisory (2002), secondo cui l’UF trova compimento solamente in una città urbana appartenente al reale, Jess Nevins nella sua eccellente introduzione all’antologia Piper Cities: an anthology of urban fantasy (2008), vincitrice del World Fantasy Award come miglior antologia, illustra come l’UF sia profondamente radicato all’ambientazione prescelta, che però non deve limitarsi ad una metropoli urbana reale come New York, Tokyo o Roma, ma che può coinvolgere anche realtà urbane immaginarie e nate interamente, o quasi, dalla fantasia dell’autore (Nessun dove di Neil Gaiman).

Questo genere infatti, definito dallo stesso Nevins come una “modalità di narrazione che “accommodates a variety of themes and approaches“, può spaziare all’interno dell’immaginazione senza limitazioni di spazio e tempo: raggiunge le infinite distese del futuro, ripercorre gli eventi del passato, o semplicemente racconta il tempo presente distorcendolo e intrecciandolo alla dimensione del soprannaturale e del misterioso. “The city defies all reason, all attempts to grasp at any sort of certainty within its structure (p. 28)”

Si privilegia, in questo genere letterario, la visione della città come ambiente contrapposto alla natura: una nuova realtà interamente costruita dall’uomo e per questo teatro di una sorta di nuovo Pantheon di miti squisitamente “urbani“. Con il progressivo sposamento dell’asse culturale nel XX secolo, si verifica una migrazione esponenziale dal contesto rurale e contadino alla realtà cittadina (a seguito di una sempre maggior urbanizzazione), avvenuta a causa del grande cambiamento seguito al secondo conflitto mondiale, che vedrà la sua acme negli anni ’80, periodo nel quale verrà coniata anche l’espressione Giungla Metropolitana.

Così come nell’ottocento il mistery era rimasto strettamente legato a contesti scarsamente urbanizzati, quali i tipici villaggi inglesi di campagna o le atmosfere americane di città di recente urbanizzazione ma ancora fortemente legate alla natura (la New Orleans di Anne Rice ne Le Cronache dei Vampiri), attualmente l’UF si avvale di scenari urbani che diventano i naturali eredi delle suggestioni fantastiche, misteriche e soprannaturali che erano proprie di boschi, laghi e antiche rovine. L’UF riprende anche alcune delle prime forme letterarie (miti, leggende e racconti popolari, tramandati originariamente in forma orale) intrecciandole al folklore legato al sovrannaturale e ad altre forme narrative tradizionali (fiabe, ballate medievali) creando una mitologia moderna capace di affascinare i narratori e il loro pubblico.

L’ambientazione cittadina, che ormai diamo per scontata, lega indissolubilmente questa dimensione del fantastico al mondo della modernità . É come se l’uomo avesse prima costruito un nuovo Olimpo (le città) e poi lo avesse popolato di nuove divinità, per poterne raccontare le nuove gesta. Un gesto che si ripete da migliaia di anni…

Nonostante la nascita di questo genere corrisponda al tramonto del XX secolo, possiamo individuare nel celebre romanzo dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886) sfumature urban fantasy, sebbene questo capolavoro dell’autore della grigia Edimburgo sia classificato come uno dei classici del fantastico.

“Dalla mutevole inconsistenza delle nebbie che si erano troppo a lungo beffate di lui, guizzava fuori all’improvviso il presentimento inequivocabile di un demonio.”

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Questo romanzo indaga le pieghe nascoste dell’animo umano, l’incessante lotta tra il bene e il male e l’ambigua scissione della personalità che porta un uomo rispettabile e gentile alla corruzione e al lento logoramento del proprio stesso io, per abbracciare il baratro del vizio che non conosce redenzione o rimorso. Sullo sfondo del vivido ritratto dell’intima frammentazione della personalità del protagonista, l’autore presenta altresì descrizioni minuziose e puntuali delle vie della Londra del XIX secolo, unite ad un ritmo serrato e agile che acuisce la suspance e l’atmosfera misteriosa che permea il testo. L’elemento fantastico, l’ambientazione urbana, che ritrae il fascino oscuro della Londra vittoriana, e l’elemento giallo/mistery rendono questo questo romanzo un’opera ante-litteram che, per certi versi, prefigura l’urban fantasy contemporaneo.

L’urban fantasy è un genere particolare che ci fa intravedere l’ambigua dimensione di ciò che è ignoto e soprannaturale, che desta in noi un anelito a ciò che non possiamo conoscere e che ci sollecita a immergerci in universi immaginari che si intrecciano alla realtà quotidiana, cui siamo abituati. Permette a chi legge di cavalcare le onde misteriose e magiche della fantasia e induce a ricercare realtà urbane alternative in cui perdersi, universi che tendono verso la distopia e che rivelano più o meno esplicitamente le inquietudini e i desideri connaturati nell’uomo. I protagonisti di questo genere letterario, infatti, più spesso vengono caratterizzati in accezione negativa, o comunque aderente al quotidiamo, in cui il lettore può facilmente identificarsi. Il protagonista è spesso un anti-eroe che, discostandosi dalla tradizionale visione dell’eroe fantasy, in cui convergono le virtù a cui l’uomo dovrebbe aspirare, incarna i nostri difetti e anche quell’intimo desiderio di compiere azioni che nella realtà non potremmo – o vorremmo – realizzare, perchè apparteniamo ad una società conformista che ci costringe all’interno di definiti confini morali e comportamentali.

L‘urban fantasy, come del resto anche il fantasy tradizionale, è un genere più introspettivo e profondo di quanto non si creda. Consente la fuga dalla realtà e scandaglia quell’intimo desiderio d’evasione dal quotidiano per “vivere” una storia impossibile, caratterizzata da amori passionali o azione adrenalinica, che abolisce il grigiore del quotidiano e rende confusi e labili i confini morali che dividono il bene dal male. 

In un ambiente letterario, quello italiano, da sempre saldamente radicato alla dimensione del reale o del verisimile (a livello alto), testimoniato da numerose correnti letterarie e filosofiche come l’ illuminismo, con la sublimazione della razionalità, il verismo (nato dalla corrente positivista) caratterizzato dalla denuncia sociale e la rigorosa aderenza alla realtà, per poi arrivare, con l’intellighenzia di sinistra, al neorealismo e all’ esistenzialismo, la fantasia e l’immaginazione sono sempre state imbrigliate culturalmente dal raziocinio e limitate nell’uso. Infatti, mentre il Romanticismo italiano ha una radice maggiormente illuminista che rifiuta la componente del mistero e della paura, il Romanticismo inglese è la culla della letteratura fantastica nordica (pensiamo a Mary Shelley con il suo Frankenstein), che divenne metafora delle paure dell’epoca (in primis la scienza).

“La fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione, né smussa l’appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà.”

John Ronald Reuel Tolkien

In questo sterile ambiente letterario, il fantastico ha sempre faticato ad attecchire e, nonostante il novecento faccia conoscere al genere nuovo respiro, è solo negli ultimi anni che generi di nicchia si stanno lentamente (chi più, chi meno) insediando stabilmente nell’immaginario dei lettori, abbattendo lo stereotipo di libri di letteratura bassa e non impegnata, che li aveva sempre accompagnati. Grazie a questi lenti cambiamenti il fantastico declinato in ogni sua sfaccettatura sta assumendo dignità letteraria.

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Comments

Posted On
lug 16, 2011
Posted By
Sweet_giulia

Complimenti, bellissimo sito e ottimo articolo, da una delle prime fan di Buffy e Twilight.
Mi sono immediatamente iscritta a questo interessante sito, la cui nascita ho appreso dal sito Romance e non solo.
In bocca al lupo sono certa che il successo vi arriderà.

Posted On
lug 17, 2011
Posted By
Alessandra Zengo

Ciao Giulia,
ti ringrazio molto per i complimenti. 😀

Noi incrociamo le dita!!

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