Nightside Series: Intervista con Simon Green

Mistero, pathos, ironia e memorie arcane: il tutto con un tocco di hard boiled e fantasy. Ecco a voi Nightside, il lato dark di Londra, al di là del tempo e dello spazio… e di ogni logicità.

Avete presente Londra, capitale del Regno Unito, con il Big Ben, Westminster, il the delle cinque e il Tamigi?Ci sono Greenwich, Camdem e Soho. C’è un West side e un East side. E, secondo Simon Green, c’è anche Nightside: la città della notte, il cuore nero di Londra dove non c’è mai la luce del giorno, dove i locali sono residui di ere precedenti, dagli anni Cinquanta al Medioevo, dove gli extraterrestri sono i benvenuti, e dove c’è solo una chiesa: San Giuda.

Nightside è il luogo in cui tutto si confonde e nello stesso tempo, dove tutto è possibile. A Nightside va chi non vuol essere trovato, o chi non ha nessun altro luogo dove andare. In questa città, al di là delle leggi del tempo e dello spazio, ci sono molte cose: un bar, il “Tipistrambi” gestito da un erede di Merlino (che è sepolto lì sotto, per la cronaca); case che divorano gli occupanti; sacche temporali in cui è possibile vedere il futuro; personaggi come Eddie il rasoio e Suzie la tiratrice, anime nere come Walker, emissario dell’Autorità, come il Ragazzo Morto, simulacro di una vita che non cede dinanzi a nulla. Freak nell’anima e nel corpo che non temono nulla e che vivono secondo un personale codice d’onore.

E in questa città anomica, amorale, un po’ steampunk e un po’ sci-fi vive, o meglio… sopravvive, John Taylor. Detective di quelli che hanno buttato via lo stampo, John ha scelto di lasciare Nightside perché qualcuno ha attentato alla sua vita. Motivo? Soldi, debiti chissà cos’altro… oppure a causa del potere segreto che possiede e che lo rende un unicum: riesce a trovare cose e persone, anche se queste non vogliono essere trovate. Carpisce i punti deboli, sa leggere oltre il piano della realtà anomala in cui galleggia Nightside, legge attraverso le righe del tempo e dello spazio e sa uccidere un avversario con la sola forza della mente.

Una realtà deformata che lambisce la satira e l’avventura. La Nightside Series è pura mescolanza di generi, è sfruttamento di topoi in maniera innovativa e originale, il tutto condito da una prosa scorrevolissima e frizzante. Narrato in prima persona, con tocchi di Humour assolutamente britannico, Green è stato in grado di creare un mondo in cui il fantastico è la regola mentre il realismo è l’eccezione.

Nightside è un circo rutilante di colori e insieme il ritratto di un’umanità dolente e strafottente, in cui non fidarsi degli altri è il modo più sicuro per rimanere vivi. Il cinismo di fondo che anima John Taylor e che è largamente condiviso dagli altri personaggi è graffiante, ma mai sgradevole. Una serie urban fantasy di pura evasione, da leggere tutta d’un fiato, lasciandosi trasportare dallo stile leggero e un po’ retrò di Green, che conquista fino all’ultima pagina.

INTERVISTA CON SIMON GREEN

Noi di Urban-fantasy.it abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare questo autore, amatissimo in Gran Bretagna. La chiacchierata con lui è stata davvero piacevole.

1. Ciao Simon e benvenuto qui su urban-fantasy.it . La tua serie su Nightside e John Taylor è approdata in Italia grazie a Fanucci che quest’estate pubblica i primi tre romanzi di questo lunghissimo ciclo. Come è nata l’idea di una serie Urban Fantasy/thriller? 

L’ idea mi è venuta molti anni fa, quando mi venne in mente che se c’era un Westside e un Eastside a Londra, perché non poteva esserci un Nightside? Non ho mai fatto mistero del fatto che Nightside si basa sulla Soho londinese, che conoscevo bene da tempo,  quando ero uno studente che viveva a Londra. Nightside è basata sulla leggenda di Soho, così come sulla sua storia, ma è stato sempre un luogo affascinante. Dove il mondo del sottosuolo poteva incontrare l’ élite, nei migliori bar, locali e ristoranti, dove c’era sempre qualcosa di eccitante e pericoloso che accadeva, e quasi sempre una celebrità in qualche angolo di strada che faceva qualcosa di imprudente. E mi è sempre sembrato che se tu devi scrivere una serie su un investigatore privato, un mondo dove è sempre buio è perfetto per un film noir. O un noir al neon, come mi piace chiamarlo.

2. John Taylor, il protagonista dei tuoi romanzi, ha il piglio di Marlowe ma insieme è fragile, profondamente umano. Cinismo e compassione si mescolano in lui, creando un mix particolare che affascina subito il lettore. C’è un modello cui ti sei ispirato per delineare questa figura o hai giocato con i cliché del genere rielaborandoli?

John Taylor è stato creato per essere l’investigatore privato per eccellenza. Io penso più Sam Spade che Philip Marlowe, con dentro un po’ del Santo di Leslie Charteris .

3. I personaggi della serie hanno tutti caratteristiche estreme, da Suzie a Eddie. Paradossalmente, la figura più vicina alla normalità è proprio quella di John, sebbene non lo sia affatto. Molti lo temono, alcuni lo odiano, altri lo stimano. Tutti vorrebbero fargli la pelle. Come mai hai delineato queste dicotomie nel tuo protagonista?

John Taylor ha sempre rappresentato il punto d’accesso del lettore in questo strano mondo di personaggi ancor più strani. Egli rimane sano di mente mentre il suo mondo impazzisce.

4. Alcuni hanno accostato la tua serie a Nessundove di Gaiman, e più in generale con le opere di questo autore. Altri ti hanno avvicinato a King. Ci sono degli scrittori che consideri dei modelli? E quali libri consideri imperdibili per un autore di Urban fantasy?

John Taylor e Nightside sono stati creati molto prima che apparisse Nessundove di Gaiman; comunque è un complimento essere paragonati. Sono anche un grande fan di Stephen King e Clive Barker, ed essi potrebbero aver avuto un’influenza; ma io penso che la vera influenza risalga a Chandler, e al Falcone Maltese (libro e film), e ai meravigliosi urban fantasy di Fritz Leiber.

5. Come nasce l’idea di Nightside? è una realtà parallela, alternativa o una sorta di enclave nel tessuto del nostro mondo fuori dal tempo e dallo spazio? E l’idea di una notte eterna?

Ogni città ha la sua Nightside.

6. Quale pensi sia il futuro della narrativa fantastica? Pensi che la commistione di generi sia davvero lo scenario futuro verso cui tende l’editoria di genere?

Io amo l’idea in generale di mescolare e far incontrare generi, per produrre un tutto più grande della somma delle sue parti.

7.  Una domanda per l’uomo: cosa fai quando non scrivi? Da cosa trai ispirazione? E i tuoi progetti per il futuro comprendono ancora John Taylor?

Ho iniziato come attore professionista, prima di diventare uno scrittore, e ancora recito; sopratutto allestimenti all’aperto di Shakespeare. Vado in motocicletta, mangio un sacco fuori, viaggio qui e là e dovunque per cercarele parti più strane del mondo nascosto, e guardo molti più film di quanto sarebbe bene per me. Ho appena terminato il dodicesimo libro della serie di Nightside, The Bride Wore Black Leathers, e sarà l’ultimo della serie. Credo profondamente nel lasciare quando le cose vanno bene, e non trascinare una serie fino a quando sia lo scrittore che i lettori si sono stufati. Non escludo di ritornare a Nightside in qualche momento futuro, ma per adesso ho altre serie a cui lavorare. The Secret Histories con protagonista Shaman Bond, l’agente segretissimo, di cui ci sono stati sei libri fino a ora, e the Ghost Finders, che contiene tipiche infestazioni di fantasmi in ambientazione moderna. Il primo libro, Ghost of a Chance, su un’infestazione nella stazione della metropolitana di Oxford Circus è uscito e il secondo, Ghost of a smile, uscirà a breve.

8. Un’ultima domanda prima di salutarci. Chi è… o cosa è la madre di John? E quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il segreto e la storia precendete della madre di John è completamente svelata nel sesto libro di Nightside, Sharper than a serpent Tooth. Ora sto lavorando al mio primo film, un horror intitolato Judas Ghost, che arriverà nelle sale in Inghilterra alla fine di quest’anno. Continuate a leggere. Il meglio deve ancora venire.

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