L’isola dei Liombruni – Giovanni De Feo

“Dimenticatevi Peter Pan: il desiderio di una perenne infanzia non è mai stato così pericoloso.” In libreria torna Giovanni De Feo con L’Isola dei Liombruni, un nuovo romanzo per Fazi Editore.

L’Isola dei Liombruniè il nuovo romanzo di Giovanni De Feo, autore già conosciuto per il libro “Il Mangianomi” edito da Salani Editore. Pur mantenendo la sua vena onirica, stavolta l’autore reinventa una storia particolare, una fiaba per adulti dalle tinte gotiche che spinge a riflettere.

L’Isola dei Liombruni non è un romanzo facile. È naturale che il lettore cerchi subito di incasellarlo in un genere o sottogenere del fantastico, impresa affatto banale. Fantasy? Troppo riduttivo. New weird? Non proprio, ma spesso ci si avvicina. Horror? Per alcuni aspetti. Distopico? Per certe atmosfere. Una fiaba per adulti? Ecco, forse questa è la definizione più corretta, perché il libro ha proprio questo taglio narrativo, e di primo acchito potrebbe sembrare una rivisitazione di Peter Pan. Tuttavia, non è così.

L’isola dei Liombruni è un luogo immaginario popolato da bambini che non vogliono diventare adulti, l’eterna estate dell’adolescenza che si ribella alla crescita, con una precisa scelta che coincide con la violenza onirica del distacco e del sogno, fino allo sfociare nell’eccidio (la Notte della Carnara) degli adulti, gli “Alti”. È il mondo di Smiccio e Zenzero, i due protagonisti che vivono la loro spensieratezza nell’isola bagnata dal sole, tra nuotate, bagni nell’oceano, amori e gelosie.

L'Isola dei Liombruni

Poi, l’autore poco a poco cambia prospettiva. La società dell’ isola non vive la libertà di un sogno, ma è anch’essa incasellata in precise regole: leggi così stringenti che alla fine diventano quasi più soffocanti di quelle che imperano nel mondo degli adulti. Così, Giovanni De Feo presenta il suo immaginario: gli Scalzi, bambini dai piedi di vetro, capaci di controllare le forze della natura, le Sibille, colpevoli di aver violato la purezze dell’ isola, e infine i Baroni, simboli della politica e della corruzione che, propria degli adulti, arriva a infettare anche quella dei giovani.

Con atmosfere e richiami seppur lontani a “Il Signore delle Mosche e “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, Giovanni De Feo crea un micro-mondo originale, con una struttura narrativa compatta e un stile efficace, tagliente e fluido, che enfatizza momenti di tensione e orrore. Il lettore segue le vicende di Smiccio e Zenzero, amici fraterni, che inseguono e uccidono i pochi Alti sopravvissuti alla Carnara, provano i primi sentimenti d’amore (come quello di Smiccio per Cecella) e la gelosia, affrontano temi come l’avidità e la corruzione, fino a prepararsi all’ultima nuova Carnara. 

È un buon libro, quindi, e al contempo una lettura complessa che non è di certo puro intrattenimento. Una scelta perfetta per un racconto o un romanzo breve, ma che diventa difficile da gestire nel caso di un libro ben più corposo. Le atmosfere surreali di Giovanni de Feo, infatti, sconfinano talvolta in una narrativa che propone una filosofia ben delineata, dove talvolta la mano del narratore prende il sopravvento, spesso a discapito del ritmo e della trama.

Per chi desiderasse approfondire il mondo dell’Isola dei Liombruni, esiste anche un sito web http://www.liombruni.com/ dove poter visionare i contenuti multimediali inerenti l’opera, podcast e mappe.

L’AUTORE:

Giovanni De Feo è nato a Roma nel 1973. Dall’età di sei anni disegna mappe e sogna di imbarcarsi su un bastimento di pirati sulle coste del Tirreno. Si è invece laureato in Storia del Cinema. Attualmente vive a Roma dove lavora come insegnante di italiano e consulente letterario per una casa di produzione cinematografica. Nel 2002 ha vinto il Premio Solinas per la miglior sceneggiatura.


L'Isola dei Liombruni

Autore: Giovanni De Feo
Formato: Rilegato
Pagine: 440
Editore: Fazi (1 giugno 2011)
Collana: Lain
Prezzo: 18,50€

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