Near Dark vs Twilight

Il vampiro. Chi non ha mai sentito parlare di questa figura leggendaria? Di recente riportato in auge da numerose pellicole cinematografiche e serie televisive, il principe della notte è da sempre una sorta di icona da cui attingere a piene mani.

Prima dell’arrivo di Anne Rice, il vampiro per antonomasia era lui, il conte Dracula. Anne Rice, invece, ha portato il bello e dannato Lestat alla ribalta, contestualizzando la figura del succhiasangue nobiluomo all’epoca moderna, trasformandolo in predatore che diventa rockstar per attirare a sé l’attenzione del pubblico.

A oggi, quando si parla di vampiri, non si è più in grado di distinguere tra i veri succhiasangue che bruciano al sole e dormono al buio di una bara e quelli presentati dalla mormone Stephenie Meyer, i Cullen, protagonisti di Twilight, la saga che all’apparenza non avrebbe fatto presagire il successo planetario ottenuto grazie alla trasposizione cinematografica. Dalla carta alla pellicola cinematografica, il passo è stato davvero breve. Tutte le adolescenti hanno rivisto nell’affascinante e tenebroso Edward Cullen il prototipo dell’uomo (vampiro) ideale.

In contrasto a questo fenomeno, però, vogliamo esaminare – con un simbolico parallelo – uno dei cult del cinema vampiresco: Near Dark (Il buio si avvicina), diretto dal premio oscar Kathryn Bigelow. È’ il 1987, quando nelle sale cinematografiche appare la pellicola d’esordio di una giovanissima Bigelow, che mette in scena un road movie vampiresco con una spruzzata di western: la storia prende avvio quando Caleb incontra la diafana Mae all’uscita di un locale e subito tra i due scatta la scintilla. Caleb non avrebbe mai dovuto fidarsi di una sconosciuta che paragona la sua vita a quella infinita delle stelle, ma la forte attrazione che l’attira a lei gli impedisce di ragionare, facendogli completamente perdere il controllo… fino a quando Mae decide di mordere Caleb sul collo, trasformandolo in un vampiro contro la sua volontà.

Il ragazzo realizza ben presto  che qualcosa in se stesso è cambiato, non si sente più il Caleb di una volta, anche perché, correndo per ritornare a casa, sotto ai raggi del sole, comincia ad evaporare. È la stessa Mae, con la sua allegra famigliola di vampiri senza scrupoli, a salvarlo dal sole americano e a decidere che Caleb è pronto a diventare uno di loro.  Caleb, però, non accetta la sua nuova natura e, smunto e sudato come un drogato in astinenza, si allontana da quello strano nucleo familiare alla ricerca di un po’ di normalità. Ben presto si accorge che il cibo lo repelle e che nella sua carnefice-amata (e qui c’è anche un pizzico di ‘sindrome di Stoccolma’) risiede il suo ‘salvatore’. Mae, infatti, gli lascia bere il suo sangue direttamente dalle vene, nutrendolo e dandogli la prova tangibile del suo amore.

Il vampirismo in Near Dark viene studiato ed analizzato da un punto di vista sociologico: il forte parallelismo tra la malattia del vampiro e l’AIDS, la ‘piaga’ del secolo scorso e anche di quello attuale, è lampante. La Bigelow, però, vuole trasmetterci un messaggio positivo al termine della pellicola, dimostrando che dalla malattia (in questo caso ‘il vampirismo’) si può guarire e si può anche continuare a trascorrere una vita normale.

Twilight, invece, è il classico film studiato e mirato ad un pubblico adolescente (anche se la saga cartacea non si sofferma così morbosamente sul mondo dei teenagers). Il film, diretto da Catherine Hardwicke, ruota attorno alla figura di Isabella Swan, detta Bella, ed Edward Cullen. In questo caso, Bella rappresenta il versante umano, la tentazione del vampiro, il suo nutrimento. Nella pellicola (così come nel romanzo) il ‘vampirismo’ viene trattato in modo oltremodo superficiale e credo, a questo punto, che sia stato un pretesto per rendere la storia più succosa ed intrigante.  In effetti, sia nel romanzo e in modo più esasperato nella pellicola, il fulcro non è il vampirismo, visto come dannazione, malattia o quant’altro, ma questi due ragazzi all’apparenza adolescenti. Bella, dunque, decide di accettare e di abbracciare la ‘malattia’, ciò che non ha mai desiderato Caleb, visto che la sua trasformazione è avvenuta senza il suo consenso.

In Near Dark, Caleb decide di ritornare alla sua umanità con i pregi e i difetti che ne conseguono, rinunciando persino ad un dono stuzzicante come l’immortalità. Bella non brama l’eternità, ma desidera semplicemente restare al fianco del suo vampiro diciassettenne.  Ciò la spinge a prendere la decisione che cambierà per sempre non solo la sua vita, ma anche quella della sua famiglia e di chi le sta attorno. In Near Dark il vampirismo e l’immortalità vengono visti per ciò che ‘realmente’ sono: una dannazione dalla quale sarebbe estremamente saggio fuggire. In Twilight, invece, sono considerati qualcosa di appetibile e come l’unica via da prendere per restare eternamente giovani.

Due pellicole diverse e due modi differenti di vedere il ‘vampirismo’: da una parte c’è la malattia e la ‘pena eterna’ e dall’altra la scelta di rinunciare alla propria umanità per amore, sacrificando il resto.

C’è, però, un elemento che accomuna le due pellicole: il ‘nomadismo’ del vampiro. La famigliola di Mae si sposta in camper o in auto, di città in città, per sfuggire alle autorità e alla scia di sangue che si lascia alle spalle. La famiglia Cullen, invece, cerca di trovare dei posti abbastanza piovosi e perennemente coperti da uno spesso strato di nubi visto che i vampiri in Twilight non bruciano al sole, ma semplicemente brillano come dei diamanti.

Le pellicole sui vampiri hanno avuto un’evoluzione e un cambiamento radicali, partendo nel nostro caso dagli anni Ottanta e arrivando ai giorni nostri. Il vampirismo dei film antecedenti a Twilight non era un semplice ‘pretesto’ per costruire una storia d’amore ad hoc, ma bensì il fulcro della narrazione, la dannazione che si avverte in ogni singolo fotogramma, il dolore della diversità che ti spinge a cercare nutrimento in ciò che eri e a spostarti in continuazione per celare la tua natura di ‘diverso’.

Attualmente, invece, le pellicole sul vampiro non considerano nemmeno per un istante la ‘brutalità’ dell’essere predatore e il disagio che ne consegue, ma più semplicemente viene vista quasi come un ‘pregio’ che rende ancora più affascinante un involucro perfetto.  Il vampiro è un reietto, che indossa i nostri panni, che cammina accanto a noi, ma che non ha più nulla di umano se non l’apparenza che porta con sé.

D’altro canto, per tutte queste peculiarità, egli risulta affascinante, ma non dovremmo mai dimenticare che in primis è un predatore che potrebbe renderci in meno di una frazione di secondo il suo pasto quotidiano.

Per concludere, sulla scia di questo ‘romanticismo’ che non ha  fondamento (la Meyer non dà mai una valida spiegazione per la quale il tenebroso Cullen decide di innamorarsi della scialba Swan), tutti gli autori o i registi tentano di seguire l’onda per avere un briciolo di successo. Basti pensare che alcuni produttori di Hollywood avevano deciso di concepire un remake di Near Dark: l’idea, però, è stata subito accantonata proprio perché assomiglierebbe troppo a Twilight.

Il Buio Si Avvicina

Titolo originale: Near Dark
Cast: Adrian Pasdar, Jenny Wright, Lance Henriksen, Bill Paxton, Jenette Goldstein, Kenny Call, Marcie Leeds, Tim Thomerson
Regia: Kathryn Bigelow
Sceneggiatura: Kathryn Bigelow, Eric Re
Data di uscita: 1987
Genere: Horror

Twilight

Cast: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Billy Burke, Ashley Greene, Nikki Reed, Jackson Rathbone, Kellan Lutz, Peter Facinelli, Cam Gigandet, Taylor Lautner
Regia: Catherine Hardwicke
Sceneggiatura: Melissa Rosenberg
Durata: 01:50:00
Data di uscita: Venerdì 21 Novembre 2008
Genere: Urban Fantasy

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