La principessa delle tempeste, opera prima della Saga di Jane True, ha lanciato Nicole Peeler nel firmamento dell’Urban Fantasy. In America sono già usciti diversi episodi, mentre in Italia, possiamo leggere questo sexy, ironico e “acquatico” romanzo. E le sorprese non mancano…
E’ il romanzo di debutto di una scrittrice americana, la cui matrice letteraria spicca fortemente, nel contesto di una scrittura nella forma e nei contenuti, assolutamente contemporanea. La principessa delle tempeste (Newton Compton, 2011), salutato dalla critica con entusiasmo, è un urban-fantasy uscito dalla penna di Nicole Peeler, primo capitolo della saga Jane True. Negli States sono già usciti gli episodi successivi: Tracking the tempest (uscito il 1° luglio 2010), Tempest’s legacy (uscito il 1° gennaio 2011), Eye of the tempest (in uscita il 1° agosto 2011). Previsto il quinto capitolo della saga, intitolato Tempest’s fury e un sesto TBA, anche se per questi due i lavori sono ancora in corso.
Fantasy sì, ma anche giallo, con punte di horror. E ancora, avventura, amore con una forte connotazione erotica. Diversi generi rientrano ne “La principessa delle tempeste“, uscita da una mente di scrittrice, Nicole Peeler, qui al suo esordio, sagace, piccante, ma anche sapiente e semplice.
Protagonista , appunto, Jane True una giovane commessa di 26 anni, residente a Rockabill nel Maine con la passione per il nuoto e un vissuto con eventi che l’hanno profondamente segnata nel cuore e nella reputazione.
Jane infatti, capelli con frangetta in stile Emily The Strange, viene emarginata dagli abitanti del paesello perché, proprio come il personaggio cui si è ispirata l’autrice, è considerata strana e pericolosa. Strana come la madre, comparsa misteriosamente un sera di molti anni prima, nuda e incurante del temporale che si stava abbattendo, per poi sparire al compimento dei sei anni della piccola. Pericolosa, perché ritenuta la causa della morte di Jason, il giovane con cui è cresciuta, instaurando un legame d’amore che le è rimasto dentro. Una vicenda tragica che ha portato la ragazza a vivere una vita alquanto ritirata, divisa tra il lavoro alla libreria Read it and Weep, la casa che condivide con il padre, e le nuotate nell’oceano, luogo notoriamente pericoloso, di cui lei tuttavia non teme le correnti imponenti.
Così, all’inizio del romanzo, la troviamo incredibilmente a sfidare la potenza dell’Old Sow, il più potente gorgo acquatico, oggetto di studio da parte degli oceanografi di tutto il mondo. E aggiungiamo nel mese di novembre.
Jane stupisce sin da subito i lettori con le sue performance, che hanno un qualcosa di magico: nessun umano potrebbe nuotare nudo nell’oceano, tantomeno in autunno inoltrato, considerando la latitudine. Ma la chiave di volta che consente gradualmente di abbassare la maschera per scoprire il reale volto della ragazza, è il ritrovamento di un cadavere nell’Old Sow, durante una delle sue sortite. La giovane crede inizialmente che sia una persona caduta in acqua, ma poi, dalla profonda ferita alla testa, con un dettaglio splatter poco gradevole, scopre che si tratta di un morto: Peter Jakes uno scrittore ritiratosi nella calma di Rockabill per scrivere un libro. Un tipo riservato e tranquillo. Almeno questa è la versione ufficiale o quanto si dice in paese.
Jane riporta il cadavere a riva e lo colloca in una posizione che ne consenta il ritrovamento, sperando di non essere implicata nel caso. Ma ormai è nell’occhio di un ciclone e un nuovo fatto la vede coinvolta una sera, mentre, di ritorno dal lavoro, percorre il tragitto che la porta all’oceano. Un tragitto lungo, che compie a piedi per godere della solitudine in cui non risuonano i pregiudizi dei paesani. Ma improvvisamente un enorme quanto minaccioso cane nero, si mette sulle sue tracce. Scatta l’inseguimento, la caduta e la giovane perde i sensi.
Si risveglia e conosce alcuni curiosi esseri: lo gnomo Nell, Trill un kelpie, ovvero un cavalluccio marino che assume davanti a lei una forma umana per niente gradevole. E poi il mastino, che si scopre essere un Baghest, creatura che compare nel romanzo Le streghe di Roadl Dahl, opera che Jane stradora.
Dalle creature scopre che il cadavere non è quello di un essere umano, ma di un mezzo uomo. La rivelazione lascia senza parole la giovane, che scopre finalmente le sue origini sovrannaturali e la natura della madre, una Selkie, ovvero una donna foca, essere che non riesce a resistere alla lontananza dell’acqua, elemento che fornisce a essere come lei, la forza. Jane quindi trova diverse spiegazioni rispetto all’abbandono della madre e alla sua particolare predisposizione al nuoto. La ragazza è insomma per metà umana e per metà donna foca. Non sa di essere solo all’inizio di un’avventura che la travolgerà e ne travolgerà la vita, sconvolgendola, ma al contempo, alimentando un’autostima spenta dalla cattiveria dei compaesani.
L’incontro con Nell, Trill e Anyan è il primo di una serie che la porterà sulla strada di un nuovo, quanto meraviglioso mondo. . In particolare l’incontro con l’affascinante Ryu, inviato dalla “Fortezza” per indagare sulla morte di Peter, le consentirà di effettuare un viaggio fuori e dentro di sé, riscoprendo sentimenti che aveva sotterrato, in rispetto della memoria di Jason, l’unico vero amore.
Ma la vita continua, anzi si risveglia una passione che la porterà tra le braccia di Ryu, a sua volta ammaliato dalla giovane dai capelli neri “come ali di corvo” (cito Le Mille e una notte). La loro storia a Rockabill susciterà clamore e dicerie, ma ai due non interessa e lei si trova catapultata in un Paradiso, soprattutto quando scopre di non essere poi così sola e diversa. Nel paesino del Maine, infatti, sono numerosi gli ibridi, umani, che come lei, hanno una natura doppia.
Alle scoperte, che la fanno sentire meno “diversa” s’intrecciano le morti di altri esseri sovrannaturali, eventi che rendono più intricate le indagini, mentre il lettore inizia a inserire tasselli nella vita-mosaico di Jane.
Un personaggio che in una serie come “Sex and the city” potrebbe calzare perfettamente, per l’arguzia e l’ironia che sfodera, anche nei momenti più difficili. Se non fosse per le All star e l’abbigliamento dimesso. Ma intorno a lei non mancano situazioni ispirate alla popolare serie americana.
In questo Urban fantasy la componente sessuale è molto spiccata, in alcuni punti rovente . Il desiderio esploso tra Jane e Ryu è potente, senza contare che il giovane è un un vampiro che si nutre della lussuria e in parte e su autorizzazione della giovane, anche del sangue di Jane, che però non danneggia né vampirizza, come vuole la tradizione.
I due protagonisti alla corte di Orin e Morrigan , ovvero gli Alfar che sono sul trono, incontrano esseri di ogni tipo, gli stessi che Jane ha scoperto essere presenti sulla Terra, mescolati tra gli uomini. Oltre agli alfar vi sono gnomi, goblin, ifrit (creature di fiamma), geni, succubi e incubi, mutaforme, naga, driadi. Tutte creature che derivano da un folklore cui attingono autori fantasy, consentendo creazioni differenti; creature che spesso assumono connotazioni extraumane, fattezze quasi angeliche. La Peeler, infatti, restituisce un immaginario che affonda le sue radici nel folklore degli essere fatati, in accordo alla sua formazione letteraria.
Il primo romanzo e sicuramente anche quelli successivi della Peeler si sviluppa sulle passioni e su ciò che sta a cuore all’autrice: l’amicizia, la famiglia –il rapporto con il padre- il cibo, i viaggi. In questo primo episodio della serie, Jane True, che nella sua ironia, è una giovane sincera, ancora dilaniata dai sensi di colpi perché proprio una verità nascosta avrebbe causato la morte di Jason, compie un viaggio fisico, che è soprattutto psicologico, alla scoperta di sé. Come avviene in molti fantasy, l’immissione in un mondo fantastico, la scoperta di essere in possesso di qualcosa di incredibile, di cui non si era a conoscenza, fa parte di un percorso tipico del genere, che al pari della fiaba, ha un carattere formativo e di iniziazione. Solo che in questo caso e differenza di altri lavori, la protagonista non è un’adolescente, ma una giovane donna, che sta scoprendo se stessa, dopo un periodo “dormiente”.
È l’irrompere nella vita di eventi eccezionali che la portano a viaggiare dentro di sé, a partire in primis dalla riscoperta dei sensi sopiti. Non solo, ma è anche il trionfo del diverso, l’apologia di chi viene isolato dagli altri perché non gli è riconosciuto il diritto al diversità. Salvo poi mostrare che nella diversità sta la ricchezza dell’individuo, qualità incredibili che arricchiscono. Anche qua abbiamo il tema dell’intolleranza, che si manifesta anche nelle creature sovrannaturali che vogliono eliminare gli ibridi. In realtà queste creature hanno bisogno degli esseri umani per generare esseri. Come “insegna” la natura, è la ricchezza del corredo genetico che consente la procreazione. Un principio da cui scaturiscono alcuni spunti anche per questo romanzo. Per come è strutturato “La principessa delle tempeste” mostra nello sviluppo e soprattutto nel finale di essere concepito come primo anello di una saga.
L’autrice: Nicole Peeler
Nicole Peeler, autrice creativa e brillante, classe 1978, componente della “League of Reluctant Adults” si dimostra prolifica e presenta una scrittura ricca di personalità, carnale e concreta, ma al contempo fantasiosa, realizzando un connubio interessante e proponendo un urban fantasy molto “pop” e divertente, non priva di citazioni tratte da film e da libri, alcuni dei quali classici.